ell’artigianato enogastronomico italiano. E' qui che si cercano di intuire i trend del futuro e di concludere buoni affari.
Novità organizzative? Non poche: la proposta di un settore riservato al biologico CIBUS ORGANIC; CIBUS FROZEN, sui surgelati; MICROMALTO organizzato con i micro birrifici.
Il dato eclatante del 2011 è che la domanda mondiale di cibo Made in Italy cresce ancora, nonostante la crisi economica. Non solo nei Paesi tradizionali importatori di cibo italiano, come la Germania o gli Usa, ma anche nei Paesi emergenti. Qualche numero: 300 milioni di indiani benestanti consumano pasta, olio e formaggi italiani; in Brasile proliferano i ristoranti italiani e nei negozi crescono i consumi di pasta, salumi, formaggi, pizza e gelato; la Russia, un paese che importa il 40% del proprio fabbisogno alimentare, compra fortemente italiano; l’occidentalizzazione delle abitudini alimentari tocca anche milioni di cinesi e vietnamiti. L’export dell’industria alimentare non a caso è cresciuto del 10,3% nel 2011, ma le previsioni per il 2012, purtroppo non sono così buone. Le aziende italiane, comunque, tengono anche le quote sul difficile mercato interno e portano la bilancia commerciale dei prodotti tipici del Made in Italy ad un saldo positivo di 5 miliardi di euro.
Il mantenimento di questi tassi di crescita, però, dipenderà da vari fattori: dalla coesione dell’intera filiera agroalimentare, dall'integrazione delle attività mirate all’internazionalizzazione di enti governativi e non, dalla capacità di veicolare i prodotti italiani nella grande distribuzione estera, dai risultati della lotta contro i prodotti imitativi, il famigerato italian sounding. Sull’argomento interessante, tornando a Cibus, il convegno di Federalimentare che ha visto la partecipazione dei Ministri Catania e Passera, oltre che di De Castro, ex ministro dell’agricoltura, parlamentare europeo e presidente a Strasburgo della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale.
Tra i trend in evidenza il rapporto tra salute e gusto: come si può conciliare ciò che ci piace con ciò che non ci fa male? Oscar Wilde diceva “tutte le cose buone o sono immorali, illegali, o fanno ingrassare”. I consorzi ed i produttori impiegano le proprie forze per spiegare che il prodotto può conciliarsi bene con la salute. In questo senso molte le proposte per chi ha già problemi come la celiachia; e molte le proposte di elementi addizionali come i Beta glucani il cui consumo regolare, come afferma l'EFSA (Autorità per la sicurezza alimentare europea), "contribuisce al mantenimento delle concentrazione normali di colesterolo nel sangue".
Alcune proposte hanno colpito più di altre per qualità, per innovazione, per stile.
Galateo & Friends, azienda che si propone di offrire il meglio del buon vivere italiano: cibo, arte della tavola, oggettistica per ricevere. Bellissimo lo spazio espositivo con due container bianchi carichi di prodotti con packaging affascinati e firmati da importanti collaboratori, tra cui Alain Ducasse, Massimo Bottura, Paola Navone, e miss Vogue Franca Sozzani.
La nuova Linea Bio Zerotre nata da un progetto alimentare elaborato da una scuola della provincia e dall’azienda Rustichella d’Abruzzo. Il claim “L’amore per il Buon Cibo si impara già da bambini” presenta i prodotti: pasta di semola di grano duro, di Kamut, con orzo e con verdure bio e poi olio, aceto e condimenti.
Bellissime le vetrine di Loison, pasticceri dal 1938, più vicine a quelle di una gioielleria, davanti alle quali mi sono ritrovata in un’estasi da Audrey Hepburn in colazione da Tiffany.
Divertente, infine, il maxi poster dei Bibanesi, prodotti dalla famiglia Da Re, che raccoglie tutte le creazioni di alcuni grandi illustratori alla cui creatività l’azienda affidato l’inconfondibile forma del “gustoso grissino”.
Francesca Barberini
10/05/2012