Dazi Usa. Reazioni e prospettive per il mondo del vino

18 Giu 2021, 16:58 | a cura di
Stop ai dazi tra Stati Uniti e Unione Europea per i prossimi 5 anni. Le reazioni del mondo del vino e le prospettive per il prossimo futurol

รˆ finito (almeno per il momento) il tempo di caroselli, consultazioni con gli stakeholder, black list e minacce su vino e agroalimentare europei. Dopo lโ€™iniziale sospensione di sei mesi, รจ arrivato lโ€™annuncio che tutti stavano aspettando: lo stop per i prossimi cinque anni dei reciproci dazi Ue-Usa per lโ€™affaire Boeing e Airbus che andava avanti da ben 17 anni. La notizia รจ stata data dal vertice di Bruxelles tra i presidenti Joe Biden e Ursula Von der Leyen: โ€œCon l'accordo su Boeing-Airbusโ€ ha detto questโ€™ultima โ€œabbiamo compiuto un passo importante nella risoluzione della controversia commerciale piรน lunga nella storia dell'Omc. Sono felice di vedere che, dopo un intenso lavoro tra la Commissione europea e l'amministrazione statunitense, il nostro partenariato transatlantico sta raggiungendo la velocitร  di crocieraโ€.

E, sebbene non si possa ancora scrivere la parola fine sulla vicenda, cโ€™รจ comunque davanti un intero quinquennio per trovare un accordo definitivo sul lungo periodo e chiudere definitivamente la disputa.

Dazi Usa. Le reazioni del mondo del vino

Il mondo vitivinicolo (ma anche quello agroalimentare), quindi, puรฒ tirare un sospiro di sollievo. Dโ€™altronde anche la richiesta congiunta, arrivata qualche giorno fa, da parte dei membri del Congresso degli Stati Uniti e quelli del Parlamento europeo (in totale 86 legislatori) si soffermava in particolar modo sul settore vino, chiedendo lโ€™applicazione del principio zero for zero. Principio sostenuto anche dal Ceev (The voice of the European Wine companies) e dalle associazioni di rappresentanza italiane.

โ€œSosteniamoโ€ ha detto il presidente di Unione Italiana Vini, Ernesto Abbona โ€œla richiesta del Congresso Usa e del Parlamento europeo sul principio โ€˜zero for zeroโ€™: l'eliminazione completa dei dazi sul vino potrebbe infatti accelerare la ripresa degli scambi nello scenario post pandemia. Una politica commerciale aperta e leale con gli Stati Unitiโ€ ha aggiunto il presidente dellโ€™associazione che rappresenta 85% dellโ€™export di vino italiano โ€œรจ prioritaria per il nostro mercato e per la stabilitร  del contesto economico all'interno del quale si muovono le aziendeโ€.

Per il presidente Coldiretti Ettore Prandini: โ€œรจ importante lโ€™avvio di un dialogo costruttivo con il presidente Biden per tornare a crescere insieme in un momento drammatico per gli effetti della pandemia. Gli Stati Unitiโ€ ha aggiunto โ€œrappresentano nellโ€™agroalimentare Made in Italy il primo mercato di sbocco fuori dai confini comunitari per un valore record di 4,9 miliardi in cibi e bevande nel 2020 ma in calo del 2% nel primo trimestre del 2021 secondo elaborazioni su dati Istatโ€.

โ€œCon lโ€™intesa raggiuntaโ€ ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti โ€œsono state poste le basi per mettere fine alla stagione dei dazi e delle misure di ritorsione, come metodo di soluzione delle dispute commerciali. La ripresa del dialogo tra Ue e Stati Uniti consente anche di puntare sul rilancio del sistema multilaterale di gestione degli scambi commerciali a livello globale, aprendo cosรฌ nuove opportunitร  di crescita per le nostre esportazioni agroalimentariโ€.

