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Sul Lago di Garda un Trentodoc inabissato a 40 metri di profondità

Per il terzo anno consecutivo la Cantina di Riva inabissa bottiglie di Trentodoc nel Lago di Garda, a 40 metri di profondità, per studiarne l'evoluzione. L'appuntamento, diventato ormai un evento, si chiama Brezza Riserva,

  • 09 Giugno, 2022

Non si fermano le sperimentazioni e le ricerche per migliorare la qualità dei vini italiani. A Riva del Garda è ormai diventato un appuntamento fisso di primavera quello che vede protagonista la Cantina di Riva. Accadde già in piena pandemia, nel 2020 e nel 2021. E anche quest’anno la cooperativa trentina ha scelto di inabissare nel più grande lago italiano oltre 1.200 bottiglie di spumante Trentodoc metodo classico, ottenuto da uve chardonnay coltivate nel comune di Tenno.

Perché affinare le bottiglie di vino sott’acqua

Il progetto prevede che le bottiglie siano collocate in robuste gabbie a 40 metri di profondità. Sul fondale del Benaco, faranno compagnia alle due annate precedenti. Le condizioni di maturazione sono particolari: una temperatura costante tra i 9 e i 13 gradi, assenza di luce e rumore, remuage naturale garantito dall’alternanza delle correnti lacustri, isolamento totale dall’ossigeno per una maturazione più lenta, minore differenza di pressione tra l’interno delle bottiglie e l’ambiente esterno, con conseguente scambio gassoso ridotto al minimo.

L’evento, denominato Brezza Riserva, è atteso dagli appassionati e da tutta la comunità di Riva. Anche per il 2022, a Porto San Nicolò, è stato curato da Vigili del fuoco e Sommozzatori di Riva del Garda. Per i partecipanti, anche la possibilità di degustare le due annate estratte dal fondo del lago dopo 12 e 24 mesi di affinamento. Il progetto prevede, ovviamente, che un panel di degustatori esperti faccia un confronto e valuti l’evoluzione nel tempo tra il Trentodoc affinato in acqua e lo spumante della stessa annata che ha riposato in cantina.

 

Questo articolo è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri del 9 giugno 2022

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