Turismo dell’olio. I viaggiatori italiani sono sempre più interessati, ma mancano proposte adeguate

1 Dic 2019, 15:00 | a cura di
Il rapporto sulla Valorizzazione del turismo dell’olio, primo nel suo genere, stilato dalla professoressa Roberta Garibaldi, evidenzia l’interesse degli italiani per le esperienze a tema oleario. Cosa cercano? Coinvolgimento, cultura, carta degli oli al ristorante. Manca ancora una proposta adeguata.

L’importanza del turismo enogastronomico in Italia

Turismo enogastronomico e come implementarlo. Che i prodotti della terra e le tradizioni gastronomiche peculiari di ogni territorio italiano siano un potenziale attrattore per i visitatori in cerca di esperienze autentiche e coinvolgenti è ormai dato certo, e ribadito. Non a caso, i primi mesi del 2019 hanno visto la ratifica di un decreto in materia di enoturismo (2779/marzo 2019), che abbiamo scelto di premiare come miglior provvedimento legislativo dell’anno nella nostra Best of the Year (la trovate in edicola, sul mensile di dicembre), in quanto primo tentativo concreto di normare un settore in crescita, che di fatto traina il turismo a tema enogastronomico, specie in quelle regioni d’Italia famose in tutto il mondo per la loro tradizione vinicola. Diverso è il caso dell’olio, materia ancora di nicchia, nonostante tutta la Penisola sia terreno fertile per tramandare la cultura olearia, grazie a numerose realtà che lavorano con qualità.

Il turismo dell’olio. La prima indagine di settore

La prima indagine di settore sul “turismo dell’olio”, condotta dalla professoressa Roberta Garibaldi in occasione del venticinquesimo anniversario dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio rivela però che il quadro sta cambiando. La relazione presentata a Siena, infatti, evidenzia nel dettaglio le potenzialità del turismo legato alle produzioni olivicole. Oggi i turisti chiedono di vivere un’esperienza, e l’olio può diventare un tema ideale: “Se è abbastanza scontato l’interesse dei turisti ad abbinare alla visita l’acquisto di prodotti aziendali a prezzi interessanti, assistere alla produzione dell’olio e partecipare alle tradizionali degustazioni o visite guidate, analogamente a quanto già avviene per il vino, si rileva un forte interesse per un range diversificato di esperienze”, spiega il rapporto. Lo dimostra anche il successo degli eventi organizzati dalle Città dell’Olio nel tempo, da Girolio alla Camminata tra gli Olivi.

Viaggiare per scoprire l’olio. Esperienza, cultura, carta degli oli

Cosa chiedono i viaggiatori? Di partecipare attivamente. Al 61% di loro piacerebbe partecipare alla raccolta delle olive e produrre il proprio olio. Seguono nelle preferenze le attività artistiche negli uliveti (41%), la possibilità di scoprire gli aneddoti dell’azienda e del territorio dove essa opera (64%), l’opportunità di conoscere e interagire direttamente con il proprietario (57%).

“La degustazione si conferma un elemento di grande attrattiva per questi turisti, ma con un forte interesse a una esperienza più completa: infatti il 79% vorrebbe poterla abbinare a piatti e specialità del luogo, il 69% vorrebbe vivere esperienze culinarie negli uliveti. Un forte apprezzamento è espresso verso i frantoi storici (76%) e le distese di ulivi secolari (70%)”, prosegue la ricerca. La maggior parte di loro sono Boomers, persone di età matura che privilegiano questo tipo di esperienza turistica in misura decisamente maggiore rispetto alle fasce di età più giovani.

La cultura dell’olio a tavola e al museo. Bisogna lavorare

Direttamente correlata è la crescente curiosità per la cultura dell’olio a tavola: sempre più numerosi sono i clienti che vorrebbero trovare una carta degli oli al ristorante, ed essere guidati da personale esperto nell’abbinamento con i piatti. E sempre a proposito di cultura, al 49% degli intervistati piacerebbe poter visitare un Museo dell’olio. In questo contesto, si rivela fondamentale pianificare azioni integrate, a partire dalla formazione di operatori turistici in grado di veicolare queste tematiche e condurre i visitatori alla scoperta delle realtà olearie di qualità. Tanto più che il 55% dei turisti interessato alle esperienze a tema olio non ha mai avuto modo di parteciparvi nel corso dei suoi viaggi in Italia, per mancanza di informazioni adeguate a riguardo. Ciò evidenzia due problematiche: la difficoltà a comunicare e promuovere l’offerta; e, caso peggiore, la scarsità di proposte a tema olio realmente seducenti e appetibili per il pubblico. E un miglioramento reale deve partire dall’unione delle forze, in collaborazione con le attività ricettive e di ristorazione del territorio, e attraverso un lavoro integrato con i poli culturali locali.

 

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