Custode di un enorme patrimonio frutticolo
ร un luogo incantevole a pochi chilometri dal centro di Roma che, nei suoi 66 ettari, detiene un patrimonio incredibile. Fatto di albicocchi, peschi, meli, susini, noci, ciliegi, mirtilli, lamponi, uva.Un posto che non tutti conoscono (si puรฒ visitare scrivendo a [email protected]) ma che tutela un immenso capitale frutticolo grazie al lavoro quotidiano di agronomi, genetisti, biologi, chimici. Una sessantina di persone, tra ricercatori e tecnici, appartenenti al Consiglio per la ricerca in agricoltura e lโanalisi dellโeconomia agraria (Crea).
Il centro presenta un sistema di conservazione del germoplasma frutticolo: โAbbiamo in campo 25 specie e circa 5500 accessioni, cioรจ differenti varietร all'interno di queste specie da frutto, conservate in campoโ. Spiega il Direttore Davide Neri. Un esempio? Nel centro nazionale germoplasma per il melo sono presenti quasi mille varietร . โAbbiamo un'enorme disponibilitร di risorse genetiche a partire da specie naturali, poi domesticate. Ciascuna specie ha una storia di diverse migliaia di anni e di differenti luoghi di coltivazione, questo implica un numero enorme di varietร derivanti da un'unica specieโ.
Tutto questo materiale genetico viene usato dall'agricoltura? Neanche per sogno: si pensa a seguire le richieste del mercato e non certo a offrire tutta la varietร che sarebbe disponibile. Oggi la selezione di mele per il commercio vuole frutti grandi con caratteristiche di conservazione in frigo eccezionali. โNoi perรฒ custodiamo tutto - anche se per qualcuno potrebbe sembrare inutile - sia per un processo di miglioramento genetico futuro sia per far fronte a eventuali cambiamenti climatici o malattie che possono avvenire in modo imprevedibileโ. E tutto รจ a disposizione di tutti. Nel senso che ogni azienda agricola potrebbe chiedere gemme di ogni tipo per impiantarle. In barba alla storia delle โspecie scomparseโ. In realtร qui ci si accorge che nulla รจ scomparso, รจ semmai scomparsa la voglia di coltivare specie frutticole un po' piรน particolari e meno potabili per il mercato facile.
Il miglioramento genetico
Accanto alla custodia del patrimonio genetico, il centro lavora anche su processi di miglioramento genetico, volti a creare nuove variabilitร , che potrebbero sostituire le attuali. Ci sono diversi progetti di ricerca in ballo, finanziati dalla Fao o partecipati con agricoltori privati. โCi stiamo occupando, per esempio, delle pesche piatte (tabacchiere o platicarpa) nella zona di Fiumicello. Assieme agli agricoltori locali abbiamo messo a punto un progetto di rivitalizzazione del loro sistema con pesche locali, ma migliorate per far fronte alle esigenze del mercato, che vanno di pari passo al nostro stile di vita; per esempio una lunga shelf life, perchรฉ la spesa non la si fa tutti i giorni. Ciรฒ comporta una selezione diversa rispetto a quella fatta negli anni cinquanta, quando le pesche erano prodotte principalmente per il mercato locale. Una grossa rivoluzione fu l'introduzione di quelle derivanti dal miglioramento genetico americano, che avevano piรน tenuta e capacitร di resistere a conservazione frigoriferaโ.
La conservazione in frigo ha costituito una grande innovazione che ha rivoluzionato anche il panorama varietale delle mele. โNei libri di agronomia del 1800, si parla di mele invernali, come la limoncella, la fruttella, l'annurca, la gelata; le stesse descritte da Columella duemila anni fa. Erano frutti che si mantenevano fuori dal frigorifero: l'annurca veniva conservata in melaio con la paglia, e lรฌ prendeva il colore rosso che la caratterizza, la limoncella nelle grotte di alcuni paesi dell'entroterra abruzzese e molisano. Lo stesso la gelataโ. Queste mele sono state abbandonate a favore di quelle che si conservano bene in frigo. Prima fra tutte la Golden Delicious. Abbandonate dai produttori, ma non dal Centro di Frutticoltra che ne conserva le molteplici varietร .
