Il bicchiere di vino è mezzo vuoto. La denuncia di uno studio che fa emergere la truffa del misurino

24 Mag 2024, 13:01 | a cura di
Secondo il Charthere Standard Institute la maggior parte delle bevande servite al bicchiere - come birra e vino - non è quella indicata

Quanto bevono gli angeli? In questo caso non c'entra "l'angels' share", ovvero la parte di whisky che evapora naturalmente nelle botti di legno durante la maturazione. Le creature celesti ce le ritroviamo nel quotidiano perché i conti non tornano: la quantità di birra e vino indicata nei menu, a volte, non è quella che ci ritroviamo nel bicchiere. Fanno rumore in questo senso i risultati di una ricerca condotta dal The Chartered Trading Standard Institute (CTSI), un'organizzazione britannica no-profit fondata nel 1881.

Bicchieri di birra

La truffa del misurino

I ricercatori dell'Istituto hanno preso in analisi 77 pub nel Regno Unito per un totale di 137 ordini. Bene, su circa il 70% dei campioni in analisi, la quantità servita non era quella riportata secondi gli standard previsti ed esplicitati: ovvero la pinta inglese (o imperiale) che equivale a 0,56 l, la mezza pinta (0,28 l) e un bicchiere di vino da 0,175 l. Nello specifico, l'86% delle birre ordinate e il 43% dei vini sono risultati sotto la stima indicata. Il deficit medio è stato pari al 4‰ per la birra e del 5‰ per la bevanda di Bacco. I dati sono stati ampiamente ripresi dal Guardian e da The Drink Business.

Si tratta di una piccola percentuale che se riportata su scala annuale raggiunge cifre considerevoli. Secondo il CTSI, la discrepanza comporterebbe una perdita di 88,4 sterline l'anno per bevitore medio di birra, e di 114,4 sterline annue considerati gli standard di un bevitore medio di vino. I casi più gravi  sul fronte enologico sono stati riportati nella città di Waslall dove la quantità di vino servita era inferiore del 15%; a ruota seguono Belfast (-13,4% ) e Havering (-12%).

Riporzionamento al ribasso

Come fa notare il giornalista James Evison, l'indagine s'inserisce in un un periodo fortemente segnato dalla "shrinkflation" ovvero di un forte riporzionamento al ribasso delle quantità di cibo e alcolici proposte nei pub, winer bar e ristoranti. I bicchieri si riducono, i piatti diventano sempre più snelli nelle porzioni. Al contempo, però, i prezzi rimangono invariati, in alcuni casi addirittura aumentano. Si tratta di un fenomeno che si va ad aggiungere a un'inflazione galoppante che ha già minato la capacità d'acquisto, in Uk come in Italia. Oggi paghiamo di più per avere meno, gli unici a sorridere? Gli angeli e forse nemmeno loro.

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