Come riportato dall’agenzia di stampa russa RIA Novosti il 27 maggio scorso, Vladimir Putin ha dichiarato che il Paese non ha abbastanza patate. Ha raccontato che, durante una discussione su questo argomento con il collega bielorusso Alexander Lukashenko, è emerso che anche nel paese vicino stava terminando le riserve avendo venduto tutto alla Federazione. Come riportato in precedenza da 47news, ad aprile di quest’anno la Cina ha fornito patate alla Russia per la cifra record di 11,2 milioni di dollari. Nel corso di un anno, il volume degli acquisti è aumentato di 19 volte e, secondo gli ultimi dati, in un anno il prezzo delle patate nei negozi russi è aumentato fino al 166%. Lo scorso anno le aziende agricole russe hanno raccolto 17,83 milioni di tonnellate di patate, ovvero l’11,9% in meno rispetto all’anno precedente.
Il ministero dell’Agricoltura di Mosca ha attribuito la diminuzione del volume del raccolto alle condizioni meteorologiche sfavorevoli. Un calo importante dato che nel 2024 la produzione è stata inferiore dell’11,9% rispetto al 2023 con un raccolto che si è attestato intorno ai 18 milioni di tonnellate di tuberi. La scarsità di patate sugli scaffali è dovuta principalmente al cattivo raccolto dell’anno scorso. In diverse regioni della Russia, soprattutto nella Cintura Centrale e negli Urali, le condizioni meteorologiche sono state estremamente sfavorevoli nell’autunno del 2024: le piogge hanno ritardato il raccolto, parte del prodotto è marcito direttamente nel terreno mentre il resto non ha resistito alla conservazione a lungo termine. Di conseguenza, il volume delle patate commerciali è diminuito in modo significativo, il che ha influito sui prezzi e sulla disponibilità del prodotto nelle catene di vendita al dettaglio. A causa della situazione attuale, le patate sono diventate il prodotto più costoso del Paese nel corso dell’anno con i prezzi che sono lievitati del 92%. Secondo Rosstat (l’Agenzia federale russa per le statistiche), al 19 maggio 2025 il costo medio di un chilo di patate era di 91,77 rubli (poco più di 1 euro), mentre il mese scorso era 82,76, e a marzo 67,13 rubli.
Per cercare di arginare la crisi nell’immediato, non potendo fornire materia prima interna, il governo bielorusso ha revocato le restrizioni sull’importazione di numerosi prodotti agricoli dall’Unione europea, tra cui le patate. A partire dal 27 maggio scorso, infatti, è consentita l’importazione di patate, mele, cipolle e cavoli dai cosiddetti “paesi ostili”. La crisi delle patate, infatti, ha colpito anche la Bielorussia con una sostanziale assenza di prodotto nei mercati. La motivazione però, in questo caso, è dovuta alla scelta degli agricoltori di vendere patate alla Russia a un prezzo più alto rispetto al mercato interno. In sostanza la Bielorussia ha venduto tutto il suo stock di tuberi restando a bocca asciutta, tanto che, secondo i dati di Mosca, le forniture di patate bielorusse sono aumentate del 60,8% e hanno raggiunto un volume record di oltre 170 mila tonnellate. Per quanto riguarda la produzione russa il governo ha stabilito l’aumento di diecimila ettari della superficie coltivata a patate, il che dovrebbe portare a un raccolto aggiuntivo di 250mila tonnellate. Il Ministero dell’Agricoltura, proprio per queste ragioni, prevede che il raccolto di quest’anno sarà superiore a quello precedente e dovrebbe ammontare a circa 7,5 milioni di tonnellate. Nel frattempo raccolta delle varietà precoci di patate è già in corso.
Gli agronomi hanno una loro visione di questa situazione. Il fatto è che le patate sono ortaggi che si coltivano in pieno campo e sono tra le colture più costose. La rilevazione degli esperti, infatti, tende a mettere in luce una discrepanza importante dato che a quanto pare le patate sono economiche nei negozi, ma i costi di produzione sono piuttosto elevati. Per questo motivo molti produttori stanno passando alla coltivazione di altre colture più interessanti in termini di redditività. In ogni caso secondo i tecnici i prezzi scenderanno entro luglio, poiché le patate del nuovo raccolto inizieranno ad entrare attivamente nel mercato.
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