Oggi il mercato richiede frutta senza semi
Altro progetto riguarda il melograno: โl'obiettivo รจ di creare una varietร con seme morbido o senza semiโ. ร una richiesta del mercato che comporta un cambiamento epocale, non privo di rischi. Come insegna la storia. โQuando รจ stata la volta dell'uva, per l'Italia fu una tragedia: eravamo i piรน grandi produttori di uva da tavola, la famosa uva Italia, buonissima ma con molti semi. Una volta messo in moto il meccanismo di miglioramento si sono ottenute uve senza semi, e la produzione di uva Italia รจ crollataโ. Se si parla di miglioramento genetico si deve considerare il rischio della perdita di biodiversitร e l'impatto sui mercati. La soluzione รจ non fare miglioramenti per paura delle conseguenze? Neri risponde in maniera ineccepibile: โSono convinto che un'agricoltura capace di difendere la diversitร sia un'agricoltura piรน forte. Ovviamente il Centro di Ricerca ha il dovere di comunicare al consumatore la sua necessitร di avere diversitร , anche per tutelare la sicurezza alimentareโ. Non c'รจ un nemico da combattere, ma esiste un mondo da capire, e uno da responsabilizzare e incuriosire.
A questo si aggiunge un altro problema etico: โCon l'arrivo dei frutti senza semi si trasforma anche il modo di coltivareโ. Parla della clonazione, che nel settore agricolo รจ ben tollerata. L'immaginazione va subito alla figura del contadino che con il suo coltellino innesta le gemme: โIn natura, per esempio, molte piante sono spinescenti, come il pero naturale, quello dei nostri Appennini. Basta innestare la sua gemma in un porta innesto senza spine e il gioco รจ fatto. Nei laboratori del centro, andiamo oltre: mettiamo la gemma su uno strato di agar, facendola crescere in un ambiente asettico, e da una gemma otteniamo 1.000/10.000 individui uguali nell'arco di pochi mesiโ. ร sempre miglioramento genetico. Ma entriamo cosรฌ nell'ambito degli Ogm?

Gli Organismi Geneticamente Modificati
Ci risponde il ricercatore Ignazio Verde: โPer modificare le piante l'uomo ha utilizzato nei millenni diversi strumenti di miglioramento genetico che vanno dalla semplice selezione, all'incrocio mirato fino alle moderne biotecnologie che comprendono anche gli Ogmโ. Per spiegarlo meglio ci mostra una spiga di grano: โQuesta in natura non potrebbe esistere, perchรฉ non dissemina. L'agricoltura nasce da qui, da un processo di domesticazione, ovvero dalla selezione di alcune tipologie di piante, magari con frutti piรน grandi. Il pesco attuale si pensa sia sessantaquattro volte piรน grande rispetto a quello selvatico, il pomodoro puรฒ arrivare anche a mille volte. Tutto questo รจ il risultato di 10.000 anni di selezione dei geni, nei quali l'uomo ha scelto, di volta in volta, quelli piรน utiliโ. Il miglioramento genetico, dunque, l'uomo lo fa da sempre, spesso in maniera inconscia e in tempi lunghissimi. Con la scoperta delle leggi di Mendel e, nel 1953, del DNA, cambia tutto. โGrazie a queste conoscenze possiamo intervenire in maniera rapida e precisa per modificare le piante, aumentandone la produttivitร . Per esempio si รจ passati, per il mais, da 10 a 100/150 quintali ettaro in circa un secoloโ. Questo รจ dovuto agli incroci (anch'essi no Ogm).
