In un’ intervista a Luigi Cataldi Madonna, storico produttore di vino in Abruzzo, chiedemmo se il vitigno pecorino fosse abruzzese o marchigiano. Ci rispose “chissร se prima o poi si troverร una risposta, io nel frattempo sto facendo una ricerca genetica”. Perchรฉ il dibattito che si รจ creato attorno a questo vitigno centro-italico รจ proprio relativo alla sua provenienza geografica; solo quella viene messa in discussione ormai perchรฉ invece, per quanto riguarda i risultati, ormai sono sotto gli occhi di tutti tanto l’elevata qualitร media, quanto i picchi d’eccellenza.
La vulgata vuole che la riscoperta del vitigno si debba a Guido Cocci Grifoni, produttore marchigiano, che intorno agli anni ’80 andรฒ alla ricerca di un vitigno autoctono di cui aveva trovato tracce su alcune testimonianze bibliografiche. L’indagine lo condusse ad Arquata del Tronto, un piccolo borgo a ridosso del monte Vettore, in una zona che segna il confine tra Lazio, Marche e Abruzzo, a 1000 metri sul livello del mare, in un piccolo vigneto semiabbandonato. Ma รจ altrettanto vero che il primo a scrivere “pecorino” su un’etichetta รจ stato proprio Luigi Cataldi Madonna in Abruzzo, che impiantรฒ, nel 1990, le marze del vitigno a Ofena, quartier generale della sua cantina.
Da qui in poi, parte una storia di successo. L’uva, che era stata abbandonata per la sua scarsa produttivitร , oggi costituisce un’enorme fonte di ricchezza tanto per la viticoltura del Piceno quanto per quella abruzzese. Il vitigno ha carattere montano, non disdegna le esposizioni nord e le annate fresche, รจ capace di concentrare zuccheri (soprattutto quando con i vigneti si scende di quota e ci si avvicina al mare), dando strutture imponenti, a volte anche troppo opulente, tuttavia mitigate da aciditร e da sapiditร . I vini che vengono prodotti col pecorino godono, nelle migliori versioni, di ricchezza aromatica e gustativa, corroborante aciditร e capacitร di invecchiamento.
Per quanto riguarda le versioni marchigiane, ecco alcuni consigli, mentre qui ci rivolgiamo solo alle etichette abruzzesi, come al solito sono vini recensiti nella guida Berebene 2024 di Gambero Rosso con valutazioni superiori a 90 centesimi e che costano meno di 20 euro.
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