Sono passati circa 10 mesi e โ soprattutto โ oltre 85mila positivi e 4.500 decessi, da quando il primo caso di Covid รจ stato intercettato in Cina. Ma sembra passato remoto. E anche Wuhan, dove tutto รจ cominciato, non registra nuovi contagi da metร maggio. Ancor di piรน se si pensa ad altre zone. Merito di una coincidenza di fattori: la tempestivitร nell’isolare virus e cittร , la capacitร di mettere in campo velocemente imponenti contromisure (basti pensare ai 14mila punti di controllo sanitari negli snodi dei trasporti pubblici), test a tappeto (circa 9 milioni in poche settimane, solo a Wuhan), creazione di spazi per positivi con sintomi lievi, controlli rigidi e forti limitazioni alla libertร di movimento con tanto di droni a controllare, e poi l’attitudine al rispetto delle regole e un senso di responsabilitร diffusa โ chiamiamola anche memoria โ rispetto ai rischi epidemiologici, ereditร lasciata dalla Sars 17 anni fa.
La famosa strategia delle 3T: testare, tracciare, trattare. Quella che ha permesso di riconsegnare alla Cina e ai suoi abitanti, una qualche normalitร : โla sensazione che ho, parlando con i ragazzi che sono lรฌ e vedendo l’andamento del lavoro, รจ che vivono la situazione che vorrei avere in Italiaโ dice Chicco Cerea, che poi spiega: โla gente circola tranquilla, รจ serena, le scuole sono aperte, i trasporti funzionano e, per quanto riguarda il mio settore, i locali sono pieniโ. La famiglia Cerea si appresta ad aprire il suo secondo ristorante a Shanghai, un anno e mezzo dopo il primo Da Vittorio nella megalopoli cinese. Una cittร da 25 milioni di abitanti. โ25 milioni di abitanti e ‘solo’ 2mila casiโ aggiunge Ricardo La Perna, chef di Otto e Mezzo a Shanghai, pluripremiato ristorante di Umberto Bombana, che macina consensi su consensi in Oriente, a suon di tartufi e grandi vini. โCi sono aree completamente incontaminateโ continua, โper esempio nello Yunnan ci sono stati solo sei casi e anche altre zone sono passate quasi indenniโ.
Otto e Mezzo Shanghai
Regole ferree, rigidamente osservate, sin dall’inizio: โqui a Shanghai c’รจ stata una chiusura di circa 20 giorni, con l’esercito in strada a controllare, verso la fine di gennaioโ, in concomitanza con il capodanno cinese per il quale c’รจ una settimana di ferie. โVerso la metร di febbraio giร in alcune zone si poteva riaprire. Bisogna considerareโ spiega โche Shanghai รจ grande come mezza Lombardia, quindi la riapertura non รจ stata uguale per tutti, ma cambiava a seconda che ci fossero stati casi o meno nelle varie aree della cittร , magariโ continuaโeri libero di uscire ma non di lavorare e tenere aperta la tua attivitร โ. Il nulla osta per Otto e Mezzo รจ arrivato intorno al 20 di febbraio โma abbiamo aperto il 2 marzo, perchรฉ alcuni di noi erano fuoriโ.
Senza aiuti dallo stato – โci sono state esenzioni dalle tasse e un supporto al 100%, ma soldi noโ aggiunge La Perna – la ripartenza รจ stata lenta: โabbiamo sofferto un po’ tutto marzo, ma poi siamo tornati in carreggiata, anche se con numeri diversi e una clientela diversaโ. Il momento piรน critico รจ durato circa un mese e mezzo, ma dalla metร di aprile le cose hanno ripreso ad andare sia a Shanghai che a Pechino โdove perรฒ c’รจ stato un altro picco e un conseguente ulteriore semi lockdownโ. I motivi? โqualcuno diceva che arrivava dal mercato del pesceโ.
Da Vittorio a Shanghai
โSi รจ tornati al ristorante, ma rispetto a prima vedo una piccola modifica nei consumi: ora si mangia piรน cibo cotto, perchรฉ c’รจ chi pensa che ci sia una relazione tra la diffusione del coronavirus e il pesce crudoโ racconta La Perna โsono idee legate ad alcuni principi della medicina cineseโ ma – a parte questo – i clienti ci sono, nonostante l’assenza degli stranieri: โora perรฒ, stiamo facendo numeri come e piรน dello scorso anno, con una clientela locale, adesso qui c’รจ molto movimentoโ. Gli fa eco Cerea โi ristoranti sono frequentati come sempre, anzi abbiamo risultati superiori a primaโ.
Da Vittorio aย Shanghai
โDalla riapertura non abbiamo regole rigide, a parte l’obbligo di mascherina nel servizio in sala, poi ovviamente abbiamo sempre gli igienizzanti per le mani a disposizione dei clientiโ. La temperatura viene presa ancora, ma da maggio la mascherina รจ facoltativa โsi usa sui mezzi pubblici ed รจ obbligatoria in alcuni posti come banche e posta. E poiโ aggiunge โรจ obbligatorio avere una app per il tracciamentoโ. Una delle 3 T. Indispensabile per tenere sotto controllo un’area cosรฌ densamente abitata: โin una cittร grande come Shanghaiโ fa Cerea โnel dubbio isolano non solo la persona positiva, ma le mille che possono averla incontrata. Questa strategia di tracciamento e isolamento ha creato un’isola feliceโ.