Guarda oltre Cia-Agricoltori che si augura questo annuncio possa essere lโ€™inizio di una nuova fase di accordi commerciali: โ€œAncora di piรน in questa fase storica, segnata dal Covid e anche dalla Brexitโ€ ha commentato il presidente Dino Scanavino โ€œรจ urgente favorire accordi commerciali multilaterali e bilaterali tra Paesiโ€. E cโ€™รจ giร  chi pensa al Ttip-Transatlantic Trade and Investment Partnership, molto sostenuto e parimenti contestato, arrivato a un passo dalla firma durante lโ€™amministrazione Obama, ma poi totalmente archiviato dallโ€™ascesa di Trump. Saranno adesso maturi i tempi per tornare a parlarne?

Dazi Usa: cronaca di due anni di guerra commerciale

Ma facciamo un passo indietro per capire cosa sia successo in questi due anni. Lโ€™applicazione delle tariffe aggiuntive al 25% sui prodotti europei risale al 18 ottobre del 2019, in seguito al pronunciamento del Wto sugli aiuti di Stato โ€œdistorsiviโ€ erogati da Washington e da Bruxelles ai rispettivi colossi dell'aviazione civile, che ha sostanzialmente dato ragione agli Usa, autorizzandoli al recupero di 7,5 miliardi di dollari ai danni dellโ€™Europa.

La ritorsione, perรฒ, ha finito per colpire tutta una serie di prodotti, soprattutto dellโ€™agroalimentare, che nulla avevano a che fare con il contenzioso. Tra questi, formaggi (come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano), salumi, cordiali e liquori, mentre il vino italiano รจ riuscito a farla franca, superando indenne tutti i caroselli di semestre in semestre. Stessa sorte non รจ toccata, perรฒ, agli altri Paesi Ue, come Francia, Germania e Spagna che sin dallโ€™inizio hanno visto i loro vini finire nella lista nera. Dal canto suo, anche lโ€™Europa ha risposto nel novembre del 2020 con dei controdazi (in seguito al pronunciamento della stessa Wto sulla medesima questione) per 4 miliardi a danno dellโ€™import dagli Usa, colpendo segmenti esterni allโ€™aviazione come le moto Harley Davinson e il whisky bourbon. Unโ€™escalation culminata il 12 gennaio 2021 con lโ€™ultima replica statunitense che ha puntato il dito anche contro cognac e brandy francesi e tedeschi.

La fine dell'era Trump

Poi il cambio di inquilino alla Casa Bianca e la conseguente distensione dei rapporti tra le due sponde dellโ€™Atlantico che ha portato alla sospensione temporanea di sei mesi, prima dellโ€™ultima risoluzione. Intanto, perรฒ, il braccio di ferro (a cui si รจ aggiunta la pandemia), รจ costato allโ€™Europa 400 milioni di euro solo nel 2020, sulla base dei dati diffusi dalla Commissione Ue. E la contrazione delle esportazioni sarebbe proseguita anche nei primi due mesi dellโ€™anno corrente, per un ammontare di 287 milioni.

Lโ€™esenzione dai dazi ha aiutato i vini italiani

Cosa รจ successo in ambito vitivinicolo? Nel 2020 le importazioni statunitensi hanno registrato un calo dellโ€™11%, con tutti i principali fornitori in terreno negativo, ad eccezione della Nuova Zelanda, che รจ riuscita a chiudere lโ€™anno a +4%. Oltre alla pandemia, lโ€™effetto dazi si รจ fatto sentire soprattutto per quanto riguarda la Francia che ha lasciato sul campo un -22%, mentre lโ€™Italia โ€“ esente dalla gabella โ€“ รจ riuscita a limitare i danni, con un calo del 3%, tutto sommato contenuto. Non solo. Il Belpaese ha, in qualche modo, beneficiato doppiamente delle tariffe aggiuntive. In primis perchรฉ รจ stata avvantaggiata rispetto ai competitor Ue, accorciando cosรฌ le distanze rispetto alla Francia (primo paese fornitore). In secondo luogo, perchรฉ, a febbraio 2020, lo spauracchio dazi che non si รจ poi concretizzato ha fatto accelerare le importazioni che, nel solo primo bimestre, hanno registrato un +40% fondamentale per il computo finale dellโ€™anno. Infine, cโ€™รจ da dire che la combinazione dazi-pandemia dellโ€™ultimo biennio ha premiato soprattutto i vini di fascia medioalta, in cui lโ€™Italia รจ ben posizionata da sempre.

