Punteggiata di sfide impossibili, inaspettate battute d’arresto e clamorosi trionfi, l’avventurosa parabola di Enzo Ferrari รจ un incredibile altalena di successi e momenti cupi. A scandire le giornate e gli incontri, la tavola, un balsamo che leniva le preoccupazioni, ma anche un palco, dove esercitava un ruolo di primo piano, una propaggine del suo ufficio, dove riceveva grandi clienti, giornalisti, piloti e fidati collaboratori, per acquisire informazioni, valutare gli interlocutori, definire strategie e prendere decisioni.
Si intitola “Le mie gioie terribili”, il volume biografico che Ferrari pubblicรฒ nel 1962 e descrive bene quanto sia stata piena di insidie la sua ascesa, ma ci rivela anche la sua caparbietร , un grande imprenditore, risoluto, inflessibile, con un carattere forgiato dalle avversitร , capace di conquistare podi irraggiungibili, ma sempre vicino ai suoi quando ce n’era davvero bisogno. Un italiano famoso nel mondo come pochi altri, profondamente legato al suo territorio, che ci rivela un inedito lato umano di sรจ. ยซHai preparato il menu?ยป: era la domanda che Franco Gozzi โ segretario storico di Enzo Ferrari dal 1961, licenziato e riassunto piรน volte โ si sentiva rivolgere dal Drake, durante i preparativi per lโorganizzazione di una cena, indetta per celebrare un successo o una ricorrenza. Enzo Ferrari dava grande importanza a quel cartoncino con la distinta dei vini e delle portate, affermando che rappresentasse per lโospite una sorta di esclusivo diploma di partecipazione allโevento e talvolta che fosse piรน importante della cena stessa. Aveva fatto propria, questa consuetudine, ispirandosi al pilota Antonio Ascari, che aveva conosciuto a Milano nel 1920 e per lui era stato fondamentale. Il pilota iridato dellโAlfa Romeo, morto nel 1925 al Gran Premio di Francia, ogni cena che organizzava, faceva stampare un menu, con il medesimo frontespizio e un tondino con il suo volto riprodotto.
La tavola scandisce come un orologio la vita e la carriera di Enzo Ferrari. A tavola si prende una pausa, discute, decide, sigla contratti, festeggia, mentre i reali di mezza Europa, gli industriali piรน affermati, attori e registi famosi, che hanno raggiunto lo status, vengono a Maranello perchรฉ vogliono acquistare le rosse da lui e immancabilmente si va a pranzo. Tantissimi gli incontri del Drake, ma alcuni rimarranno scolpiti nella storia del Cavallino, come la cena con Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, al ristorante Fini di Modena; i pranzi alla Nunziadeina della famiglia Mattioli a Cittanova, con il ‘menu delle Tre T’ (tagliatelle, tortellini, tortelloni); da Oreste, per i tortellini, dove poteva capitare di incontrare Orsi proprietario della Maserati, competitor di quegli anni.
I pranzi nella Pista di Fiorano, con la cucina della Pina, la piรน privata delle tavole, lโunica dove Ferrari si metteva in maniche di camicia, mettendo a sedere gli Agnelli, Maramotti, Ugo Tognazzi, Pietro Barilla. E ancora i cannelloni di Benuzzi al Ponte di SantโAmbrogio, sul tracciato della Millemiglia, dove si potevano avere importanti informazioni sulle condizioni del percorso. Il carrello dei bolliti del ristorante Bianca, unโinsegna che anche dopo la dipartita dellโIngegnere, continuerร ad ospitare il mondo Ferrari. Lโincontro con Paul Newman, che dopo una lunga chiacchierata non porterร mai a cena, cosa rara per Ferrari, e si concluderร con un tรจ caldo. I pranzi con gli amici del sabato, nei soliti ristoranti che disponevano di una saletta riservata, se i due medici davano parere positivo.
E ancora, la visita a Maranello del Presidente della Repubblica Sandro Pertini il 30 maggio 1983, fino all’ultimo compleanno, quello dei 90 anni, il 18 febbraio del 1988, che il Drake volle caparbiamente festeggiare con gli oltre 1700 dipendenti all’interno della Ferrari a Maranello, riuscendo a fare smontare una linea di produzione.
L’enorme torta di compleanno foggiata come uno scudetto Ferrari (photo courtesy Giorgio Nocca)
Una “colazione” – come volle far scrivere nel menu Enzo Ferrari – voluta fortemente per festeggiare i 90 anni insieme a tutti i suoi dipendenti ed entrata nella storia della Ferrari, al pari di un campionato del mondo. Ma come andรฒ quella giornata? Lo abbiamo chiesto ad Antonio Pettinato, chef del ristorante Cavallino, che curรฒ la sequenza dei piatti del grande evento organizzato dalla Mario Neri spa, catering di fiducia dellโIngegnere.