Chi arriva a Shanghai da fuori รจ sotto osservazione per due settimane, โanche io e mia moglie quando siamo tornatiโ racconta Riccardo โsiamo stati in quarantena a casa, con un dispositivo sulla porta che segnalava ogni volta che veniva aperta, e dei medici che venivano in casa per controllare la temperatura due volte al giornoโ. E la privacy? โtutti dicono che in Cina le realtร non si conosce davvero perchรฉ c’รจ un regime: io vivo qui da 13 anni, non ho questa sensazione, al contrario mi sento sicuro, e dico che questo monitoraggio serve, si fa quel che si deve senza possibilitร di deroga alle regole, le persone sono responsabili. Eโ conclude โnon dico che sia scomparso del tutto il virus, ma grazie a questo approccio si vive quasi normalmenteโ.
In uno luogo in cui transitano migliaia di persone al giorno, il controllo tempestivo e l’isolamento di potenziali focolai รจ fondamentale โla quarantena รจ obbligatoria, esistono anche strutture apposite e gratuite per passare il periodo di isolamentoโ.
La sala di Bottega Pechino
A Pechino da 7 anni, Daniele Salvo oggi ha 6 ristoranti di cui 2 aperti negli ultimi tre mesi. โIl primo รจ stato nel 2014, Bottega, un ristorante pizzeria con piatti napoletani di tradizione come rigatoni alla genovese e frittatina di maccheroniโ. Nel 2016 il secondo, e poi da lรฌ ha differenziato la proposta con un ristorante messicano, uno giapponese e gli ultimi due – ad agosto e a ottobre – di cucina romana, Forno. โAprire un nuovo ristorante in questi ultimi mesi รจ stato diverso, c’รจ piรน ansia, gli investimenti non si fanno certo a cuor leggero in una situazione delicata come quella attuale, ma per il resto รจ stato come prima: stesse regole, stesse cose da fareโ.
Per la strada si incontra ancora qualcuno con la mascherina โma qui la indossavano anche prima, anche per un semplice raffreddore. Ormaiโ commenta โรจ parte della culturaโ. In alcuni luoghi pubblici, qui come a Shanghai, ci sono ancora delle regole, โper esempio in banca o alla posta, controllano la temperatura e bisogna avere la mascheraโ, ma la situazione complessiva sembra essersi normalizzata. โCerto, abbiamo ancora i consueti dispositivi di protezione e facciamo attenzione alle persone quando entrano ed escono dai ristoranti, ma รจ tuttoโ. Ben diverso da qualche mese fa, quando gli accertamenti erano costanti: โessendo la capitale c’erano molti piรน controlli, veniva la polizia a verificare se tutti indossavamo le protezioni obbligatorie e a contare il numero di clientiโ.
Bottega a Pechino
โA Pechino obblighi severi non ci sono mai stati, neanche primaโ racconta. โA gennaio abbiamo chiuso per una settimana per il capodanno cinese, poi non c’รจ stata nessun divieto, a parte un limite di capienza del 50% dei coperti abituali. Ma adesso non รจ piรน cosรฌโ. Ma allora รจ andato tutto bene? โNo, i primi due o tre mesi sono stati drammatici, perchรฉ anche se non c’era nessun divieto, la maggior parte della gente non usciva di casaโ. E allora cosa รจ successo? โAbbiamo sfruttato quel periodo per rafforzare le aree in cui eravamo piรน deboli in alcuni ristoranti: standard, marketing eccetera. Ma comunque non era tutto fermo: qualcuno usciva, e noi facevamo un po’ di cassa. E poiโ aggiunge โabbiamo avuto delle agevolazioni dai proprietari dei localiโ. Nessun fondo statale, invece.
Forno a Pechino
Il controllo per chi arriva continua ancora oggi, ma le frontiere si sono riaperte, con test all’arrivo e l’obbligo di quarantena โsi viene scortati in strutture dove si sta per 2 settimane, a spese proprieโ, per impedire il contagio di ritorno. โI focolai interni sono stati spenti, ma qui รจ piรน facile: c’รจ piรน responsabilitร , le persone rispettano le regole. Ora si devono evitare nuovi casi da fuoriโ. Non solo. โSe in un volo almeno 5 positivi quella tratta viene bloccata per 2 settimane, se i positivi sono almeno 9, la tratta viene bloccata per un meseโ.
La pandemia non รจ passata senza danni nelle megalopoli del Paese del Dragone, dove la competizione รจ feroce: molte attivitร commerciali hanno chiuso, o hanno dovuto fare di tagli, ma chi รจ sopravvissuto ne รจ uscito piรน forte. In giro ristoranti e centri commerciali sono pieni. โPassata la tempesta il business รจ cresciuto: eravamo giร in attivo, ma ora ancora di piรนโ.
a cura di Antonella De Santis
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