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Estate 2025

‹‹Il Made in Puglia dice no all’overtourism››: chef e albergatori pugliesi promuovono l’etichetta “Buona Puglia”

A fronte del turismo di massa, 300 professionisti uniti per tutelare l’identità gastronomica e culturale pugliese

  • 28 Giugno, 2025

La Puglia è ormai da qualche anno tra le mete più ambite dai turisti italiani e stranieri, attratti da un mix invidiabile di bellezze naturali, cultura, enogastronomia e accoglienza. Ma se il boom turistico può sembrare una buona notizia, bisogna poi fare i conti con i rischi e il contraccolpo del successo: tra sovraffollamento, proposte standardizzate e un’offerta spesso poco autentica, si rischia di compromettere l’identità profonda della regione. A lanciare l’allarme – e insieme una proposta concreta – è l’associazione Buona Puglia, rete che riunisce oltre 300 tra chef, ristoratori, albergatori e produttori pugliesi.

Ristorante Riontino a Margherita di Savoia

A coordinarla è Francesco Nacci, figura di riferimento della ristorazione gourmet nella regione e presidente del Consorzio di tutela del biscotto di Ceglie Messapica. Nacci e i suoi colleghi hanno deciso di fare fronte comune: ‹‹Serve un nuovo modello di accoglienza – afferma – che metta al centro autenticità, qualità e rispetto per i territori››.

Da qui l’idea di istituire tour personalizzati che permettano ai visitatori di scoprire la Puglia vera, quella fatta di borghi autentici, produttori di nicchia, cantine storiche e osterie che custodiscono la tradizione. L’obiettivo è duplice: decongestionare le zone a più alta densità turistica e, allo stesso tempo, offrire esperienze coerenti con i valori del territorio. Fondamentale è entrare in contatto con i veri prodotti made in Puglia. La collaborazione con Italian Gourmet Secret sarà il perno organizzativo per questa nuova formula di accoglienza, che punta a distribuire il flusso turistico su tutta la regione, valorizzando realtà spesso escluse dai classici itinerari. In programma ci sono cene private in masserie, degustazioni in cantine, laboratori con artigiani del gusto, pranzi in ristoranti storici ed esperienze in trulli immersi nella campagna.

Oltre trecento partecipanti

Tra gli aderenti a questo circuito virtuoso spiccano nomi di peso come Peppe Zullo, Leonardo Vescera, Nazario Bisconti, il celebre macellaio Michele Sabatino, il ristorante Bacco a Barletta, Le Lampare al Fortino a Trani, Da Tuccino e Biancofiore a Polignano a Mare. Ma anche Cibus a Ceglie Messapica, Già Sotto l’Arco a Carovigno, La Barca di Ciro a Pulsano e realtà simbolo del Salento come Leone De Castris a Salice Salentino. Un progetto che coinvolge la Puglia tutta, da nord a sud, fino alle estreme coste salentine con la Taverna del Porto a Tricase e L’altro Baffo a Otranto, solo per citarne alcuni. In questo mosaico c’è posto anche per piccoli oleifici, caseifici e i produttori del pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto. L’idea è difendere l’eccellenza locale da logiche di mercato superficiali, che tendono a livellare l’offerta per assecondare la domanda turistica più distratta. Si vuole quindi disincentivare il turismo mordi e fuggi, aggressivo e veloce.

Cibus a Ceglie Messapica

 

‹‹Il rischio – spiegano da Buona Puglia – è che chi visita la nostra terra si trovi a pagare caro servizi scadenti, finendo per non tornare più. Così si rovina l’immagine della regione e si danneggiano le attività serie. Non si può svendere l’identità per inseguire numeri››. Una battaglia anche contro l’improvvisazione, che spesso si traveste da folklore ma non restituisce valore al territorio. Buona Puglia si propone come una comunità pronta a salvaguardare la biodiversità turistica e alimentare della regione, offrendo esperienze personalizzate, etiche e sostenibili.

E lanciano un appello: ‹‹Invitiamo tutte le realtà virtuose pugliesi a unirsi a noi. Perché la Puglia, quella vera, è un bene comune da proteggere insieme››.

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