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Guerra commerciale

"Dazi Usa? Le conseguenze saranno devastanti per il vino italiano". Il mondo delle cooperative striglia la politica italiana

Il responsabile del settore vino Luca Rigotti, in audizione in Parlamento, ha messo in guardia dai rischi e ha chiesto più flessibilità e diplomazia

  • 21 Maggio, 2025

Luca Rigotti striglia la politica nazionale nella sua audizione alla Commissione agricoltura della Camera. Il presidente del settore vino di Fedagripesca Confcooperative ha lanciato un chiaro allarme sul mercato americano e chiesto alle istituzioni uno sforzo per venire incontro alle esigenze delle imprese. «Se i dazi alle esportazioni di vino al 10% negli Stati Uniti venissero confermati dall’amministrazione Trump, gli impatti nel medio e lungo temine per le cantine italiane sarebbero devastanti», ha detto Rigotti, sottolineando che, secondo le stime di Confcooperative, ad oggi l’Italia perderebbe «tra l’8% e il 12% dei volumi esportati, fino a 190 milioni di euro in valore».

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Luca Rigotti

Il rischio dei contro-dazi Ue verso gli States

Rigotti, intervenuto mercoledì 20 maggio in Parlamento, assieme ad Agci-Agrital e Legacoop Agroalimentare, in rappresentanza delle cantine sociali, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle prospettive del settore vitivinicolo, ha chiesto un’azione diplomatica forte, basata su un dialogo «costruttivo che stemperi le tensioni».

Importante, secondo il sindacato cooperativo, che il vino e gli altri alcolici statunitensi non siano compresi nella black list della Commissione Ue, che sta mettendo in piedi le contromisure ai dazi Usa. «Il mercato americano – ha ricordato Rigotti – rimane il principale per l’export di vino italiano» (nel 2024 è di 1,94 miliardi di euro il giro d’affari, con +10,2% sul 2023).

Più flessibilità per far fronte ai problemi in Usa

Dove agire, secondo Rigotti? La richiesta è quella di «maggiori deroghe e flessibilità rispetto alla misura Ocm Vino promozione Paesi terzi», che il Masaf ha annunciato pochi giorni fa per la campagna 2025/2026. Fedagripesca Confcooperative chiede, in particolare, più fondi per la promozione del vino europeo nel mercato Usa, una flessibilità amministrativa per rimodulare i progetti nel caso in cui il mercato americano diventasse effettivamente proibitivo per la commercializzazione dei vini europei ma anche il superamento definitivo del limite dei 5 anni per le campagne di informazione e promozione dei vini nei mercati dei Paesi extra-Ue.

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