Ma niente a che vedere con una trasposizione di vecchie ricette e con abbinamenti scontati e classici, tipo brasato e barolo, per intenderci. Il nuovo menu di Enrico Crippa รจ il risultato di anni di ricerche sul territorio e di una perfetta sintonia con la famiglia Ceretto, che sedici anni fa ha fatto venire in Langa uno chef scelto personalmente dal patron Bruno Ceretto, e ha iniziato una grande avventura che ha portato il Piazza Duomo alle vette dellโeccellenza gastronomica a livello internazionale.
Un percorso in qualche modo accelerato dal lockdown, ma di fatto consacrazione di 15 anni di ricerche, appunti ed esperienze sul territorio, tra libri antichi, siti web e tradizioni orali dei fornitori, che ha avuto, come ha sottolineato Crippa, โunโelaborazione complessa, fatta di tentativi, di abbinamenti piรน prevedibili, risultati piรน o meno riusciti, di degustazioni in azienda di annate e cru diversi di Baroloโ.
Per uno chef che arriva dalla scuola di Gualtiero Marchesi, innamorarsi del Barolo non era poi cosรฌ scontato. Ed รจ proprio durante lโultimo lockdown che il vino diventa scintilla creativa, si intensificano le degustazioni e gli incontri in cantina e i profumi, le sfumature di ogni singola vigna e le differenze di stili diventano fonte di ispirazione. Intanto, quale Barolo? Perchรฉ Barolo di oggi รจ ben diverso da quello di una volta. Cโรจ una netta demarcazione tra i Baroli prima e dopo degli anni โ90, come ha spiegato il sommelier Vincenzo Donatiello: โI Baroli di oggi hanno una consistenza tannica piรน elegante, sono piรน freschi, serviti a una temperatura piรน bassa. I produttori di vino di oggi lavorano come gli chefโ. E gli abbinamenti del menu Barolo spaziano per lโintera denominazione, regalando sorprese scovate in cantina, come il Bricco le Rocche 2008 con cui si รจ cominciato il percorso, seguito dal Barolo 2016, il Barolo Bussia 2015, il Barolo Brunate 2013, il Bricco Rocche 2006 e il Cannubi San Lorenzo 2009. A ogni portata il cibo ha supportato il vino e viceversa, in una sintonia perfetta. Il Barolo, come ha detto Crippa, โรจ un giullare, e vuole sempre un po’ di grassezzaโ. Niente verdure allora? Nemmeno per sogno. I fan dellโorto dello chef si tranquillizzino: basta aggiungere alle verdure una parte grassa e il gioco รจ fatto.
L’inizio del Menu del Barolo
Tutto il progetto รจ un omaggio al Piemonte, alla sua storia, alle sue tradizioni. Fra cui, naturalmente, lโaperitivo, rito nato a Torino a fine โ700 con il vermouth. Lโaperitivo del menรน Barolo รจ parte integrante del percorso, e ha il nome evocativo di 1786-2021, ovvero lโanno in cui, secondo la tradizione, Carpano inventรฒ il vermouth a Torino, e lโanno in cui Crippa-Ceretto lo reinventano. Con un aperitivo preparato con il Barolo Chinato Ceretto e sfizi che diventano un rito di rimandi alla storia, dallโรฉclair alla francese farcito di pomodorini confit e formaggio, allโomaggio al tramezzino, nato a Torino al Caffรจ Mulassano nel 1925, dallโinsalata russa dei contadini ricoperta di gelatina secondo le tradizioni borghesi, alla sรฒma d’aj, il pane con lโaglio, rivisitato in un poetico medaglione in versione minimal, al cespo di insalata raccolta alle sette nellโorto da tuffare nella salsa tonnata.
