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Tre bicchieri

Il difficile 2023 del Barolo Giuseppe Mascarello nelle aste internazionali

Il celebre vino prodotto a Castiglione Falletto ha faticato nel mercato dei fine wine dello scorso anno. La perdita del 15% del valore è stata accentuata da un 2024 altrettanto complicato

  • 13 Giugno, 2024

Mauro Mascarello, produttore dei vini presi in esame questa settimana, appartiene a una famiglia di vignaioli la cui storia è strettamente intrecciata da un secolo e mezzo a quella del Barolo: la sua azienda è stata fondata nel 1881 dal bisnonno, Giuseppe Mascarello, che le ha dato il suo nome. E questo nome è rimasto immutato per tre generazioni, in omaggio a quel bisavolo che a 51 anni, per mettersi in proprio a produrre Barolo, aveva lasciato la conduzione della Cascina Manescotto di La Morra, che aveva gestito per molti anni vinificando Barolo per conto della marchesa Giulia Colbert Falletti di Barolo, di cui era massaro.

La nascita del Barolo Giuseppe Mascarello

Fu però Maurizio, suo figlio, ad acquistare nel 1904 l’appezzamento in regione Monprivato, nel cui vigneto nasce da allora il Barolo firmato Giuseppe Mascarello: un grande, autentico, cru situato nel territorio comunale di Castiglione Falletto. Ed è in memoria di tutto ciò che la Riserva è stata denominata Ca’ d’ Morissio: Casa di Maurizio. Era così chiamata la cascina, al centro dell’appezzamento, in cui realizzava il suo Barolo.

L’andamento nelle aste in un difficile 2023-24

Le aste del 2023, ma soprattutto quelle di quest’anno, non hanno risparmiato l’etichetta Giuseppe Mascarello dalla tendenza al ribasso delle quotazioni che ha decurtato tutti i listini. Complessivamente, le 15 annate analizzate in tabella hanno perso il 15 per cento del loro valore rispetto al 2022. Ma non è andata a tutte allo stesso modo: le quattro bottiglie di Ca’ d’ Morissio sono state deprezzate del 13%, mentre le 11 di Monprivato sono diminuite del 24 per cento.

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<<<< Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.

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