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Storie

Tutto sulla gomma da masticare, il non-cibo più diffuso al mondo

Il 30 settembre ĆØ la giornata dedicata al chewing-gum, piccolo pezzo di America da ā€œciancicareā€. La sua storia ĆØ romanzesca. Da noi ĆØ arrivato con la Seconda Guerra Mondiale ed ĆØ prodotto a partire dalla metĆ  degli anni Cinquanta dalla Perfetti.

  • 29 Settembre, 2023

E’ il non-cibo più diffuso al mondo. Demonizzata, vietata, rivalutata, sanitarizzata, la gomma da masticare ha una storia romanzesca e lunga almeno quanto l’elenco dei suoi sinonimi: chewing gum, cicca, cingomma, cicles. Perfino, riferisce Wikipedia, masticante, gommina, ciunga, ciugomma o il meraviglioso ciccigomma. Nata come stimolante, poi diventato gadget orale americanizzante (almeno da noi), infine status symbol che indicava sicurezza e talvolta indifferenza, e oggi succedaneo ā€œready to goā€ di spazzolino e dentifricio. A lei, l’amica geniale e masticabile, ĆØ stata dedicata perfino una giornata, la prima in Italia, che si celebra il 30 settembre, a imitazione di quanto negli States accade dal 2006. Il Chewing Gum DayĀ ĆØ un’idea di Perfetti Van Melle, leader italiano della produzione di questo prodotto. E chissĆ  se sarĆ  un’idea usa e getta o se invece attecchirĆ  (speriamo non alla suola delle scarpe).

I segreti del successo

Il chewing gum in fondo è un controsenso. Un alimento che introduciamo nella nostra bocca non per alimentarci, ma per fare ginnastica mascellare, da sputare non appena esaurisce il suo sapore. Chi penserebbe mai di spender soldi per qualcosa di passaggio nel nostro cavo orale? Eppure, la gomma ha un successo intramontabile, al netto di qualche fase storica di appannamento: perché ha un sapore inizialmente piacevole, perché lascia un senso di bocca più pulita, perché è un efficace antistress e favorisce la concentrazione, e in fondo da questo punto di vista è una alternativa tutto sommato innocua alla sigaretta.

Tutta colpa del generalissimo

La nascita della gomma da masticare ĆØ sorprendente e ha per protagonisti un generalissimo messicano e un imprenditore americano fino ad allora di dimenticabile successo. Il primo ĆØ Antonio Lòpez de Santa Ana, che ha guidato l’esercito del suo Paese nella battaglia di Alamo contro gli statunitensi e ne ha tratto gloria bastevole a farlo eleggere undici volte alla presidenza del Messico (roba che Putin gli spiccia casa). Santa Ana però ha anche dei periodi oscuri, di carcerazione o di esilio, e nel corso di uno di questi pit stop negli USA, attorno al 1870, cerca di arricchirsi proponendo il lattice del chicle, una pianta molto diffusa in Messico come alternativa economica alla gomma.

Una buona intuizione, che però si scontra con le difficoltĆ  di questa sostanza a vulcanizzare. Nel frattempo, però, il commerciante Thomas Adams ha acquistato con discutibile piglio imprenditoriale le scorte di chicle in possesso di Santa Ana e non sa proprio cosa farsene. Gli viene l’idea di trasformarla in un prodotto masticabile, a imitazione di quanto avviene da sempre in molte popolazioni centroamericane. Il successo ĆØ immediato e la Adams New York Chewing Gum diventa in breve una start-up rampante.

L’arrivo in Italia e la ā€œgomma del ponteā€

In Italia, dove oggi ĆØ consumata da 8,5 milioni di famiglie, la gomma da masticare arriva durante la Seconda Guerra Mondiale con i soldati americani che la masticavano continuamente per stemperare lo stress bellico. Finita la guerra l’Italia scopre il benessere e adotta il modello americano anche nei consumi e il Dolcificio Lombardo, un’azienda fondata nel 1946 a Lainate, alle porte di Milano, dai fratelli Ambrogio ed Egidio Perfetti, decide di provare a lanciare anche in Italia il chewing gum. Siamo alla metĆ  degli anni Cinquanta e il modello di marketing scelto ĆØ decisamente a stelle e strisce. Il prodotto si chiama Brooklyn, ovvero la ā€œgomma del ponteā€. Per i primi decenni ĆØ prodotta sotto forma di piccola lastra incartata singolarmente e l’unico gusto ĆØ la menta. Poi a terremotare il mercato arriva la Big Babol, sempre prodotta da Perfetti, che ha un successo tale da creare lunghe file fuori dai negozi riforniti di essa e da spingere l’azienda a pubblicare comunicati di ringraziamento a mezzo stampa per un tanto entusiasta pubblico. Da quel momento ĆØ un’escalation di novitĆ : arrivano gusti creativi, poi i confetti in scatola, più pratici, quindi quelli che non si attaccano ai denti, infine quelli senza zucchero, che non solo non favoriscono la carie ma possono addirittura diventare di supporto all’igiene orale.

Una questione di (mal)educazione

Prima della beatificazione attuale, la gomma da masticare ĆØ stata anche un prodotto ā€œmaledettoā€. Negli anni Sessanta e Settanta chi masticava una gomma era spesso considerato maleducato quando non ostentatamente sprezzante. Nelle scuole gli insegnanti non consentivano agli studenti il consumo di chewing gum nelle ore di lezioni. E tuttora parlare con qualcuno impegnato a ā€œciancicareā€ una gomma non mette a proprio agio. Ma mentre prima il ā€œgommofagoā€ aveva di che scusarsi, oggi invece ĆØ pieno di pretesti positivi. Pare infatti che masticare gomma faccia bene alla concentrazione, a tenere a bada lo stress, a ridurre il dolore, a evitare il mal di testa quando si ĆØ alle prese con la realtĆ  virtuale e migliori addirittura le performance sportive.

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