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Cinque amiche fondano un'azienda in Romagna per vendere solo granchio blu e specie aliene

Fermare l'invasione del granchio blu, specie aliena sempre piรน diffusa nel Mediterraneo, รจ difficile. Tra coloro che ci stanno lavorando cโ€™รจ un gruppo di cinque imprenditrici di Rimini che hanno fondato nel 2021 la โ€œpescheria sostenibileโ€ Mariscadoras-BluEat

  • 12 Giugno, 2024

Taglia le reti da pesca, si ciba dei piccoli dei pesci, distrugge gli allevamenti di molluschi come cozze e vongole, di cui pare estremamente ghiotto. Insomma, il granchio blu (qui per leggere il nostro assaggio), a oggi, รจ considerato una della specie aliene piรน invasive nel Mediterraneo e come tale rappresenta unโ€™enorme sfida per lโ€™industria ittica e per la salvaguardia della biodiversitร .

Cosa ne facciamo del granchio blu? Lo mangiamo

Nonostante ci troviamo nellโ€™era della tecnologia, perรฒ, nemmeno lโ€™intelligenza artificiale ci sa spiegare cosa fare per contenere la diffusione del Callinectes Sapidus, questa crostaceo arrivato dagli Stati Uniti, molto probabilmente, attraverso navi mercantili e che, trovando condizioni favorevoli, ha deciso di abitarle e di riprodursi. Al momento una delle possibili soluzioni proposte consiste nel mangiarlo. Il settore gastronomico, pare che potrebbe dare un enorme contributo alla causa. Sebbene sia ancora difficile vederlo nei ristoranti o sui banchi del mercato, qualcuno che, perรฒ, sta provando aย trasformare il granchio blu dellโ€™Adriatico in ricette da portare in tavola, cโ€™รจ.

Le Mariscadoras, dalla Galizia alla Romagna

Si tratta di un gruppo cinque amiche imprenditrici di Rimini, che hanno fondato nel 2021 la โ€œpescheria sostenibileโ€ Mariscadoras-BluEat, start up creata per il consumo alimentare del granchio blu. Le protagoniste sono Carlotta Santolini, biologa marina, Ilaria Cappuccini, Matilda Banchetti, Giulia Ricci e Alice Pari: l’idea alla base del progetto รจ una linea di trasformazione alimentare delle specie aliene, a partire dal granchio blu, attraverso la creazione di una filiera i cui passaggi seguono il protocollo del progetto Blueat che ne certificherร  la sostenibilitร  ambientale e socio-economica. Dall’eco-business, sono giร  nate le polpette, i sughi, la polpa di granchio a pezzetti e altri prodotti che oggi sono in vendita nella grande distribuzione. Lโ€™obiettivo delle โ€œMariscadorasโ€, perรฒ, non รจ solo quella di svolgere lโ€™attivitร  lavorando in modo responsabile, trasparente e sostenibile nei confronti delle persone, dei lavoratori, delle comunitร  e dell’ambiente marino o terrestre.

Cosa c’entra il granchio blu con la lotta di genere

Lโ€™obiettivo รจ anche la lotta di genere. Il nome aziendale, infatti, รจ stato scelto, per omaggiare le donne galiziane “di mare” che hanno lottato per essere riconosciute nel settore della pesca e dell’acquacoltura, e per accendere una luce sulle comunitร  che lavorano nel e per il mare con unโ€™attenzione particolare a quelle donne che sono ancora โ€œinvisibiliโ€ e sottopagate. A dirla tutta, esiste anche un corrispettivo di Mariscadoras nel dialetto romagnolo e anche in questo caso erano le donne, le cosiddette โ€œpoveracciaieโ€, alle quali non era concesso andare in barca con i pescatori perchรฉ si pensava portassero sfortuna. Il solo compito a cui erano relegate, era quello di andare a raccogliere le vongole sulla spiaggia e venderle al mercato.

Le specie sono alloctone, non aliene

Tornando perรฒ al granchio blu, le imprenditrici sanno che a seconda di come vengono raccontate le situazioni, le percezioni cambiano. Per questo lโ€™invasione di questo crostaceo, va trasformata da evento disastroso per lโ€™ambiente a possibile risorsa per le comunitร  dei pescatori. Strada, per quanto ambiziosa, che le Mariscadoras hanno giร  preso, modificando intanto lโ€™aggettivo alieno in alloctono. Significano la stessa cosa, ma sicuramente alieno ha una forza negativa maggiore, soprattutto se collegato a un cibo.

Attualmente i prodotti di BluEat sono presenti in Italia ma di certo le Mariscadoras non si fermeranno entro i confini. E non si fermeranno nemmeno solo al granchio blu: le cinque amiche, infatti, stanno giร  pensando ad altre specie alloctone.

In cucina, non solo granchio blu

Questo sarร  possibile, come veniamo a sapere da una loro intervista sul sito di Slow Fish, grazie a una collaborazione giร  in atto la giovane chef Chiara Pavan stella Michelin per il suo visionario progetto di cucina ambientale che sta portando avanti insieme al marito a Venissa, sull’isola di Mazzorbo, in provincia di Venezia. Pavan, infatti, utilizza e cucina da tempo diverse tipologie aliene, come meduse e pesce serra, senza mai perdere di vista la sostenibilitร . L’unione sembra perfetta.

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