Perchรฉ tante volte capita di visitare una struttura bellissima, con delle trovate architettoniche avanguardistiche, dove perรฒ si mangia male? Perchรฉ non tutte le proprietร capiscono quanto sia importante lโaspetto ristorativo (e forse mancano anche del giusto amor proprio). Questo succedeva fino a poco tempo fa da OGR, a Torino, ma โnon succederร piรนโ perchรฉ questo centro culturale unico in Europa, dedito alla sperimentazione tout court (dalle arti allโimprenditoria, dalla tecnologica alla scienza), รจ stato recentemente acquisito dal gruppo Manfredi che, in tutte le sue strutture, ha sempre messo al centro la ristorazione (a Capri, con Mammร e lโeccellente Le Monzรน, e a Roma, con Aroma e il recente Rhinoceros RoofTop).
Dopo aver curato lโapertura di Rhinoceros, a dare una nuova impronta alla parte ristorativa di OGR รจ Giuseppe Di Iorio, lo chef di Aroma che nel tempo ha saputo trasformare la sua cucina in qualcosa che non ricerca piรน gli effetti speciali di breve periodo, mettendo insieme soliditร e riconoscibilitร , nonostante le molte contaminazioni (che spesso, in altri ristoranti creano piรน confusion, che fusion). Cosรฌ succederร anche nei piatti che proporrร dal 10 ottobre, giorno di apertura del locale: leggendo il menu sono numerosi quelli in cui la romanitร , se non addirittura il sud, incontrano Torino, quasi a voler trasformare il ristorante in un hub dellโintegrazione delle diversitร gastronomiche (le romanissime animelle unite al San Simone, il popolare amaro di Torino; il soufflรฉ alle castagne che va a braccetto col pecorino romano, accompagnato da un pane cotto in un capounet; i finti tajarin al bagnetto verde che integrano i cardoncelli, provenienti dalla Puglia; i porri di Cervere che nuotano nei cavatelli insieme alle canocchie di mare; il coniglio grigio di Carmagnola che accoglie un sugo pugliese, il sartascinello, e un tocco di pizza fritta).
โAmo le contaminazioni, che poi corrispondono alle tante esperienze che negli anni ho maturato in giro per lโItalia e per il mondo, ma soprattutto non volevo fare i soliti (peraltro buoni) piatti che si trovano in tanti locali di Torino: venendo da OGR, oggi, si deve compiere unโesperienza ampia, anche in cucinaโ, ci dice Giuseppe Di Iorio alludendo alla trasversalitร (pure territoriale) che caratterizza tutte le esperienze offerte da OGR, soprattutto da OGR Tech che attualmente accoglie 14 programmi di innovazione e accelerazione nellโaerospazio, nellโadvanced hardware, nelle smart cities, nellโedutech, gaming, nelle life sciences, nel metaverso e nel fintech. โE chi lo sa se questa esperienza, a sua volta, contaminerร pure il mio Aromaโฆโ, aggiunge.
Il locale si chiama โOfficina del gustoโ, quasi a voler comunicare di essere il posto giusto per rimettersi a posto il palato (un poโ come anni fa alle Officine Grandi Riparazioni venivano traghettati i treni bisognosi di assistenza), ma la proprietร non esclude dei cambiamenti in corso dโopera (visto che non sono pochi i ristoranti in Italia che contengono il termine โofficinaโ, nella loro insegna). โIn effetti OGR non proporrร solo una formula gourmet: giร ora abbiamo riaperto la zona del bistrot in cui ho provveduto a far mettere una cucina a vista, proprio come nellโOfficina del Gusto. Lรฌ offriamo dei piatti piรน semplici pensati per la pausa pranzo o in appoggio ai molti eventi organizzati da OGR: in questi giorni, ad esempio, stiamo accogliendo tre grosse manifestazioni che, oltre a portarmi dei grandi nomi, fra cui John Elkann, condurrร qui circa 10.000 persone cui dovrรฒ offrire un servizio adeguato!โ, prosegue Di Iorio ridendo.
Quali palati incontrerร , lโOfficina del Gusto? โPrevedo un pubblico adultoโ, chiosa lo chef Di Iorio, ma lo spirito giovane di OGR, teso comโรจ al futuro, ci fa pensare che non saranno pochi i ragazzi che, fra un hub tecnologico e lโaltro, desidereranno mettersi alla prova anche a livello di papille gustative, alla ricerca di nuove frontiere del gusto che abbiano il sapore di un passato rinnovellato dalla contemporaneitร .
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