Sorrisi di circostanza ma sul vino tante differenze e distanze non colmabili, almeno per ora. Italia e Irlanda appaiono vicine sui temi come sicurezza alimentare, sostegno agli agricoltori, transizione ecologica, ma quando si parla di vino e rapporto alcol-salute il clima cambia decisamente. Il teatro dell’ultimo faccia a faccia tra i ministri dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, per l’Italia, e Martin Heydon, per l’Irlanda, è stato il consiglio Agrifish di lunedì 24 febbraio. Sul tavolo del confronto c’erano le grandi sfide del settore agricolo ma anche le etichette delle bevande alcoliche, che l’Irlanda (con una legge approvata nel 2023, e prevista in vigore dalla primavera 2026) ha deciso di trasformare imponendo alert salutistici, che mettono in relazione il consumo di alcol e il rischio di contrarre malattie come cancro o epatite.
Lollobrigida si è detto «fortemente preoccupato» per l’impatto che la normativa irlandese potrebbe avere sul mercato unico europeo. E non è la prima volta che accade. Per l’esponente del governo Meloni, il rischio è una «penalizzazione per i produttori vinicoli italiani». Ma da parte del ministro Heydon, durante l’incontro, ci sono state poche rassicurazioni. Anzi, la questione non riguarderebbe per niente il dicastero dell’Agricoltura e della pesca d’Oltremanica, come ha riportato il Masaf. La questione, secondo la posizione espressa dal ministro Heydon, «rientra nella competenza del ministero della Salute irlandese», guidato da Jennifer Carroll MacNeill.
Se, da un lato, i rapporti tra Italia e Irlanda sono «ottimi», ha sottolineato lo stesso Lollobrigida incontrando la stampa dopo l’Agrifish, da un altro lato, il fatto che una nazione che non produce il vino usi delle etichette che ne criminalizzano «di fatto non l’abuso ma il consumo» (è di pochi giorni fa la nuova presa di posizione dell’Oms) è qualcosa che «non segna punti a favore di un buon rapporto». Ecco perché l’Italia ha ribadito di voler tentare tutte le strade per risolvere il problema degli alert salutistici sugli alcolici: «Il provvedimento contrasta con il libero mercato europeo e anche con le etichettature omogenee a livello europeo. Da questo punto di vista abbiamo intenzione – ha dichiarato Lollobrigida – di ricorrere in ogni ambito per chiarire la correttezza di questo tipo di azione».
«Bisogna riflettere sull’atteggiamento dell’Europa rispetto alle sue produzioni strategiche, in particolare quella del vino», ha dichiarato Lollobrigida nel suo intervento pubblico all’Agrifish. «C’è una costante aggressione a un settore economico strategico in nome di visioni salutistiche che andrebbero analizzate in modo più pragmatico. L’Italia è il primo produttore di vino in Europa in termini quantitativi e, insieme a Francia e Spagna, ha una lunga tradizione nel consumo di questo prodotto. Il tentativo di demonizzarlo è un danno peggiore di qualsiasi dazio che negli Stati Uniti potrebbero porre». Da qui, l’invito a una riflessione che coinvolga anche altri settori dell’agrifood perché occorre «una coerenza tra le azioni che facciamo per sostenere l`agricoltura e le azioni di comunicazione che indeboliscono alcuni ambiti specifici».
<<<< Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.
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