Il settore del vino italiano sta attraversando un importante momento di transizione dovuto a cause di varia natura, come i cambiamenti nel commercio estero e le riforme presentate in sede europea. Per questo motivo il Governo ha deciso di deliberare un’indagine conoscitiva sul settore vitivinicolo che partirà da subito e si concluderà in aprile 2026. Un approfondimento che si propone come uno strumento utile per delineare nuove strategie di crescita del comparto vitivinicolo, sia sul versante nazionale sia su quello europeo e internazionale.
A occuparsi della consultazione sarà la XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati che in questo arco di tempo avrà il compito di ascoltare le riflessioni e il punto di vista sia delle istituzioni – ministro del Masaf, i membri delle competenti Commissioni parlamentari del Parlamento europeo e rappresentanti della Commissione europea, i rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome – ma anche rappresentanti delle organizzazioni di rappresentative del settore agroalimentare e vitivinicolo, il Crea, Ismea, rappresentanti del mondo accademico e scientifico ed esperti del settore.
Le tre sfide chiave focalizzate dal Governo sono in primis di allineare la produzione vinicola ai cambiamenti di una domanda attualmente in diminuzione, rafforzare la resilienza del settore alle sfide del mercato e climatiche e infine di adattarsi alle tendenze dei consumatori per cogliere nuove opportunità di mercato. Oltre a questo c’è spazio anche per alcune riflessioni sui “NoLo”, ovvero le bevande analcoliche o a bassa gradazione, per quanto riguarda l’introduzione di regole di commercializzazione armonizzate e semplificate.
Secondo l’Annuario dell’agricoltura italiana 2023 del Crea, le attività vitivinicole hanno dato origine, nello stesso anno, a un valore della produzione intorno ai 6 miliardi di euro, pari all’8,7 per cento circa del valore della produzione agricola italiana.
Per quanto riguarda i consumi si osserva una predominanza di bianchi nel nord Italia, mentre al centro i rossi vanno per la maggiore e la panoramica risulta più omogenea nel sud della Penisola. I numeri dell’analisi allegata alla delibera evidenziano anche un calo produttivo importante nella vendemmia 2023 che è risultata la meno produttiva dall’ultimo dopoguerra. Sempre nel 2023, secondo i dati Istat, i consumatori in Italia rappresentano il 55,1% della popolazione (65% uomini e 45% donne). Le abitudini di consumo risultano più responsabili e consapevoli, con una diminuzione dei consumatori quotidiani dovuta agli stili di vita e alla difficoltà economiche delle famiglie. In termini di preferenze, i bianchi prevalgono sui rossi.
Le esportazioni complessive di vino registrano nel 2024 un aumento del 5,5% rispetto al 2023, passando da 7,710 miliardi di euro a 8,135 miliardi, in controtendenza rispetto al 2023, anno nel quale si è avuto un rallentamento delle vendite sul vino italiano nel mercato globale. Relativamente alle esportazioni verso gli Stati Uniti il comparto vinicolo nel 2024 registra un aumento del 10,2% rispetto al 2023, passando da 1,758 miliardi di euro a 1,938 miliardi (ma bisognerà vedere cosa succederà con i dazi di Trump). Anche in termini di volumi le esportazioni del comparto in esame nel 2024 registrano un aumento del 3,3 per cento rispetto al 2023, con un +7% rispetto agli Usa.
Per quanto riguarda le importazioni complessive, in termini di valore si registra un +14,5% rispetto al 2023, con un aumento da circa 517 milioni euro a 592 milioni. Le importazioni dagli Usa registrano un +59,6% rispetto al 2023, passando da 2 miliardi circa a 3,342 miliardi. In termini di volumi, il complesso delle importazioni di vino nel 2024 registra un forte aumento pari al 65,6% rispetto al 2023, mentre riportano una diminuzione pari a 26,3% nei confronti degli Usa. Il saldo import-export a livello globale è passato da 7,1 miliardi nel 2023 a 7,5 miliardi di euro nel 2024, con un aumento del 4,9%. Il saldo import-export con gli Usa nel 2024 ha registrato un +10,2%, passando da 1,7 miliardi a 1,9 miliardi di euro.
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