A vendemmia in corso, l’Icqrf pubblica un bollettino delle giacenze che fa riflettere. E che interessa soprattutto i vini rossi Dop, la categoria che più di ogni altra sta soffrendo la difficile congiuntura di mercato, provocata da inflazione, calo delle vendite e nuove abitudini dei consumatori. Mentre in cantina arrivano i vini nuovi e i mosti della raccolta 2024, che Ismea, Uiv e Assoenologi hanno stimato intorno a 41 milioni di ettolitri, nella pancia dell’Italia risultano presenti, al 30 settembre 2024, circa 35,7 milioni di ettolitri di vino, a cui bisogna aggiungere 8,2 milioni di ettolitri di mosti e 3,4 milioni di ettolitri di vini nuovi ancora in fermentazione, frutto del raccolto 2024. Complessivamente, secondo i dati di Cantina Italia, rispetto a un anno prima le giacenze dei vini sono in diminuzione del 7,2%, a fronte di un prevedibile incremento dei mosti (+27,1%) e dei vini nuovi ancora in fermentazione (+56,9%), anche alla luce di una vendemmia scarsa come quella del 2023.
Quello che salta all’occhio, come si diceva, è la staticità nei numeri dello zoccolo duro dei vini rossi Dop custoditi nelle cantine italiane. La categoria, rispetto a settembre 2023, non solo non decresce ma addirittura presenta un lieve incremento dello 0,2 per cento. I 12,8 milioni di ettolitri, oltre a formare la fetta più grande, quasi un terzo, delle giacenze dei vini italiani, stanno a dimostrare che non c’è stata ancora l’attesa svolta. Il loro peso sulla torta del vino nazionale è aumentato da luglio a settembre, passando dal 30,4% al 32,2 per cento. Tale tendenza si evidenzia in un quadro che vede diminuire le altre categorie: i bianchi Dop (-2,9% a 9,4 mln di ettolitri) ma anche i vini Igp sia bianchi (-6% a 3,37 mln/hl), sia rosati (-5,8% a 413mila/hl) sia rossi (-12,6% a 6,6 mln/hl). In deciso calo anche le giacenze dei vini da tavola, passati da 7,4 a 5,8 mln/hl (-21,3 per cento), con una quota complessiva di quasi il 15 per cento. Per di più, se si confronta il dato di settembre 2024 con quello di luglio 2024, si registra addirittura un sensibile incremento dei volumi in stock dei Rossi Dop del 6,3%, a fronte di una flessione sia per i Dop bianchi (-3,2%) sia per i Dop rosati (-1,4 per cento).
Lo stallo dei Rossi Dop è parzialmente testimoniato anche dalla tipologia delle indicazioni geografiche registrate nella banca dati Icqrf, che riunisce le informazioni di circa 23mila registri telematici. Oltre al Prosecco Doc, infatti, nelle prime dieci posizioni sono presenti diverse denominazioni rossiste: dal Valpolicella Ripasso (che ha guadagnato posizioni rispetto a luglio) all’Igt Toscana, dal Chianti Docg al Montepulciano d’Abruzzo Doc.
Il 60,9% del vino in Italia è detenuto nelle regioni del Nord. Nel solo Veneto è presente il 27,8% del vino nazionale, soprattutto grazie al significativo contributo delle giacenze delle province di Verona (11,6%, con 3,1 milioni di ettolitri a Dop) e Treviso (9,9%, con 2,7 milioni di ettolitri a Dop), seguite dalle province di Trento (1,75 mln/hl), Cuneo (1,6 mln/hl), Siena (1,57 mln/hl), Firenze (0,75 mln/hl) e Chieti (0,68 milioni di ettolitri di vino Dop in stock).
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