Dazi Usa: cosa รจ accaduto nel 2021

Ma andiamo ai primi mesi del 2021, con i dazi praticamente sospesi per tutti i Paesi Ue. Secondo lโ€™Osservatorio Vinitaly-Wine Monitor (che il 19 giugno a Verona dedicherร  un focus al mercato Usa, in occasione di Opera Wine), il primo quadrimestre di questโ€™anno evidenzia ancora una diminuzione a livello complessivo (-11% il calo a valore nellโ€™import di vino totale). โ€œLe riduzioni piรน elevateโ€ rivela lโ€™analisi del responsabile dellโ€™Osservatorio Denis Pantini โ€œriguardano i vini neozelandesi, -21% (che lo scorso anno erano stati gli unici a crescere; ndr), mentre la Francia evidenzia il calo piรน basso (-3%). Le importazioni di vini italiani perdono in linea con la media del mercato (-12%)โ€.

Bisogna, perรฒ, tenere conto della graduale riapertura dellโ€™Horeca e nel ritorno alla normalitร  (ai primi di giugno il 44% degli Stati americani presentava ristoranti completamente aperti, il rimanente 56% con una riduzione dei posti disponibili) che sta indubbiamente riportando la fiducia negli acquisti di vino di importazione. Lo si puรฒ desumere dallโ€™andamento mese per mese, che vede i vini fermi ad aprile crescere a valore del 15% rispetto allo stesso mese del 2020 (quando avevano toccato il punto piรน basso). Quelli dallโ€™Italia del 31%, dalla Francia del 30%. โ€œAncora meglio nel caso degli spumantiโ€ evidenzia Pantini โ€œ+46% le importazioni complessive, con i francesi in forte spolvero, +89%, meno dinamici ma pur sempre positivi gli spumanti italiani a +14%โ€.

Se รจ ancora complicato fare delle previsioni per i prossimi mesi, stando ai trend in corso, si puรฒ evidenziare la riscossa delle bollicine, ma anche uno spostamento di canali, che ha visto la crescita praticamente generalizzata dellโ€™off-premise: negli Usa i vini fermi sono cresciuti a valore del 15%. โ€œNon si รจ verificato solo uno switch quantitativoโ€ evidenzia il responsabile dellโ€™Osservatorio โ€œAnalizzando gli acquisti per fasce di prezzo (fonte Nielsen), si evince come le crescite piรน rilevanti abbiano interessato i vini 'premium', di oltre 20 dollari a bottiglia: +27%, accentuando quella premiumisation dei consumi in atto da diversi anni e che con la pandemia non si รจ arrestataโ€. Di questo trend positivo che ha interessato lโ€™off-premise hanno beneficiato anche i vini italiani: +24% nei valori di vendita del 2020 (vs 2019) e +10% nel primo trimestre 2021

Resta in sospeso la questione digital tax

Se il fronte Boeing-Airbus fa ben sperare, resta ancora da risolvere la questione digital tax, ovvero il prelievo fiscale che colpisce i giganti dellโ€™online, quali Amazon, Google, Apple e Facebook. Lo scorso 2 giugno gli Stati Uniti hanno annunciato tariffe aggiuntive 25% su oltre 2 miliardi di dollari di importazioni da sei Paesi che attuano tasse sui servizi digitali: Gran Bretagna, Italia, Spagna, Turchia, India e Austria. La potenza americana ha, perรฒ, poi immediatamente sospeso i dazi per 180 giorni, per consentire il proseguimento delle trattative fiscali internazionali. Cosa succederร  in questi sei mesi? Si troverร  un accordo, come รจ giร  accaduto con lโ€™aviazione? O la rivalsa potrebbe abbattersi su prodotti che rappresentano il core business italiano? Al momento si sta lavorando per trovare sui temi della tassazione delle imprese una soluzione condivisa in sede OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e in ambito G20 con una tassa minima globale al 15%. In ogni caso, lโ€™ultima lista pubblicata dalla Ustr a conclusione dellโ€™indagine statunitense nel mese di giungo, non aveva incluso il vino tra gli eventuali prodotti nel mirino della ritorsione. Figurano, invece, caviale, prodotti della cosmetica e del settore tessile.

a cura di Loredana Sottile

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