Una duro j’accuse alla Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen è arrivata dal palco dell’Assemblea nazionale di Coldiretti, che si è tenuta al Teatro Eliseo di Roma alla presenza di agricoltori, del presidente Ettore Prandini, del segretario generale Vincenzo Gesmundo, del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e del commissario europeo Raffaele Fitto. A puntare il dito è stato in primis Vincenzo Gesmundo, segretario generale dell’organizzazione agricola, che ha parlato di un attacco senza precedenti al comparto agroalimentare europeo. «Con la proposta al ribasso della Commissione – ha dichiarato Gesmundo – si infligge un colpo durissimo all’agricoltura italiana ed europea, cancellando decenni di politiche a tutela del cibo sano, dei territori e della dignità dei produttori -ha dichiarato il segretario generale – Dietro la retorica della transizione si nasconde la volontà di concentrare risorse sul riarmo, smantellando la PAC e condannando alla marginalità le imprese agricole. Abbiamo due anni davanti a noi per cambiare le cose e posso assicurare che Coldiretti lo farà, senza se e senza ma restando comunque aperti al confronto». A destare preoccupazione sono stati anche i dati relativi all’export dell’agroalimentare anche in vista di un possibile incremento dei dazi dai primi di agosto.
Durante l’assemblea è stata attaccata senza mezzi termini la riforma della Politica Agricola Comune che, verrebbe svuotata per dirottare risorse su altri fronti, in particolare il riarmo. Una scelta che è definita da Gesmundo come una logica opaca e tecnocratica, portata avanti «ignorando il Parlamento europeo e scavalcando gli stessi commissari». Dietro la retorica della transizione verde, ha avvertito, si nasconderebbe la volontà di marginalizzare le imprese agricole e rendere l’agricoltura una sorta di “moneta di scambio”. «Abbiamo due anni davanti a noi per cambiare le cose e lo faremo, senza se e senza ma, restando aperti al confronto».
L’altro argomento oggetto di un accorato allarme è stato il crollo dell’export agroalimentare, con i dati che sono stati presentati all’assemblea che hanno messo in evidenza varie problematiche. A maggio la crescita delle esportazioni verso gli Stati Uniti si è quasi azzerata, passando da un +11% nel primo trimestre dell’anno a un modesto +0,4%, con cali marcati per alcune delle principali eccellenze del Made in Italy: l’olio extravergine d’oliva è crollato del 17%, stessa percentuale per la passata di pomodoro, mentre i formaggi hanno perso il 4%. In controtendenza solo il vino, che ha segnato un lieve recupero (+3%) dopo il calo registrato ad aprile. «L’aumento dei dazi, l’inflazione negli Stati Uniti e la svalutazione del dollaro stanno rendendo i nostri prodotti meno competitivi. Se davvero si arriverà a un +30% sulle tariffe alimentari, il colpo per la nostra economia sarà pesantissimo», ha dichiarato Prandini.
Non si aspettava una platea particolarmente felice il vice presidente della Commissione europea Raffaele Fitto, visto il suo appoggio al nuovo bilancio europeo. Nel suo intervento ha cercato di convincere l’assemblea del fatto che le risorse non sono state diminuite, ma solamente distribuite in maniera diversa. «Non c’è stata la salvaguardia dell’80% dell’agricoltura, ma c’è stata la garanzia del primo pilastro agricolo con le risorse assegnate di 294 miliardi di euro e c’è l’ampio spazio, dentro la parte restante non definita dei piani nazionali e regionali, di costruire con il governo e le regioni la parte relativa allo sviluppo rurale integrandole a tutti gli altri ambiti», ha dichiarato Fitto in chiusura del suo intervento.
Un invito al dialogo espresso anche dal ministro del Masaf Francesco Lollobrigida riferendosi però alla questione dei dazi. Durante il suo intervento ha infatti specificato che «chi vuole una guerra dei dazi molto probabilmente non ha mai parlato con un imprenditore che esporta negli Usa. Quello è un mercato che dobbiamo preservare a tutti i costi perché ci da un fatturato positivo a prescindere dalle condizioni che esistono». Sui dati export il Ministro dell’Agricoltura ha sempre cercato di evitare allarmismi e anche ieri, con un certo tempismo, in un post, ha ricordato il record delle esportazioni italiane di ortofrutta nel primo quadrimestre dell’anno? Basterà a calmare gli agricoltori pronti a scendere in piazza a Bruxelles?
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