Il regalo più grande per i 120 anni del suo “premiato oleificio”, Manfredi BarberaÂÂÂÂ lo avrebbe con il riconoscimento in sede europea della IGP Sicilia: sarebbe la seconda in Italia, visto che al momento solo la Toscana può vendersi nell’olio extravergine il proprio nome e fare del marchio territoriale un grande strumento di marketing. Alla festa per i 120 anni dell’azienda di famiglia, occasione celebrata insieme ai suoi soci del Cofiol – Consorzio della filiera olivicola che riunisce intorno al suo marchio 5.000 piccoli olivicoltori, 100 aziende agricole, 40 frantoi che hanno investito in tecnologia e sostenibilità, 1 stabilimento per il confezionamento delle olive da mensa Nocellara Dop e 4 impianti di imbottigliamento e confezionamento di olio extravergine da 4 Dop isolane (Monte Etna, Valle del Belice, Val di Mazara e Valli Trapanesi) – Manfredi Barbera ha voluto sottolineare il percorso di questa nuova Dop, già passata in sede regionale e ora in attesa di audizione presso il Ministero: da Roma a Bruxelles, se c’è la volontà, il passo può essere breve. E allora – si mormora nel cortile dello stabilimento sperimentale di Custonaci – le tante olive che ancora prendono la strada per il centro-nord, resterebbero in Sicilia.
Ovvero, la IGP sarebbe un’occasione fantastica, il vero volano per poter vendere nel mondo l’oro siciliano, l’extravergine da una regione che è la terza produttrice in Italia dopo Puglia e Calabria, ma che è sempre ai primi posti per la qualità del prodotto.
In attesa del “regalo”, però, Manfredi Barbera continua con orgoglio e passione il suo lavoro tra Palermo e Trapani: ha dato il via in diretta mondiale alla spremitura delle prima olive, splendide Biancolilla assaggiate appena frante. Un primo olio splendido, equilibrato, ricco e pulitissimo, tenue e forte insieme. Olive frante con martelli e dischi, sì perché lo stabilimento di Custonaci ha almeno cinque possibilità diverse per molire le olive, intrecciando sistemi diversi a seconda delle qualità, delle maturazioni e soprattutto del tipo di prodotto che si vuole ottenere: è dalla casa madre di Custonaci, infatti, che vengono fissate le direttive per tutta la campagna olearia, che vengono messi in condivisione i dati della lavorazione affinché tutti i frantoi della filiera ne possano far tesoro.
Extravergine uber alles, certo.
Ma Manfredi Barbera è fortemente convinto – non perde un’occasione per ribadirlo – che il mondo dell’enogastronomia di eccellenza deve fare sistema, deve raccontare tutto un territorio, deve fare fronte comune e deve presentarsi unito sui mercati. Così L’Isola del Tesolio, latre giorni organizzati a Mondello, la riviera chic di Palermo, ha rappresentato un primo passo verso l’obiettivo: 35 buyer stranieri – “e tutti decision manager, non rappresentanti dei rappresentanti!”ci tiene a sottolineare Manfredi, che è anche presidente del Cofiol – hanno potuto degustare alcune delle migliori produzioni siciliane, parlare con i titolari delle aziende, prendere contatti commerciali, discutere di strategie e di quantità, di prezzi, al fine di esportare i prodotti fuori d’Italia.
Così in degustazione c’erano i vini della Tenuta GorghitondiÂÂÂÂ (ottimo lo Zibibbo secco, una vera chicca, e anche lo spumante da Muller Thurgau); la cantinaÂÂÂÂ Carlo PellegrinoÂÂÂÂ con il Marsala riserva Ambra Demi-Sec del 1985, davvero particolare, accostato ai pomodorini confit con alici salate e stracciatella di bufala firmati da Vincenzo Candiano, chef della Locanda di Don Serafino di Ragusa; e i vini di Cambriacon il morbido e succoso, ciliegioso, Syrah 2010.
