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La riscossa del Lambrusco Grasparossa: il nostro viaggio emiliano tra i filari del vino selvaggio

Nella patria del Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, un rosso che punta alla qualitร  e alle bollicine da Metodo Classico. E vince premi e riconoscimenti

  • 21 Maggio, 2024

Il pretesto lo offre lโ€™ultima edizione di Vini dโ€™Italia, dove per la prima volta si assegnano i Tre Bicchieri a un Lambrusco Grasparossa โ€œdal corredo aromatico ampio, frutti di bosco come ribes e mirtillo in evidenza, cenni di pepe bianco e di mentucciaโ€, ricco al gusto โ€œcon la carbonica viva, corpo bilanciato che allunga sul finale di eleganzaโ€. รˆ il premio al Grasparossa Castelvetro Vini del Re โ€™22 della Cantina Sociale Settecani ma anche un traguardo per il comprensorio, il riconoscimento per quel manipolo di produttori che con amore e consapevolezza si dedica al lambrusco โ€œscuroโ€ della tradizione modenese. Mai semplice da sdoganare oltreconfine, specie sul fronte della qualitร . Grasparossa che riempie il bicchiere e la campagna di spuma e di colore, rosso cangiante nel tinteggiare i paesaggi autunnali e le labbra; di mirtilli e fragoline รจ il profumo che sprigiona nel bicchiere, con sorso pieno e goloso, frizzante di rosso anche quello.

La cantina Settecani. In apertura le vigne dei soci della Cantina Sociale di Castelvetro di Modena

Il Lambrusco in un mondo che cambia

ยซNel tempo รจ cambiato il modo di pensare dei viticoltori โ€“ dice il presidente di Settecani Paolo Martinelli โ€“ anche indirizzato da questa cantina, nata nellโ€™omonima frazione di Castelvetro cento anni faยป. Oggi sono 120 i soci conferitori, ยซcresciuti nel valorizzare la vignaยป anche in tema sostenibilitร , ยซperchรฉ se non hai buona vigna non hai cantina, non hai vino. Puntiamo sulla qualitร , consapevoli che sul fronte delle rese non siamo competitivi con le realtร  della pianuraยป. Parola di chi alleva 400 ettari vitati fino ai 450 metri di altitudine, appezzamenti ed esposizioni diversi, ยซpassiamo dai calanchi alle colline piรน dolci e cosรฌ variano suoli e microclimaยป, come ricorda lโ€™enologo Andrea Graziosi. Da qui la differenziazione dei prodotti col Grasparossa come filo conduttore: ยซHa buccia spessa, ricca di polifenoli; sulla pianta รจ coriaceo e tardivo nella maturazioneยป, qualitร  da gestire bene in cantina per ยซdomare un tannino importante, facendo attenzione alla macerazioneยป. Ne nasce un vino dallโ€™indole gastronomica, buono nellโ€™accompagnare la tavola emiliana dallo gnocco fritto (qui un ristorante a Modena dove mangiarlo) ai salumi, dai bolliti ai ragรน, storicamente declinato nelle versioni secca e amabile ยซma che ancor prima era come venivaยป, con le fermentazioni interrotte dallโ€™inverno e riattivate a primavera, in maniera piuttosto empirica.

Paolo Martinelli, presidente della cantina sociale Settecani

La linea Vini del Re della cantina Settecani nasce per valorizzare i grappoli piรน belli e piรน buoni, cosรฌ il โ€œGraspaโ€ dagli appezzamenti in altura, ยซvino fresco e fruttato, ottimo dallโ€™aperitivo al tutto pastoยป nellโ€™intercettare il gusto del consumatore locale e straniero, col ยซturismo in zona che sta crescendoยป al di lร  dei tour per la Ferrari e il Parmigiano. A tal proposito, da un vigneto vicino allโ€™incantevole Santuario della Beata Vergine a Puianello (meta che vale il viaggio), nasce Settimocielo, primo metodo classico di Settecani da vecchi cloni di Grasparossa, ยซpressatura soffice e 24 mesi sui lievitiยป a preservare freschezza e colore, aciditร , ยซquasi una terza via tra lambrusco e spumanteยป.

