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Mensile di novembre

Fieno, erba, pascolo. Saranno più “nobili” latte e formaggi del futuro?

La nuova frontiera del settore lattiero-caseario di qualità: il latte e i formaggi da animali al pascolo, tirati su a erba fresca e fieno. Nel mensile di novembre siamo entrati nel mondo dell’oro bianco, cercando di mettere in luce i molti vantaggi, le criticità, i risvolti ambientali, economici e sociali, le opportunità che offrono questi gioielli dell’agroalimentare e se possono essere davvero un modello per il futuro.

  • 16 Novembre, 2021

Avete mai sentito parlare di latte-fieno e latte nobile? Niente di trascendentale. È un prodotto antico, frutto di una tradizione ultra-millenaria e di una produzione il più naturale possibile. L’animale sgamba, sceglie quello che mangia. Il suo ambiente è il prato stabile, mai coltivato, ricco della vegetazione spontanea di quello specifico territorio, da sempre. Il suo menu è composto da vari tipi di erbe, essenze e fiori, oltre 60 in un metro quadrato: in un ciuffo non trovi un filo d’erba uguale all’altro. È questa molteplicità vegetale e floreale a garantire all’animale un’alimentazione completa, senza bisogno di altro, con ripercussioni positive sul profilo organolettico del latte, sui suoi aspetti salutistici, senza contare poi i risvolti ambientali, economici, sociali e di sostenibilità. Non a caso la transumanza nel 2019 è stata dichiarata patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Questo latte “di una volta” non è bianco, non è delicato, non è liquido come l’acqua. È giallo, ricco di gusto e aromi che cambiano secondo la stagione, in base alla diversità di erbe che si avvicendano nei pascoli. È una fonte preziosa di nutrienti e sostanze benefiche. È denso e corposo, un latte “vero” che quando lo bevi ti lascia i baffi bianchi.

Nel mensile di novembre Gambero Rosso, andiamo a conoscere questo latte (e i formaggi che ne derivano) attraverso le parole, le storie, gli indirizzi di chi lo produce e lo studia. Interventi, tra gli altri, di: Roberto Rubino, Roberto Furesi, Laura Cavallarin, Igles Corelli, Francesco Tiezzi, Giovanna Battelli, Antonio Difalco.

Per scoprirne di più, il numero lo potete trovare in edicola o in versione digitale, su App Store o Play Store
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parole di Mara Nocilla – scatti di Andrea Sabbadini

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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.

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