Poi si comincia davvero, con un menu โ piccola curiositร : lโidea stessa di menu, prende forma nellโOttocento proprio a casa Savoia, da unโidea di Giovanni Vialardi, al quale si deve anche la carta dei vini โ sontuoso, che gioca costantemente con il registro alto e basso, la corte e i contadini. Lโinsalata vignaiola รจ la rivisitazione del cibo di recupero, gli avanzi del bollito: aggiunti a formaggio Raschera, salsa verde, nocciole, noci e avvolta in una foglia di insalata cotta frullata e stesa. La โveraโ albese, carne tagliata al coltello e non battuta, un filo di bagna cauda, tartufo estivo, accompagnata da un bicchiere di brodo caldo con un goccio di vino, come facevano i contadini. Le lumache adagiate un letto di eterea polenta. Il primo รจ un risotto allโaglio orsino impiattato come in un tondo decorativo di Della Robbia, tutto verde e fiori rossi e azzurri (dei fiordalisi che sono la passione di Crippa, gli ricordano i campi di grano di quando era bambino), poi il fungo cardoncello (funghi raccolti dai suoi famigliari, i Crippa pare abbiano sempre avuto la passione di โandare a funghiโ in Brianza). E poi la carne, succulenta lโha definita lo chef, di vacca podolica, proposta senza salse, niente a coprire il sapore, giusto un poโ di senape a parte per sfumare la frollatura, e il solito brodo con il vino ad accompagnare. A seguire, il piatto che molti anni fa ha conquistato Bruno Ceretto e lo ha convinto a far venire Crippa ad Alba: il croccante di semi di zucca e formaggio Malghesino, un pre-dessert miniaturizzato e sfizioso.
Risotto all’aglio orsino
I dessert, in un territorio dalla lunga tradizione pasticcera, sono uno spettacolo, protagonista il vacherin con meringa alle fragole (che finita la stagione saranno sostituite dalle pesche), e attorno assaggi di bunet e panna cotta, fragole fresche, una scherzosa rivisitazione della tortina di kinder (Alba รจ il regno di Ferrero). Alla fine un sorso di grappa di barolo, che un tempo Ceretto produceva โ ma oggi ha chiuso la distilleria โ di cui sono state fortunosamente ritrovate alcune magnum. Infine, ancora una citazione storica, omaggio a Cavour (fra lโlatro uno dei primi produttori di Barolo al castello di Grinzane, sempre in Langa), gourmet appassionato di dolci: uno zabaione con i biscottini, e Crippa ha creato un โbiscotto Cavourโ a base di savoiardi.
Nota a margine: lo studio sul pane, alla ricerca dei pani piemontesi perduti. Cosรฌ ad accompagnare i piatti si sono succeduti il paninetto alla nocciola, il pane di Carlo Alberto, con noci, acciughe, burro e uova e la classica biova, ormai quasi introvabile nei panifici-boutique di oggi.
Abbiamo voluto raccontare i dettagli del menu per dare un’idea della filosofia del Menu del Barolo che รจ una vera esperienza, da seguire senza fretta (calcolate almeno 2/3 ore, cibo e vino hanno entrambi le loro esigenze), abbandonandosi alle sensazioni di gusto, di profumo, di racconto. Crippa e la sua brigata guidano in un viaggio nel tempo e nello spazio, fusione tra regale e popolare, senso di appartenenza e gusto per il nuovo, un invito a conoscere e riconoscere la storia ruvida e preziosa di un territorio dove la tradizione contadina รจ da sempre intrecciata con la vita dei re e che in fondo si racconta sempre poco (tipico understatement subalpino). Il menu del Barolo รจ previsto tutto lโanno e si affianca agli altri degustazione e alla carta. E non รจ la sola novitร : annunciato in modo sibillino un altro grande progetto, โil prossimo sognoโ, un nuovo capitolo della storia Crippa-Ceretto che proietterร il ristorante e il suo chef-manager a livello ancor piรน internazionale. Se ne dovrebbe sapere di piรน a breve, stiamo a vedere.
Piazza Duomo – Alba CN – Piazza Risorgimento, 4 – 0173 366167 – www.piazzaduomoalba.it
a cura di Rosalba Graglia
foto di apertura di Letizia Cigliutti
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