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Commercio estero

In frenata l'export vino del primo trimestre: -2,7% a volume. Dagli Stati Uniti alla Russia un marzo da dimenticare

Disastro russo, calo in doppia cifra in Cina, arretramento negli Usa: segnali preoccupanti dai mercati, nonostante il lieve incremento dei valori. Tiene in qualche modo l'Europa

  • 12 Giugno, 2025

Battuta d’arresto per l’export di vino italiano. Nel primo trimestre del 2025, nonostante un lieve incremento dei valori, saliti dello 0,9% a 1,85 miliardi di euro, i volumi spediti oltre confine arretrano di 2,7 punti percentuali, passando da 506 a 492 milioni di litri. Secondo gli ultimi dati Istat sul commercio estero, analizzati dal settimanale Tre Bicchieri, si conferma il trend emerso anche a febbraio scorso, con fatturati in crescita a fronte di quantitativi in contrazione, dopo un 2024 da record e un buon esordio a gennaio 2025, sia per l’effetto scorte negli Stati Uniti, a causa dei dazi annunciati da Donald Trump, sia dalla spinta del Prosecco.

Marzo difficile, a partire dagli Usa

Guardando ai principali clienti del vino italiano, nel solo mese di marzo gli Stati Uniti sono stabili nei valori (177,6 mln di euro) ma con un -3,5% a volume che potrebbe creare qualche preoccupazione alle imprese italiane, che attendono di capire come evolveranno i dialoghi tra la Casa Bianca e Bruxelles, in materia di dazi. Considerando tutto il primo trimestre, l’export verso gli Usa resta positivo, con 513 mln di euro di fatturato, rispetto ai 456 mln di euro di un anno prima. Anche il Canada, nel solo mese di marzo, è in flessione: i fatturati ammontano a 31,1 mln di euro e i quantitativi scendono a marzo 2025 sotto i 6 milioni di litri di vino (-1,5%). Considerando, invece, il periodo gennaio-marzo 2025, anche il Canada è in positivo, con 94.5 milioni di euro a fronte di 87 mln di euro del primo trimestre 2024.

L’Europa regge, ma ci sono segni meno

Nel Vecchio Continente, analizzando il solo dato del mese di marzo, che appare quello più difficile dell’anno, sia Germania (+0,23%) sia Regno Unito (+3,3%) hanno acquistato più vino. Ed è positivo anche il dato della Francia (+9%). Ma bisogna fare attenzione, perché nei valori la Francia cresce di appena lo 0,6%, la Germania dello 0,57% mentre il Regno Unito è addirittura in negativo, con -1,57 per cento. In arretramento, c’è anche la Svizzera, altro importante cliente dell’Italia, sia a volumi (-6%) sia a valore (-4,3 per cento).

Se si considera tutto il primo trimestre, la Germania cresce a valore di 1,7%, il Regno Unito perde 1,45%, la Svizzera perde lo 0,8% mentre la Francia segna +0,8%. Nei volumi, il mercato tedesco perde l’1,4%, Regno Unito e Svizzera stabili, mentre la Francia guadagna il 3,2 per cento. Il segno che alcuni mercati storici hanno in qualche modo tenuto, come si nota dagli andamenti stabili nei quantitativi e lievemente positivi a valore in Belgio (54,4 mln di euro), Svezia (48,6 mln di euro) e Paesi Bassi (58,7 mln euro), a cui si aggiunge il +3% della Polonia (27.8 mln di euro) seppure in un contesto incerto e che potrebbe complicarsi nei prossimi mesi.

Disastro Russia, Cina e Giappone

La Russia ha voltato le spalle al vino italiano, con appena 7,9 milioni di litri acquistati da gennaio a marzo 2025, rispetto ai 27,8 mln di un anno prima. Anche la Cina lascia sul terreno il 23% dei volumi, il Giappone arretra del 12% mentre risale la Corea del Sud (+4,7 per cento). Nei valori, è disastro russo, con appena 30 milioni di euro di vino acquistato dall’Italia rispetto agli 82,8 mln di un anno prima (anche in quel caso, il dato era stato dopato dalla corsa alle scorte, dopo le tariffe aggiuntive di Putin). Doppia cifra negativa sia per la Cina (-22% ad appena 16 mln di euro) sia per il Giappone (-10% sotto quota 40 milioni di euro). Si salva la Corea del Sud, a +6,5 per cento tra gennaio e marzo 2025, con 13 milioni di euro di vino.

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Mosca – Russia

Gli “emergenti”

Si discute tanto di mercati emergenti e di necessità di diversificare il portafoglio del vino italiano all’estero. Ma come sono andati alcuni acquirenti minori? Verso il Brasile. principale Paese del Mercosur, l’Italia ha spedito 2,3 milioni di litri di vino (+5%, con valori a 8,3 mln di euro); verso l’India appena 135mila litri (+43%), verso il Vietnam 658mila litri (+40%, con valori di 3 milioni di euro), verso l’Indonesia 72mila litri (+188%).

Spumantistica al palo, tranne il Prosecco

Guardando alle tipologie e ai formati, la spumantistica segna il passo a volume a marzo 2025, con una lieve flessione dello 0,5% ma con valori che proseguono a crescere, grazie a un +0,58% a quota 495 milioni di euro. E con un saldo delle importazioni meno pesante di quello del primo trimestre 2024, considerando una spesa per l’import di spumanti scesa del 17% a 53 mln di euro. Il Prosecco Dop, in particolare, con 387 milioni di euro fa segnare un incremento del 5% nei valori sul corrispondente trimestre di un anno fa, a fronte di volumi che crescono di oltre 6%, a 88,6 milioni di litri. Una denominazione che conferma il suo ruolo determinante per le esportazioni nazionali.

prosecco

In difficoltà il vino in bottiglia

Il vino imbottigliato (in confezioni sotto i 2 litri) segna +0,55% nei valori a 1,24 miliardi di euro, mentre in quantità la variazione è negativa per oltre il 5 per cento, a 274,3 milioni di litri. Il prezzo medio al litro del vino in bottiglia made in Italy sale a 4,55 euro. I formati tra 2 e 10 litri, che includono il segmento del bag in box, flettono sensibilmente a valore per un 7,9%, a 23,8 milioni di euro, con volumi che sfiorano la doppia cifra negativa: -9,6 per cento.

A livello regionale, da segnalare, secondo l’analisi dei dati Istat, i cali a volume e a valore dei vini Dop imbottigliati della Toscana, mentre per i rossi Dop del Piemonte, a fronte di un lieve calo in volumi tra gennaio e marzo 2025, la crescita del fatturato è del 10%, a 96,7 milioni di euro. Stabili i valori e i quantitativi dei rossi Dop in bottiglia del Veneto. Alti e bassi per la Dop Sicilia, col cumulato dei bianchi e dei rossi Dop che segna un +3% a valore e -3,8 in quantità.

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