La cantina di Tenute Agricole Cleto Chiarli a Castelvetro

Castelvetro, il cuore della denominazione

Castelvetro รจ il fulcro della denominazione e del nostro viaggio, cosรฌ ci spostiamo nelle Tenute Agricole Cleto Chiarli, fondate nel 2001 dai fratelli Anselmo e Mauro (accanto alla poderosa Chiarli 1860) con ยซla volontร  di tornare piccoli e tutelare vecchi cloni selezionati sul campoยป. E di riacquisire una cantina in Castelvetro, riappropriandosi di vinificazione e imbottigliamento laddove restavano soltanto magnifici poderi. รˆ il giovane Tommaso Chiarli, in prima linea nella gestione aziendale, a tracciare il corso del Grasparossa per la famiglia che ยซlo coltiva fin dal 1898, sempre in zona pedecollinare. Tra i varietali del lambrusco รจ quello che meglio si รจ adattato alle altitudini preappenniniche come alla pianura, offrendo unโ€™interessante varietร  di interpretazioniยป.

Lโ€™avvento delle autoclavi, negli anni Cinquanta, segnรฒ il cambio di passo dellโ€™azienda, col Grasparossa che per i modenesi รจ sempre rimasto โ€œlo scuroโ€ e che si cominciรฒ a vendere anche allโ€™estero, fino ad arrivare al prodotto โ€œamabileโ€ con residuo zuccherino elevato nel bilanciare la vinositร , il corpo, la ruvidezza. ยซTalmente apprezzato che la moda portรฒ a eccessi e distorsioniยป, in quei drammatici anni in cui il lambrusco rischiรฒ di perdere lโ€™identitร  al cospetto di quantitร  e prezzi bassi. ยซQuando si รจ riemersi, lโ€™attenzione era totalmente spostata sui vini secchi, lasciando allโ€™amabile il ruolo del cattivoยป. Non รจ cosรฌ per Cleto Chiarli, che con orgoglio propone il Centenario Amabile, ยซdolce e fruttato lโ€™ingresso in bocca, asciutto il finaleยป, versatile negli abbinamenti ยซcoi formaggio saporiti, con un petto dโ€™anatra o con la pizza, per stemprare lโ€™aciditร  del pomodoro, con certa cucina esotica speziata e piccanteยป. Al suo fianco il secco Vigna Cialdini, icona elegante e fragrante, ยซda un vigneto di 25 anni su cui abbiamo concentrato tutte le nostre ricerche, puntando a un lambrusco scuro di qualitร  che dissipasse le nebbie sulla tipologiaยป.

Vendemmia tra i filari di Fattoria Moretto

Grasparossa: la sottozona Montebarello

Ha sede nei pressi di Castelvetro anche la Fattoria Moretto, gestita da Fausto e Fabio Altariva (in pista adesso anche suo figlio Alessio, quarta generazione allโ€™opera) e fondata da nonno Antonio a inizio anni Sessanta, trasferitosi qui da Pavullo. Siamo sui colli piรน vocati e affascinanti del Montebarello, ยซper la quale รจ in dirittura dโ€™arrivo il riconoscimento di una sottozona della denominazioneยป, a certificare la differenza con le produzioni di pianura. Nel 1991 il salto di qualitร , puntando allโ€™imbottigliato dโ€™eccellenza e accorpando appezzamenti di Grasparossa ben soleggiati e ventilati, ยซper lโ€™unica varietร  a bacca rossa che alleviamoยป. รˆ un museo a cielo aperto il vigneto Canova ยซcon piante di oltre 50 anni di etร ยป, da cui nasce lโ€™omonimo cru aziendale, naso di frutti rossi e geranio, sorso secco, sapido, mentre il Monovitigno รจ figlio di ยซargilla piรน compatta su terreni in direzione Levizzano, 280 metri di altitudine, tannino morbido e beva piรน classicaยป. Il residuo zuccherino รจ sempre basso, uguali il metodo e la vinificazione da mosto, ยซa esaltare le differenze di suolo, di esposizioneยป: quasi unโ€™enciclopedia del โ€œGraspaโ€ di collina per vini estremamente stagionali, specchio della vendemmia, con ยซtannini maturi e bassissimo apporto di solforosaยป. Nota piรน spensierata quella dello Sbiadรฌ, un ยซquasi rosato da pressatura soffice e zero macerazione, 4 mesi sui lieviti senza alcuna nessuna filtrazioneยป, a giocarsela con certi Sorbara che tanto piacciono ai giovani in orario dโ€™aperitivo.

