La baita vicino alla cascata dove la selvaggina cuoce sulla brace e il vino non finisce mai

Chi cerca un’osteria con la tovaglia stirata e il menu in tre lingue può girare i tacchi. Il Robustello, a Colico, è un rifugio vero: pareti in sasso, odore di brace nell’aria e una cascata poco distante che fa da colonna sonora. Qui si viene per mangiare sul serio, tra legno vissuto e tovaglie quadrettate, con il vento che ogni tanto porta profumo di fumo e ginepro. È un posto che non si racconta: si raggiunge, si assaggia, si torna.

Piatti da lupi e tavolate che ridono forte

La cucina è un inno carnivoro alla Valchiavenna più schietta: niente fronzoli, zero leggerezza calcolata. Cervo e capriolo si sciolgono dopo ore di cottura ostinata, oppure arrivano alla brace, sotto forma di filetti spessi e affumicati, cotti con precisione e serviti ancora roventi. La polenta accompagna tutto con la consistenza giusta per reggere il mondo, e i pizzoccheri, quelli veri della Valchiavenna, sono gnocchetti corti, annegati nel burro fuso e nel formaggio (Bitto e Casera, naturalmente), dove la salvia fritta e l’aglio quasi bruciato lasciano il segno. Lo sciatt che scotta come una dichiarazione d’amore e fila come se il formaggio non conoscesse gravità.

Ma il cuore dell’osteria, quello che batte forte e affumicato, è la griglia: costate grandi come taglieri, carni che sfrigolano lente, profumi che non lasciano scampo. Si mangia rumorosamente, con il vino che arriva rosso, generoso.
Non serve il sommelier, basta il pane per pulire il piatto.

La sala è un misto di legno, fumo e allegria: tavolate intere che parlano dialetti diversi, gruppi di motociclisti, famiglie affamate, coppie con le guance rosse. Nessuno si preoccupa di sembrare chic: qui si viene per stare bene, e uscire sazi in tutti i sensi. Perché al Robustello si mangia come si vive in montagna: dritto, abbondante, convinto.

Osteria Robustello, Località Robustello, Via Chiaro, 85, 23823 Colico – 389 072 1013