I 2 migliori Pinot Nero dell'Alto Adige premiati da Gambero Rosso con le ricette da abbinare

29 Gen 2024, 18:53 | a cura di
In Alto Adige il pinot nero, nelle migliori versioni, ha abbandonato lo stile fruttato e immediato, per esprimere un legame più forte con il territorio e le sue tante sfaccettature. Come dimostrano le due etichette premiate con i Tre Bicchieri.

La gestione del territorio, lo sviluppo delle sue potenzialità e il passaggio da una produzione che soddisfa le richieste del cliente ad una che valorizza il legame fra i molti vitigni coltivati e le esposizioni che ad essi meglio si adattano, sono i tre principali obiettivi dei produttori in Alto Adige. Questa rinnovata consapevolezza ha portato le aziende più piccole a specializzarsi sulla vocazione dei propri vigneti, come perfettamente evidenziato dalle aziende cittadine o dalle più lontane realtà della Valle Isarco e, parimenti, le strutture cooperative a riservare le selezioni migliori solo ai vitigni che meglio si adattano al loro territorio.

Ecco allora la specializzazione di Girlan sul pinot nero, che nelle migliori versioni ha abbandonato lo stile fruttato e immediato per esprimere un legame più forte con il territorio di provenienza e le sfaccettature che esso porta in dote, quella di Tramin su gewürztraminer e chardonnay, o ancora Kurtatsch che ha il focus sul gewürztraminer e le varietà bordolesi. Poi il territorio fa il resto, permettendo di sviluppare vigneti dai 220 metri del fondovalle agli oltre 1000 delle zone più alte, regalando territori come l’Oltradige, dove molte varietà trovano habitat di pregio, con un clima che porta in dote giornate soleggiate e calde seguite da notti fresche e ventilate.

Tre Bicchieri 2024. I migliori Pinot Nero dell'Alto Adige

Qui ci concentriamo sulle due etichette di Pinot Nero che abbiamo premiato con i Tre Bicchieri sulla Guida Vini d'Italia 2024 di Gambero Rosso 

Uno è il Pinot Nero Aton Ris. 2018 di Elena Walch, che dimosstra tutto il suo valore. Frutto di vigneti delle zone di Glen e Barleith profuma di frutto selvatico e di erbe officinali ma è al palato che il vino rivela tutta la sua classe. Teso e slanciato, conquista per la sapidità e l'eleganza del sorso, concludendo con un lungo e appagante finale. Il rapporto fra la famiglia Walch e la viticoltura Atesina è antico di secoli, ma è con l'arrivo in azienda di Elena avvenuto negli anni '80 che l'azienda cambia passo diventando rapidamente un punto di riferimento per tutti gli appassionati. Oggi al timone ci sono le figlie Julia e Karoline che gestiscono una piattaforma viticola che si estende per circa 90 ettari, distribuiti fra i 250 metri del fondovalle per risalire fino ai 1000 dove dimorano i vitigni che necessitano di maggior freschezza.

L'altro è il Pinot Nero Trattmann Ris. 2020 di Cantina Girlan, una Riserva che negli ultimi anni ha fondato la sua cifra stilistica sull'eleganza e la tensione, con il frutto scuro che trova complessità e articolazione intrecciando le note di erbe officinali e di sottobosco. Al palato il tannino è ben levigato e l'acidità dona slancio e lunghezza al sorso.  La cooperativa di Cornaiano conta sulla passione e la competenza di una fitta schiera di viticoltori, ben 200, che lungo i dolci pendii della zona d'Oltradige conducono 220 ettari di vigneto sotto l'attenta regia del gruppo tecnico guidato da Gerhard Kofler. A completare la piattaforma viticola piccoli appezzamenti nella Bassa Atesina, in particolare nella zona di Mazzon. In cantina l'attenzione è volta alla valorizzazione dei vitigni storici della provincia e alla produzione di vini di forte espressione territoriale.

3 ricette da abbinare al Pinot Nero dell'Alto Adige



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