In collaborazione con Arsial
Oltre 50 aziende, masterclass blind tasting al completo e una degustazione che ha messo il Cesanese fianco a fianco con un mito dellโenologia mondiale. La Regione Lazio, in collaborazione con Arsial, ha chiuso la 57ยช edizione di Vinitaly con un bilancio positivo, confermando la maturitร del comparto vitivinicolo e la qualitร sempre piรน riconosciuta delle sue produzioni. Le masterclass in particolar modo hanno offerto un racconto autentico della ricchezza del territorio laziale, valorizzandone la diversitร e le eccellenze
Una degustazione comparativa tra le varie espressioni di Cesanese e un mito dellโenologia italiana come il Barbaresco 2021 di Gaja. Un evento, tutto esaurito, che, come tutti gli altri che sono stati organizzati grazie alla collaborazione tra Regione Lazio, Arsial e Fondazione Italiana Sommelier, si รจ prefisso lโobiettivo di dimostrare la varietร di stili che la regione ha da offrire e la qualitร ben sopra le aspettative che puรฒ esprimere quando non ci sono condizionamenti a priori. โPer anni i vini del Lazio non hanno avuto la stessa considerazione di quelli di altre regioni โ spiega Daniela Scrobogna, relatrice dellโincontro โ lโobiettivo delle degustazioni alla cieca non รจ tanto individuare lโintruso quanto capire dove si posizionano questi vini e come si comportano davanti ai miti dellโenologia mondialeโ.
Se la prima sfida tra i vini da vitigni internazionali della regione e il San Leonardo di Tenuta San Leonardo, produttore dellโanno per la Guida Vini dโItalia 2025, sembrava piรน facile per via della base ampelografica comune, quella tra il vitigno piรน in crescita del Lazio meridionale e una delle massime espressioni di Nebbiolo poteva apparire azzardata. Ma il Cesanese ha avuto unโevoluzione stilistica molto rapida negli ultimi anni: i produttori delle tre zone di riferimento โ Piglio, Olevano e Affile โ hanno profuso molto impegno nel migliorare le tecniche di cantina e ottenere unโespressione piรน raffinata dei due vitigni ammessi dalle denominazioni, Cesanese di Affile e Cesanese Comune. โCโรจ stato un grande alleggerimento โ aggiunge Scrobogna โ il Cesanese non รจ piรน il vino giocato tutto in potenza e pienezza di una voltaโ.
La differenza la si nota giร dai colori degli otto calici, uniformi nella loro trasparenza. Impossibile trovare il Nebbiolo senza metterci il naso dentro. Difficile anche dopo averlo fatto, perchรฉ, a fronte di piccole variazioni, il fil rouge รจ la freschezza del frutto e una speziatura allettante, senza nulla che si discosti troppo da questo modello. โIl suolo nei territori del Cesanese, compresi tra i Ernici Lepini e i monti Simbruini, รจ vulcanico per il 66%โ riferisce Scrobogna. E lโelemento distintivo di molti dei vini in batteria รจ proprio lโeloquenza aromatica tipica di tutti i vini prodotti da vigne su suoli vulcanici, abbinata ad aciditร sostenute e tannini ben estratti che legittimano il paragone con i rossi giocati sullโenergia e sulla profonditร piรน che sulla potenza come Nebbiolo, Sangiovese o Nerello Mascalese.
La platea non รจ riuscita ad individuare con facilitร quale fosse il Barbaresco di Gaja: in pochissimi hanno capito che si trovava nel quarto calice, forse il piรน delicato e meno espressivo in questa fase, a ricordare come i fine wines mondiali siano spesso giocati โin levareโ: riservati sulle prime e pensati per dare il meglio a lungo raggio. Evidente anche la differenza tra lo stile piรน agile e nerboruto dei vini di Olevano Romano โ Damiano Ciolli e Cantine Donna Chiara โ e quello piรน esuberante e avvolgente del Cesanese del Piglio. E se lโunico pigliese affinato in solamente acciaio, ovvero il Baccanera di Medevรฌ, fa dellโimmediatezza il suo punto di forza, i tre affinati in legno โ Camere Pinte de LโAvventura, Colle Forma di Terenzi e Bolla di Urbano di Pileum โ hanno anche ottimi margini di miglioramento nel tempo.
La regione ha messo in scena un racconto corale del proprio patrimonio vitivinicolo, attraverso un fitto programma di degustazioni che ha valorizzato stili, territori e vitigni autoctoni. Il ciclo di masterclass โIl Lazio si confronta con i grandi vini italiani e internazionaliโ, curato da Fondazione Italiana Sommelier e Bibenda, ha registrato il tutto esaurito a ogni appuntamento, offrendo un confronto diretto tra le migliori etichette della regione e alcuni mostri sacri dellโenologia mondiale.
Tra i vini laziali che hanno conquistato lโattenzione di pubblico e addetti ai lavori ci sono il Frascati Superiore โAbelosโ di De Sanctis, il โCeres Anesidora Iโ di Omina Romana, โEvoluzioneโ di Casale Cinque Scudi, il โSileneโ di Damiano Ciolli, il bianco โLunaprigaโ di Colle di Maggio, lo Chardonnay โIncantoโ di Cantina Belardi, il Circeo Bianco โInnatoโ di Villa Gianna, il Bellone di Martino V, โLa Sciantosaโ Malvasia Puntinata di Cantina Le Macchie e il Tuscia Doc โForconeโ di Fattoria Madonna delle Macchie.
Una selezione che ha messo in luce la personalitร dei vitigni e lโinnovazione delle interpretazioni, capaci di confrontarsi senza timori reverenziali con etichette iconiche come Terre Alte di Livio Felluga, San Leonardo, Barbaresco di Gaja, Corton Charlemagne Grand Cru, Cervaro della Sala, Fiorduva di Marisa Cuomo, Malvasia di Skerk e Montepulciano dโAbruzzo di Valentini.
โIl successo della nostra presenza a Vinitaly testimonia la crescita continua di un comparto strategico per lโagricoltura del Lazio โ ha commentato Giancarlo Righini, Assessore al Bilancio, Agricoltura e Sovranitร Alimentare โ. Abbiamo sostenuto le imprese con una visione chiara: rafforzare la filiera, migliorare lโaccesso ai mercati internazionali e promuovere una cultura del vino che sia anche cultura del paesaggio, del lavoro e della sostenibilitร . Continueremo su questa strada, con nuovi strumenti e azioni concrete a supporto delle aziende.โ
Un percorso che ha attraversato i calanchi della Tuscia, i suoli vulcanici dei Castelli Romani, le isole Pontine, dimostrando che la qualitร non รจ solo unโeccezione, ma una costante distribuita in modo capillare su tutto il territorio. E che il Lazio, oggi, ha smesso di rincorrere le altre regioni: ha trovato la propria voce. E inizia a farsi ascoltare.
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