E, accanto agli ormai stranoti torroncini Condorelli, alle prelibatezze gastronomiche di Sicily Food,tonno e spada in primis, e ai gelati di Mancuso, il gelataio che comincia a produrre nella Liverpool degli anni ’50 e che poi rientra ad Agrigento e che oggi vende i suoi prodotti in mezza Europa, erano tante altre le eccellenze. Abbiamo assaggiato un gran bell’olio di Tenuta Arena: monocultivar Biancolilla, ancora molto vispo, nonostante fosse della scorsa campagna olearia, e al tempo stesso molto gentile. Abbiamo potuto degustare ilÂÂÂÂ Caffè Morettino, piccolo gioiellino della produzione di alta qualità in una città come Palermo, e soprattutto abbiamo visitato lo stabilimento-museo nel quartiere San Lorenzo, un’oasi di eccellenza che resiste e tiene alta la storia e lo spessore di una città che merita davvero di più.
È stato un vero piacere assaggiare di nuovo i salumi di Sant’Angelo di Brolo, in particolare la pancetta steccata e il salame di nero dei Nebrodi (igp); i formaggi, in particolare la scamorza sfilata, del caseificio La Cava di RandazzoÂÂÂÂ abbinati alla spettacolare marmellata di arance della Rossa Sicily, azienda del giovane ingegnere Giuseppe Paolo Librizzi che ha inventato un incredibile amaro siciliano a base di arance rosse: una sorta di moderno Punt&Mes con tutto l’allure e lo spessore però degli ingredienti freschi e di territorio, tra cui la buccia delle arance (la polpa va in marmellata!) e ben 17 erbe aromatiche selvatiche (tra cui genziana, rabarbaro, china…).
La Bottarga di Tonno di Custonaci che ha affettato i suoi salumi di pesce (da applauso la splendida ficazza, scuro insaccato di interiora di tonno, forte, decisa e incredibilmente elegante nel gusto) dando la possibilità di gustarli con gli oli (ottimo con i Lorenzo n.1 dei Premiati Oleifici Barbera)e con la birra, sempre a base di arance rosse, del giovane Birrificio Timilia di Catania che oltre agli agrumi si auto-produce anche il grano antico per lavorare la propria birra e caratterizzarla con gli elementi il più possibile di territorio. Per chiudere, quindi, con l’aroma dell’Aglio di NubiaÂÂÂÂ che dà profumi, appunto, ma è noto per non dare il l'odore forte e spesso fastidioso proprio dei suoi “cugini”; e con la succulenza dell’Arancia Rossa di Sicilia Igp, passando per i Pistacchi di Bronte presentati da Aroma Siciliae dalle olive da tavola di Geolive, azienda associata al Cofiol, con le sue succulente Nocellara del Belice e per i prodotti selezionati da Roberto Abbate per la sua Bottega del Commendatore.
Durante il convegno moderato da Carlo Ottaviano, cui hanno partecipato Roberto Lagalla, rettore dell’Università di Palermo; Ezechia Paolo Reale, neoassessore regionale all’Agricoltura; Leonardo Agueci presidente di Providi, Giuseppe Butera di Auroflex, Giuseppe Castiglione sottosegretario Mipaaf, lo stesso Barbera presidente di Cofiol, Maria Concetta Burgese funzionaria dell’ICQRF (Mipaaf), e Steve Jenkins, anima e patron della catena di supermercati di qualità newyorkesi Fareway: “siate fieri di essere siciliani”ha esortato l’americano, dando un piccolo vademecum per l’export dei prodotti di eccellenza negli States.
Durante la tre giorni dal titolo significativo L’Isola del Tesolio, sono stati premiati alcuni operatori e comunicatori del mondo del food & wine che hanno fatto dell’eccellenza una sorta di mission. Hanno ricevuto il Premio Selezione Speciale Barbera Oliva d’Oro: Steve Jenkins per la Grande Distribuzione; Marisa Fumagalli (Corriere della Sera) per il giornalismo; Rosaria Barresi, Direttore generale del Dipartimento Agricoltura della Sicilia; Nino Graziano, chef, per il suo lavoro a Mosca con il ristorante italiano Semifreddo e la Bottega Siciliana; il Frantoio Peltom di Motta Sant’Anastasia; l’azienda agricola di Caterina Motisi di Fulgatore (Trapani) specializzata nella produzione della Cerasuola.
Manfredi Barbera | Palermo | Via Emerico Amari, 58 | tel. 091.582900 | http://www.oliobarbera.it/
a cura di Stefano Polacchi