La recensione omofoba e abilista pubblicata dalla pizzeria Le Vignole a Sant’Angelo Lodigiano da Giovanna Pedretti è molto simile a un’altra del 2022. Persino gli orari dell’invio dei messaggi e della risposta dei titolari coincidono. Proprio i punti di contatto tra i due testi sono stati alcuni degli elementi che hanno spinto il food blogger Lorenzo Biagiarelli e il giornalista del Tg3 Iari Pilati a chiedere chiarimenti a Pedretti. «Non vorrei essere caduta in un tranello, in una trappola» aveva detto la ristoratrice alle telecamere del telegiornale, prima di rientrare nel locale. Domenica 14 gennaio è stata ritrovata morta nelle acque del fiume Lambro.
I punti di contatto
La prima recensione era stata lasciata alla Bruschetteria Faedo di Monte di Malo, in provincia di Vicenza, ed era stata ripubblicata il 12 aprile 2022 in uno screenshot su un gruppo Facebook intitolato "Insultare su Tripadvisor sentendosi grandi chef". Anche in questo caso il cliente si lamenta per essere stato messo in un tavolo vicino a un gruppo di gay, ma apprezza comunque quello che ha mangiato: «Peccato perché la bruschetta è molto buona».
La recensione è molto simile a quella lasciato alla pizzeria Le Vignole, con la differenza che, in questo caso, il cliente loda al posto della bruschetta, la pizza e il dolce che ha mangiato. Ecco le espressioni che tornano, identiche, nelle due recensioni: «Mi hanno messo a mangiare di fianco a dei gay»; «Non mi sono sentito a mio agio»; «Peccato perché».
Identico è anche l’orario di pubblicazione delle recensioni negli screenshot: 18 ore fa. E quello di risposta dei titolari: 16 ore fa. Come pressoché uguale è l’inizio del messaggio dei ristoratori: «Caro cliente, apprezziamo il suo impegno per valutare il nostro servizio attraverso la sua recensione» (Bruschetteria Faedo); «Egregio cliente, apprezziamo il suo impegno per valutare il nostro servizio attraverso la sua recensione» (Pizzeria Le Vignole).
La convocazione dei carabinieri
Il testo della recensione condivisa dalla pizzeria di Sant’Angelo Lodigiano era finita anche al vaglio dei carabinieri per possibile istigazione all’odio. I militari avevano convocato in caserma Pedretti per ricostruire la storia nel dettaglio.