Il futuro del mercato dello Champagne è negli Emirati Arabi

30 Apr 2024, 19:12 | a cura di
Alex Tardi, export manager di Vranken-Pommery Monopole guarda alla penisola araba come futuro mercato per la vendita dello Champagne

Dalla crisi alle nuove opportunità di mercato. Nel periodo del calo dei consumi del vino, nessuna tipologia viene risparmiata, neanche lo Champagne. Secondo Alex Tardi, responsabile delle esportazioni per l’Asia e il Medio Oriente di Vranken-Pommery Monopole, però, il futuro dello Champagne va orientato verso la penisola araba e in particolare negli Emirati Arabi. Mentre in Europa i consumi delle famose bollicine francesi sono in calo, quest’area del Medio Oriente rappresenta una destinazione dove trovare un mercato in crescita.

L'apertura vero l'alcol della Penisola Araba

Nonostante sia in vigore la islamica (Sharia) che determina un mercato delle bevande strettamente controllato e fortemente limitato, negli ultimi anni ci sono state delle piccole, ma significative aperture per quanto riguarda gli alcolici. Attualmente, solo in alcune aree è possibile la vendita di alcolici. «Per il momento» ha detto Tardi a Drinks Business «a parte gli Emirati Arabi Uniti dove si ha maggiore apertura, il mercato degli alcolici nella Penisola Arabica è per lo più riservato alle ambasciate». Dubai e Abu Dhabi, rappresenterebbero due poli in cui si registra una crescita e un potenziale aumento delle vendite di Champagne.

Abu Dhabi e Dubai

Con una popolazione di circa 11 milioni di persone, di cui il 90% sono espatriati, gli Emirati Arabi Uniti hanno tutte le caratteristiche "sufficienti per mantenere il mercato", e grazie all’economia in espansione, con un notevole aumento di turisti, le vendite di champagne sono in costante crescita. A Dubai recentemente c’è stato un allentamento delle regole riguardo l’acquisto di alcolici che ha visto l’eliminazione della tassa del 30% sul consumo e la vendita degli alcolici e ha ridotto la tassa di licenza necessaria per il loro acquisto nel settore commerciale e turistico.

Tuttavia, l'accesso al mercato per i produttori di bevande potrebbe essere complicato dal fatto che solo la Maritime and Merciantile International e la African & Eastern sono le uniche società autorizzate a importare e distribuire alcolici in città. Al contrario di Abu Dhabi che ha un approccio più aperto al commercio di bevande, con un ventaglio di ben 10 distributori attivi.

Aree di potenziale crescita

Parlando delle altre zone della penisola araba, Tardi si aspetta che le regole si allentino ulteriormente in futuro. Tra questi l’Arabia Saudita rappresenta un’opportunità da tenere d’occhio. «È il mercato di domani, ma non di quest'anno o il prossimo, bensì tra cinque anni». Lo stato arabo ha fatto notizia per l'apertura di un negozio di liquori nella capitale Riyadh (anche se solo per i diplomatici). «È probabile che l'Arabia Saudita permetta la vendita e il consumo di alcolici, ma non ovunque» ha detto Tardi, «quando il principe Mohamed bin Salman diventerà re alla successione del padre Salman dell’Arabia Saudita, vorrà aprire il paese al turismo, il che probabilmente significherà permettere l'uso di alcolici». Una Dubai del futuro in cui investire.

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