Gli abitanti di North Ronaldsay sono 50. La chiave della loro economia dipende da un muretto a secco: è l’antico Sheep Dyke of North Ronaldsay, una costruzione di oltre duecento anni, lunga 12 miglia, essenziale per la sopravvivenza della pecora autoctona, considerata tra le più pregiate al mondo grazie alla sua dieta di sole alghe.
Un muretto a secco per preservare la pecora autoctona
Mantenere il muretto è lavoro duro, così come preservare la purezza di questa pecora confinata sulla spiaggia. Le tempeste e i venti battono le coste scozzesi dell’arcipelago delle Orcadi, tra Faroe e Shetland, danneggiandolo e costringendo la popolazione a ricostruirlo ed evitare che i capi si incrocino con altri ovini.
La comunità, sempre più anziana, per tutelare questa costruzione e custodire il fragile equilibrio economico basato sulla vendita della lana e delle carni dei montoni, nel 2016 ha arruolato volontari da tutto il mondo con lo Sheep North Ronaldsay Festival.
Il bando per assegnare l’incarico di Sheep Dyke Warden
E recentemente ha indetto un bando pubblico per l’assegnazione dell’incarico di Sheep Dyke Warden. Le candidature possono essere inviate al North Ronaldsay Trust entro il 9 agosto.
I requisiti
Buona salute, capacità comunicative e di coordinamento sono i tre elementi chiave per essere selezionati: “É un duro lavoro", commenta John Scott, chair of the North Ronaldsay Trust "Data la natura unica del muretto, non siamo alla ricerca di qualcuno che abbia esperienza, ma piuttosto possa acquisire le abilità necessarie rapidamente, mostrando la volontà di rimboccarsi le maniche contribuendo alla vita della comunità e alla promozione di questa razza”.
I termini del contratto da sheep dyke warden
Lo sheep dyke warden, che dovrà lavorare 35 ore alla settimana per un salario annuale di 21.840 sterline, avrà garantito un contratto di tre anni e sarà molto più di un pastore, quasi un manager: dovrà coordinare le attività legate alla promozione, accogliere i turisti, coordinare i volontari che arrivano durante il festival, gestire le pecore insieme alla comunità dell’isola per trasformare questa rarità in un fattore di sviluppo economico.
L’economia locale cambia, la pecora neolitica resta
La North Ronaldsay, oggi Presidio Slow Food, un tempo era la sola a vivere sulle isole Orcadi: il Rare Breeds Survival Trust (ente benefico per la conservazione il cui scopo è quello di garantire la sopravvivenza delle risorse genetiche animali native del Regno Unito) ha dimostrato che questa pecora è sopravvissuta senza cambiamenti fin dal Neolitico.
A testimoniare la sua millenaria presenza è William Miur, allevatore di terza generazione, oggi tra i pochi impegnati nella vendita delle sue carni. “Le pecore di North Ronaldsay sono governate dal sole e dalla luna” racconta, “quando le maree sono basse vanno sulle spiagge e si nutrono di alghe e quando sono alte ritornano verso il dyke”.
L’importanza che rappresenta nell’economica locale è legata a una serie di scelte politiche fatte agli inizi dell’Ottocento, quando furono importate altre razze più redditizie come la Cheviot e Leicester e si cominciò a strutturare un sistema agricolo moderno e nuovi metodi di gestione delle aree insulari.
Sulle altre isole dell’arcipelago questa razza non sopravvisse perché si incrociò con altri esemplari, cosa che non avvenne a North Ronaldsay dove fu costruito un muretto a secco che le confinò sulla costa.
I circa duemila capi oggi presenti, registrati secondo la legge europea, vivono liberi e sono gestiti attraverso un sistema agricolo che coinvolge l'intera comunità impegnata ad occuparsi del bestiame almeno in tre occasioni all’anno: durante la tosatura di luglio, a Capodanno per la vendita e in febbraio per il censimento.
Una carne così pregiata da meritare l’attenzione della Regina
Quanti sono gli chef al mondo che cucinano il montone di North Ronaldsay? Pochissimi, sostiene Cyrus Todiwala del Café Spice Namasté di Londra (Bib Gourmand secondo la Michelin) che considera le carni di questa razza tra le più interessanti in circolazione, nonché tra le più proibitive: parliamo di circa 40 sterline al chilo.
La ragione non è da cercare solo nell’unicità del sapore, ma anche nella poca disponibilità di capi, nelle loro dimensioni contenute e nella crescita più lenta degli agnelli. Stiamo parlando di un carne che per gli esperti è così preziosa da essere paragonata a caviale e tartufo.
“Le pecore di North Ronaldsay non sono addomesticate e per questo hanno uno straordinario sapore di selvaggina”. Racconta lo chef Todiwala. “Sono esemplari rari e tutelati e se ne possono abbattere solo pochi capi all’anno. La loro dieta è a base esclusivamente di alghe: le carni, che profumano di mare, presentano una concentrazione di vitamine uniche e sali minerali, come iodio e potassio”.
Servita come piatto principale durante il Diamond Jubilee celebrations in onore di sua Maestà la Regina Elisabetta e il Duca di Edimburgo, la carne, tradizionalmente bollita, si presta a cotture lunghissime, soprattutto arrosto.
Questa è la tecnica preferita dagli chef Paul Doull and Roddy Belford del Foveran Restaurant di Kirkwall che la introducono nel loro menu soltanto con l’arrivo della primavera quando i montoni raggiungono la qualità migliore grazie alle alghe abbondanti e fresche che arrivano con le tempeste invernali sulle spiagge.
The North Ronaldsay Sheep Festival - dal 29 luglio al 9 agosto 2019 - North Ronaldsay, Orkney - nrsheepfestival.com
Dove assaggiare la carne di pecora North Ronaldsay
The Foveran - Kirkwall, Orkney - thefoveran.com
The Creel - Kirkwall, Orkney - thecreel.co.uk
The Lighthouse Café - North Ronaldsay, Orkney
Café Spice Namasté – London - cafespice.co.uk
a cura di Arianna Gandolfi