ยซEro stato assunto 4 anni prima da Beppe Neri, per seguire la cucina del ristorante Cavallino, insieme alla mia fidanzata Annamaria che venne destinata in sala. Venivo dal Grand Hotel di Rimini e il locale di Maranello era stato appena ristrutturato, iniziarono una serie di cene con gli amici di Enzo Ferrari per provare la cucina, e quando ci sentimmo pronti venne inaugurato il locale, con un grande evento al quale vennero invitati tutti i concessionari Ferrari del mondoยป.
Quattro anni pieni, nei quali si videro ai tavoli del Cavallino di Maranello piloti famosi, giornalisti di grido, personalitร della vita pubblica e della politica. Quando cโerano i gp di Imola e Monza, venivano tutti a trovarlo, venne anche Ayrton Senna, dopo il Gran Premio del Belgio, per discutere di un possibile ingaggio. ยซSi tenne al Cavallino anche lโincontro con le scuderie della Formula Uno, chiamato Patto della Concordia, poi si cominciรฒ a parlare del 90ยฐ compleanno di Ferrari, che avrebbe avuto luogo il 18 febbraio 1988, un evento di una certa complessitร , con un elevato numero di invitati, a cui lโIngegnere teneva molto, che ci impegnรฒ per diverse settimaneยป.
Per il pranzo dei suoi novantโanni, Ferrari, riuscรฌ con non poche difficoltร a fare apparecchiare allโinterno dello stabilimento, dove cโera la linea della F40 in un momento in cui la produzione era ferma, smontarono e rimontarono a tempo di record, fecero tutto in 24 ore, lavorando di notte. ยซVenimmo ad allestire alle 6 di mattina โ ricorda Giorgio Nocco, che diventerร il maitre storico della Mario Neri Catering โ volevamo che tutto fosse perfetto e quando lโIngegnere arrivรฒ fu emozionante. Ripenso a quei momenti nei quali lo vedemmo entrare in quel luogo che aveva creato dal nulla, in quello stabilimento, che era piรน rosso del solito, con la moquettes color porpora che rivestiva il pavimento e i tavoli con le tovaglie di fiandra gialle e tutti i suoi collaboratori ad aspettarlo. Credo sia stato toccante anche per lui. LโIngegnere entrรฒ insieme al figlio Piero, al segretario particolare Franco Gozzi, allโIngegner Razelli e ai due autisti, subito salutati da un grande applauso, la mise en place era distribuita su diverse tavolate da 12-14 persone a lisca di pesce e poi cโera il tavolo rotondo di Enzo Ferrari, che era seguito dallo chef Antonio, da me e da Gianni Cigarini, mentre una cinquantina di camerieri erano destinati al resto della salaยป.
Il menu, che era stato approvato da Ferrari, iniziรฒ con un antipasto di prosciutto, salame, ciccioli, mortadella, cipolline allโaceto balsamico e gnocco ingrassato del fornaio Golinelli. Come primi i tortellini del Cavallino alla panna e le lasagne alla cardinale, con strati di sfoglia, Parmigiano, besciamella e prosciutto cotto. Come secondi lo zampone di Modena con fagioloni; il nodino di vitello con purรจ e verdure al forno. I vini serviti furono: Malvasia, Lambrusco Cร berti, Spumante Martini e al termine il Nocino Il Mallo. ย Come dessert la grande torta di compleanno, a forma di scudetto Ferrari, con strati di pan di spagna, crema pasticcera, frutta fresca e panna: ยซLโimmagine di quella torta enorme per 1700 persone, da condividere con chi era stato lโartefice insieme a lui del suo successo planetario, non รจ facile da dimenticareยป, concludono Antonio e Giorgio. ยซSoffia tu!ยป chiese, e Beppe Neri lo aiutรฒ a spegnere le 90 candeline. ยซAl termine, venne consegnata a ognuno dei presenti e anche a noi che avevamo cucinato per lui, una medaglia e un modellino di Ferrari, a ricordo di quel giorno cosรฌ importanteยป.
Fu lโultimo compleanno di Enzo Ferrari e suonรฒ quasi come un presagio, il famoso costruttore verrร a mancare il 14 agosto dello stesso anno, nel giorno che gli piaceva meno, perchรฉ la fabbrica era chiusa e non aveva piรน intorno i suoi collaboratori.
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