Se state cercando un motivo per vedere la serie Il Gattopardo, ve la serviamo subito: la colazione. E, piรน in generale, la tavola imbandita. Ma qua ci fermiamo. La versione 4.0 del capolavoro di Luchino Visconti, ripulito e lucidato per il pubblico di Netflix, non ci ha convinto. Anzi di piรน: ci ha annoiato. A tratti irritato. Non solo perchรฉ manca di carisma (a partire, ahimรจ, dal protagonista Kim Rossi Stuart che tiene tutto sottotono, registro vocale compreso) ma perchรฉ รจ totalmente priva di quella atmosfera isolana o, meglio, gattopardesca, che il libro di Tomasi di Lampedusa, cosรฌ come il film, era riuscito a trasmettere a generazioni e generazioni. Forse la celebre frase ยซI siciliani non vorranno mai migliorare perchรฉ giร si considerano perfettiยป piรน che unaย constatazione di Don Fabrizio era un monito a non toccare quel che ha giร fatto la storia. Ma tant’รจ.
Se la lingua parlata non รจ decisamente quella sicula (tantomeno quella di fine ‘800), a far masticare un poโ di sicilianitร ci pensa la cucina. Dโaltronde giร il libro รจ ricco di citazioni culinarie a sottolineare che i principali momenti di svolta della storia โ che si tratti di un accordo matrimoniale o della nascita del nuovo Regno dโItalia โ si fanno a tavola. La serie diretta da Tom Shankland ci mette qualche tocco di contemporaneitร , sottolineata dalla figlia piรน gourmet del Principe di Salina, Chiara, sempre pronta a offrire agli ospiti le prelibatezze della tavola: ยซLa granita รจ buonissimaยป, esclama a un certo punto. E di fatto, la regina delle colazioni siciliane fa piรน volte la sua comparsa servita con la panna in coppe di cristallo e accompagnata dalla immancabile brioche col tuppo (anche se il Palermitano non รจ di certo la โcasa madreโ della granita).
Ad arricchire le colazioni gattopardesche ci sono anche frutta martorana e frutta di stagione, paste di mandorla, panini con il sesamo, cannoli, cassate e compagnia mangiante. E per un attimo, nei colori della tavola imbandita, ci sembra di ritrovare quella sensazione di otium tipica delle villeggiature siciliane in campagna.
Ma cโรจ unโaltra pietanza che non dimenticheremo: la gelatina al rum. Una fugace apparizione sul piccolo schermo che, nelle pagine del libro, trova unโampia descrizione: ยซQuesto era il dolce preferito di don Fabrizio e la Principessa, riconoscente delle consolazioni ricevute, aveva avuto cura di ordinarlo la mattina di buonโora. Si presentava minacciosa, con quella sua forma di torrione appoggiato su bastioni e scarpate, dalle pareti lisce e scivolose impossibili da scalare, presidiata da una guarnigione rossa e verde di ciliegie e di pistacchi; era perรฒ trasparente e tremolante ed il cucchiaio vi si affondava con stupefacente agioยป.
Una testimonianza, tra le altre cose, dellโimportanza del rum nella pasticceria borbonica delle Due Sicilie e della coltivazione della canna da zucchero sullโisola (una tradizione abbandonata nel โ600, ma oggi ripresa da qualche coraggioso).
E se nella serie Netflix la figlia del Principe, Concetta (Benedetta Porcaroli), ha perso lโaspetto dimesso del film di Visconti, a rimanere fedele allโoriginale รจ il timballo di maccheroni, che dimesso non รจ mai stato.
Lโoriginale ricetta borbonica la si trova nelle pagine del libro, minuziosamente descritta da Tomasi di Lampedusa quasi a voler far venire lโacquolina in bocca: ยซLโoro brunito dellโinvolucro, la fragranza di zucchero e di cannella che ne emanava, non era che il preludio della sensazione di delizia che si sprigionava dallโinterno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva dapprima un fumo carico di aromi e si scorgevano poi i fegatini di pollo, le ovette dure, le sfilettature di prosciutto, di pollo e di tartufi nella massa untuosa, caldissima dei maccheroni corti, cui lโestratto di carne conferiva un prezioso color camoscioยป.
Calzante il commento del Telegraph che lo ha descritto come ยซil piatto piรน sexy della letteraturaยป. Dโaltronde la sua entrata in scena corrisponde allโarrivo in casa Salina di Angelica (nella serie interpretata da Deva Cassel) che rappresenta la parte piรน voluttuosa della narrazione, con tutti gli astanti pronti a mangiarsela con gli occhi.
Non ci soffermeremo sui vini serviti, Marsala su tutti, e sulle altre prelibatezze che risvegliano dal torpore di una narrazione che, purtroppo, non decolla e che troppo spesso tradisce le intenzioni del romanzo (da una Concetta in versione femminista ad una Angelica arrivista e di facili costumi). Ma cโรจ unโultima cosa che vale il โviaggioโ: Villa Valguarnera, residenza dei Principi di Salina che nella realtร si trova a Bagheria. Con il suo monumentale cancello e l’imponente facciata settecentesca, รจ stata di recente set di unโaltra serie tv (che coincidenza, รจ su Sky e Now proprio in queste settimane) che parla di Sicilia, in siciliano (!), e con altrettante sontuose ma solitarie colazioni (sembra che il momento sia propizio per il primo pasto della giornata).
Si chiama Lโarte della gioia, dallโomonimo libro di Goliarda Sapienza. Diretto da Valeria Golino e interpretato da una talentuosa Tecla Insolia (segnatevi questo nome!), ci insegna che ritmo e sensualitร sono ben altra cosa.
ยฉ Gambero Rosso SPA 2025
P.lva 06051141007 Codice SDI: RWB54P8 Gambero Rosso registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma
Modifica impostazioni cookie
Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]
Resta aggiornato sulle novitร del mondo dell’enogastronomia! Iscriviti alle newsletter di Gambero Rosso.
ยฉ Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.
Made with love by Programmatic Advertising Ltd
Made with love by Programmatic Advertising Ltd
ยฉ Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati