Top Italian Food & Beverage Experience 2017. La guida dedicata alle migliori imprese agroalimentari

24 Set 2016, 15:29 | a cura di

Vi presentiamo la seconda edizione della guida dedicata alle migliori imprese agroalimentari in โ€œformato esportazioneโ€. Con una crescita significativa: dalle 900 aziende dello scorso anno alle 1.100 attuali.


La seconda edizione di Top Italian Food & Beverage Experience

La guida Top Italian Food & Beverage Experience 2017 conferma l'andamento positivo delle esportazioni dei prodotti agroalimentari italiani nel mondo. Le piccole-medie aziende, ambasciatrici della migliore produzione gastronomica del nostro Paese, sono passate dalle 700 circa dello scorso anno alle 950 dell'edizione 2017. Sono realtร  legate a tutto il commestibile (aceto, salumi, formaggi, olio, dolci, conserve, pasta, riso, miele, cioccolato, farine, legumi e cereali, caffรจ ecc.), piccole ma non piccolissime e soprattutto evolute e strutturate, capaci di produrre quantitร  critiche in modo da potersi affacciare al mercato estero, di ascoltare โ€“ orecchio a terra โ€“ il mercato e di mettersi in gioco superando i problemi burocratici e la contingenza economica non proprio positiva: anche nel resto del mondo, non solo nel nostro paese.

 

Una conferma dell'andamento positivo delle esportazioni

Nell'edizione 2017, come la precedente redatta in lingua inglese, sono aumentate quasi del 50% le aziende di olio, grazie anche a un'annata โ€“ quella del 2015 โ€“ particolarmente favorevole. รˆ cresciuto in modo significativo il numero delle distillerie, ma anche dei salumifici, dei caseifici, delle aziende che producono dolci e conserve. Ampliata anche la sezione dedicata alla frutta e verdura fresca (da 80 a 100 indirizzi), con l'ingresso della IV gamma, un settore in crescita esponenziale. Una parte importante della guida รจ quella dei Grandi Marchi, quasi 150 aziende italiane, molte storiche e giร  conosciute a livello internazionale, sinonimo di food made in Italy nel mondo.

Perchรฉ esportare

Qual รจ la motivazione delle aziende italiane del settore alimentare a esportare i propri prodotti? Per diversificare il mercato in un momento di rallentamento economico di quello interno? La convinzione che solo l'export ci salverร ? Per investire su una distribuzione all'estero in vista di un ampliamento produttivo? Per sfruttare il vantaggio e l'opportunitร  di cuigode nel mondo la fama del made in Italy in fatto di food & wine? Semplicemente per soddisfazione personale ed essere visibile nei negozi di nicchia del pianeta? Lo abbiamo chiesto ad alcuni "artigiani evoluti" presenti nella guida Top Italian Food & Beverage Experience.

Per Luigi Donnari, che insieme alla moglie Maria Alzapiedi gestisce La Pasta di Aldo, una delle piรน valide aziende di pasta all'uovo artigianale sulle colline maceratesi รจ una questione di orgoglio, ma non solo: "Siamo orgogliosi di essere presenti nelle piรน belle vetrine del mondo ma anche per ottimizzare la produzione, lavorare senza pause e tempi morti. Questo ci ha permesso di integrare il fatturato e reinvestire nella crescita dell'azienda, di creare formati nuovi. Cosรฌ, accanto alla classica tagliatella che ci ha resi famosi, tuttora il nostro fiore all'occhiello e richiestissima, sono nate la pasta maltagliata, le tagliatelle al limone, la chitarra al nero di seppia". La Pasta di Aldo (acronimo formato dalle prime sillabe dei cognomi dei due imprenditori marchigiani), natanel 2001, nel giro di 15 anni รจ passata dai 4 chili ai 4 quintali giornalieri, mantenendo la manualitร  della prima ora, per un totale di 120 tonnellate annue.L'esportazione, avviata 6-7 anni fa, segue la stessa curva di crescita, con un accelerazione negli ultimissimi anni. "Attualmente il 60-65% della produzione vola all'estero: Norvegia, Germania, Spagna, Svizzera, perfino in Slovenia, e in Cina negli Hotel Four Seasons".

Anche per due grandi lievitisti, Claudio Gatti (Pasticceria di Tabiano Terme, Parma) e Alfonso Pepe (omonima pasticceria di Sant'Egidio del Monte Albino, Salerno), la soddisfazione di una visibilitร  fuori dai confini nazionali รจ una molla importante. "Non รจ che il mercato italiano non risponda, anzi โ€“ ammette Claudio Gatti โ€“ ma lavorare con l'estero significa anche precisione nei pagamenti". Gatti lo sa bene dato che da oltre dieci anni manda in mezzo mondo le sue mitiche focacce dolci, pseudo panettoni e colombe spaziali in versione light. Duemila i pezzi inviati tra Francia, Russia, Australia, Germania, Olanda e, presto, anche a Singapore. A pensar bene una minuzia in confronto alle 22mila focacce sfornate all'anno. Piรน recente lo sbarco oltre confine di Alfonso Pepe. Il suo babร , i mitici panettoni e colombe, la pastiera lievitata e le confetture, da circa un anno sono stati richiesti dal mercato estero. "Non l'ho cercato io, รจ lui che รจ venuto da meโ€“ scherza Alfonso โ€“ Ho cominciato con un contratto in Spagna, oggi esporto in tutta Europa, Germania, Svizzera, Paesi dell'Est, Russia, Ucraina, oltre a Canada e New York, soprattutto nei negozi dei nostri connazionali".

Veterana dell'export รจ Dok Dall'Ava, azienda friulana leader nel mercato del prosciutto San Daniele di qualitร  (ma famosa anche per il suo fumato e i crudi di suino nero), che manda all'estero una bella fetta della sua produzione. Lo spiega il titolare Carlo Dall'Ava: "Il 40% dei nostri prosciutti vanno in Paesi stranieri, soprattutto in Usa, UK, Francia e Nord Europa, poi in Australia e Giappone. Nonostante la nostra sia un'azienda di media dimensione abbiamo diversificato il mercato in 28 Paesi. E negli ultimi 5 anni c'รจ stato un incremento di esportazione: รจ aumentata la domanda, si sono aperte strade inaspettate. Una tendenza che va di pari passo con il nostro progetto Banca del prosciutto, aperto ai crudi del mondo. Questo ci fa sentire piรน grandi ed europei!โ€.

 

Top Italian Food & Beverage Experience 2017 | 12,50 euro | disponibile on line

 

a cura di Mara Nocilla

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram