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Wine Spectator incorona 6 ristoranti italiani, new entries a Roma e Cortona

Sei ristoranti al top e 58 premi (tra cui ben sei new entry): così l'Italia si conferma un'eccellenza nei Restaurant Awards 2025 di Wine Spectator

  • 26 Giugno, 2025

Cucina e vino, binomio imprescindibile. Lo sanno bene gli italiani, che di questo legame hanno fatto cultura, esperienza e stile di vita. Se oggi le abitudini di consumo si stanno diversificando – complici nuove tendenze che vedono affacciarsi in tavola birre artigianali, cocktail d’autore e pairing analcolici – nella ristorazione di alto profilo il vino continua a rappresentare un pilastro irrinunciabile. Un elemento narrativo, territoriale e identitario. E quando una carta dei vini sa essere davvero esemplare, capace di spaziare per profondità di annate, valore delle etichette, varietà e coerenza con la cucina proposta, arriva anche il riconoscimento più ambito: quello dei Restaurant Awards di Wine Spectator, la storica rivista statunitense che dal 1981 valuta le migliori wine list del mondo.

In apertura Barbara Werley, wine director di Nuri Steakhouse a Dallas (foto Kayla-Enright/winespectator)

Un palmarès da record

Nell’edizione 2025 sono stati 3.811 i ristoranti premiati a livello globale, suddivisi in tre categorie crescenti: Award of Excellence (2.010 vincitori), Best of Award of Excellence (1.704) e Grand Award, la più prestigiosa, attribuita solo a 97 insegne internazionali. Con 111 nuovi ingressi in totale rispetto all’anno precedente, l’Italia conferma la sua posizione d’élite con 58 ristoranti premiati, di cui sei nella massima categoria, a testimonianza della solidità e del valore della proposta enologica nel fine dining tricolore.

I sei “Grand Award” italiani

Nessuna nuova entrata quest’anno tra i Grand Award italiani, ma la riconferma – pienamente meritata – di sei ristoranti che da anni rappresentano il meglio del vino in tavola:

Enoteca Pinchiorri (Firenze): una delle cantine più straordinarie del pianeta, con oltre 80.000 bottiglie, frutto della visione di Giorgio Pinchiorri e Annie Féolde, insieme al sommelier Alessandro Tomberli.

La Pergola – Rome Cavalieri (Roma): il tristellato guidato da Heinz Beck, con la regia enologica di Marco Reitano.

Ristorante Cracco (Milano): nella magnifica cornice della Galleria Vittorio Emanuele, con la firma di Gianluca Sanso sulla carta dei vini.

La Ciau del Tornavento (Treiso): regno dello chef Maurilio Garola, con oltre 65.000 bottiglie e 5.400 etichette da tutto il mondo.

Antica Bottega del Vino (Verona): tempio storico dell’Amarone e della grande tradizione veneta, proprietà delle Famiglie Storiche, gestita da Luca Nicolis.

Il Poeta Contadino (Alberobello): 3.300 etichette da ogni angolo del mondo per una cantina raffinata e profonda, costruita da Leonardo Marco.

Le riconferme e le nuove eccellenze

Sei i ristoranti italiani premiati nella categoria “Grand Award”, ma altrettanto significative sono le nuove conquiste e le conferme tra i “Best of Award of Excellence”. In particolare, due insegne entrate nel 2024 e riconfermate quest’anno dimostrano una crescita stabile e strutturata:

Cannavacciuolo Le Cattedrali (Asti): all’interno del luxury relais Le Cattedrali by Cannavacciuolo con il resident chef Gianluca Renzi.

Osteria del Viandante (Rubiera): raffinata e coerente nella proposta, grazie anche al lavoro del sommelier Mauro Rizzi.

A queste due si aggiungono otto nuove realtà che entrano per la prima volta tra i “Best of”:

Acquolina Ristorante (Roma): Daniele Lippi in cucina, Benito Cascone come Restaurant Manager e Francesco Aldieri come wine director.

Gli Affreschi (Cortona): all’interno del Monastero di Cortona Hotel & Spa, con la guida di Ivan Rizzo, Taziana Lai e lo chef Michele Ricci.

Gucci Osteria da Massimo Bottura (Firenze): boutique restaurant internazionale nella scenografica Piazza della Signoria.

La Sosta del Gusto (Pontassieve): un indirizzo di riferimento per gli appassionati, con la cura del wine director Maurizio Tafani.

Ristorante LeBolle (Stresa): affacciato sul Lago Maggiore, raffinato ed elegante.

Ristorante Salice Blu (Bellagio): lo chef Luigi Gandola è anche wine director, in un connubio di gusto e tecnica.

Tomkat (Lucca): la filosofia contemporanea di Pier Giulio Alessandro Bendinelli e Leonardo Attilieni.

Tuya Milano (Milano): tra spirito cosmopolita e anima milanese, guidato da Tamas Mikula con i sommelier Francesco Pagani e Daniele Mora.

Vino e ristorazione: un orgoglio italiano

Il successo italiano ai Wine Spectator Restaurant Awards 2025 conferma l’eccellenza delle nostre tavole non solo in cucina, ma anche in cantina. Un risultato che premia investimenti, competenze, e la capacità – tutta italiana – di far dialogare territorio e internazionalità, memoria e innovazione. Un traguardo che è anche stimolo per continuare a migliorare, con sempre maggiore attenzione alla cultura del vino, alla formazione dei sommelier, e all’esperienza complessiva del cliente.
Per un confronto internazionale, se l’Italia ha ottenuto 58 riconoscimenti, di cui 6 nella categoria più prestigiosa, il “Grand Award”, la Francia ha visto 4 ristoranti premiati con il “Grand Award” nel 2025: Le Taillevent (Parigi), La Tour d’Argent (Parigi), Epicure (Le Bristol Paris), Le Bistro de l’Hôtel (Beaune). Gli Stati Uniti continuano a dominare la scena con oltre 2.000 ristoranti premiati complessivamente, distribuiti in tutte le categorie. In particolare, più di 70 ristoranti statunitensi hanno ricevuto il “Grand Award” nel 2025. Sono dati che evidenziano la forte presenza degli Stati Uniti nei Wine Spectator Restaurant Awards, sia in termini di quantità che di riconoscimenti di alto livello. E l’Italia, pur con numeri inferiori, mantiene una posizione di rilievo grazie alla qualità e alla profondità delle sue carte dei vini.

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