Gli studi sono andati avanti e ci si รจ addentrati nell'era genomica, che comprende anche gli Organismi Geneticamente Modificati. โIl primo Ogm l'hanno creato inserendo il gene umano dell'insulina in un batterio, rivoluzionando la vita dei diabeticiโ. Ma quali sono i processi per arrivare a un Ogm? โDapprima individuiamo il gene che controlla un carattere particolare (come resistenza alle malattie, colore della polpa o della buccia, piรน difficile con la produttivitร , perchรฉ non รจ determinata da un singolo gene). Poi lo isoliamo, lo preleviamo e, con la tecnica del DNA ricombinante, lo inseriamo in un altro individuoโ. ร una specie di taglia e cuci che accorcia i tempi della natura ma non รจ innaturale: โPensate che l'8% del nostro DNA ci รจ stato innestato da virus con unโoperazione di ingegneria genetica, la stessa che noi usiamo per modificare le pianteโ.
Perchรฉ gli Ogm vengono demonizzati? โPerchรฉ fin da subito sono stati associati a una multinazionale (la Monsanto) e all'utilizzo di un diserbante (Roundup). Questo รจ un errore, dovuto principalmente a una cattiva comunicazione da parte della multinazionale che, nel momento in cui ha proposto gli Ogm, lo ha fatto con eccessiva semplificazione, senza informare a dovere. In generale, poi, il consumatore, quando si parla di novitร , รจ diffidenteโ. Noi aggiungiamo il fattore โantipatiaโ che la Monsanto si porta dietro, per via dei brevetti sulle sementi Ogm. โSe avessimo impostato il lavoro in maniera piรน costruttiva, avremmo avuto molte varietร esistenti senza interessi di multinazionali dietro. Esempio: il pomodoro San Marzano praticamente non esiste piรน. Sarebbe stato possibile, con una operazione di ingegneria genetica, riuscire a coltivare lo stesso pomodoro ma resistente ai virus che attualmente lo massacranoโ. Parlando di agrobiodiversitร si dovrebbe pensare anche che si potrebbero tutelare alcuni prodotti tradizionali attraverso interventi di ingegneria genetica, ma la legislazione non lo permette e l'opinione pubblica รจ contraria.
Una volta per tutte: fanno male? โLa Comunitร Europea ha stanziato 300 milioni di euro per 130 progetti coinvolgendo circa 500 istituzioni di ricerca: fra la vasta letteratura scaturita da queste ricerche, non c'รจ un solo lavoro che dimostri la pericolositร degli Ogmโ. Eppure da quindici anni l'Italia non investe un euro nel settore delle biotecnologie. Ma acquistiamo gli Ogm dall'estero.

Curiositร a margine
Il biologico rappresenta il futuro dell'agricoltura? โL'agricoltura bio รจ un protocollo di produzione, come quella integrata, che in alcune situazioni puรฒ funzionareโ spiega Neri โnon sono in grado di ipotizzare le percentuali che potranno essere raggiunte, perรฒ una cosa รจ certa: all'interno di questa ricchezza di genotipi, di volta in volta, si puรฒ trovare il protocollo di produzione piรน adatto. L'arma vincente รจ l'elasticitร โ.
Un frutto da salvare? โNegli ultimi anni c'รจ stato un crollo nei consumi di nespole e sorbeโ.
Un frutto da raccontare? โLa fragola che mangiamo oggi. La Fragaria x ananassa, che รจ un incrocio tra la virginiana nord americana e la chiloensis o cilena. Fragole che, se fosse stato per la natura, non si sarebbero mai incontrate. Si incontrano invece alla corte di Versailles, nel 1700, durante le grandi esplorazioni, grazie al giardiniere del re che semina i semi delle due specie vicineโ.
C'รจ una โfrutta panaceaโ? Risponde il ricercatore Federico Scossa: โI frutti ricchi di polifenoli e antocianine, come more, lamponi e mirtilli. Anche se, questi metaboliti secondari, sono piรน presenti nei frutti selvatici, non soggetti a domesticazione. I quali, perรฒ, sono ricchi anche di molecole velenoseโ.
Centro di ricerca per la frutticoltura | Roma | via di Fioranello, 52 | sito.entecra.it
a cura di Annalisa Zordan
foto: www.albertoblasetti.com