unque accampato o che ha perso familiari e casa. Ma recuperare almeno una parvenza di normalità sarà necessario. Perché la vita continua e perché l’economia deve riprendere.
Oggi il problema è serio da quel punto di vista. Tutto si è fermato, anche nelle zone che non sono state toccate duramente dalla catastrofe. Nel nostro settore possiamo dire che le disdette negli alberghi e nei ristoranti sono fioccate copiosissime.
Che molti produttori di vino abruzzesi, che hanno anche più del 50% del loro giro d’affari in zona, non possono farsi pagare, e quindi accumulano perdite, anche se cantina e macchinari non hanno subito alcun danno. Se le cose non ripartiranno si cominceranno a perdere posti di lavoro, attività avviate.
E chi non ha subito danni alle strutture, non potrà neanche richiedere aiuti pubblici. Allora cosa si potrebbe fare per aiutare la situazione a ripartire?
Un piccolo appello a tutti i lettori del Gambero Rosso ed a noi stessi che lo scriviamo: consumiamo prodotti abruzzesi per un mese, tutti quanti. Compriamo vini, formaggi, qualche pistillo di zafferano, andiamo nei ristoranti dove è possibile andare senza intralciare il lavoro della Protezione Civile, proviamo a prenotare un week end in qualche albergo, magari alle Terme di Caramanico o a Rivisondoli, dove il sisma si è sentito, ma non ha provocato disastri, e tutto è perfettamente agibile. Andiamo a Scanno, sulla Majella, nel Teramano.
Ci sono dei luoghi meravigliosi da scoprire in tutta la regione. Insomma, proviamo a stare vicini a questa gente forte e dignitosa, che in questa immane disgrazia sta dimostrando straordinarie qualità umane.
Tutto questo non risolverà ogni problema, ma è qualcosa che tutti quanti possiamo fare dimostrando un senso vero e concreto di solidarietà che chi è in difficoltà apprezzerà di sicuro.