Un ritratto di Maria Livia Manicardi

A sud della via Emilia

Non รจ lontano il luogo che nei primi anni Ottanta Enzo Manicardi scelse ยซper produrre un Lambrusco che piacesse alla moglie Ginevra, detta Veva โ€“ come ricorda la figlia Maria Livia, ยซdonna molto bella e dal palato fine โ€“ amante di quel Lambrusco rosa che col tempo รจ divenuto il Metodo Classico Fabula, con saldo di uve Pignoletto. Ma resta il Grasparossa la varietร  principe dei vini prodotti dallโ€™Azienda agricola Manicardi, in questa collina assolata che inizialmente fu ยซmeta da fine settimana per noi che stavamo a Modena. Qua non cโ€™era niente, se non la stalla e la casa del contadino che divenne il primo cantiniereยป. Enzo vi portรฒ anche le sue botticelle per lโ€™aceto balsamico e la produzione si รจ poi ampliata, consolidata, tenendo il filo con la tradizione e guardando alla contemporaneitร . ยซDopo la riscossa del Sorbara abbiamo capito che anche il Grasparossa poteva riconquistare il posto che meritaยป, ricorda lโ€™enologo Valerio Macchioni, ยซdiversificando le produzioni e nobilitandone le specificitร . A sud della via Emilia, dove si coltiva questa varietร , la zona รจ piรน eterogenea, e cosรฌ la qualitร  dei suoli e di risultati ottenibiliยป. Qui siamo sui colli e non si sbaglia, ยซstoricamente offriamo un Grasparossa ruvido e corposo, da macerazioni di 5/6 giorni a contatto con le bucce, estrazione di profumi ma anche di alcol e tanniniยป. Prodotto sia in versione secca che amabile, ad elevarsi รจ il Caโ€™ del Fiore ยซda unico vigneto con toponimo riconosciutoยป, intenso e corposo, sapido, specchio della territorialitร  e della filosofia aziendale.

Una immagine dalla vigna della tenuta Villa di Corlo

Verso Maranello

Risalendo verso Maranello, laddove nord significa riconsegnarsi alla piana, incontriamo lโ€™azienda agricola Pezzuoli, viticoltori dal 1932, dove Alberto Pezzuoli si dedica con passione alla produzione di lambrusco Grasparossa dai propri vigneti, anche con una linea biologica. รˆ lโ€™Etichetta Nera โ€™22 che piรน รจ piaciuta a Vini dโ€™Italia, al naso note di lampone e rosa, al palato carbonica ricca e vena acida allettante.
Antonia Munari opera invece a Baggiovara, dal 1998 alla guida di Villa di Corlo, fascino a dismisura per lโ€™antica acetaia nei solai della villa del Seicento dove si produce aceto balsamico tradizionale di Modena. ยซMa fin da subito abbiamo investito per un Grasparossa di qualitร ยป, brevissima fermentazione iniziale e quindi โ€œtecnica del freddoโ€ a conservare profumi, frutto, fragranza, risvegliati poi nel passaggio in autoclave. Il loro Corleto nasce nei vigneti attigui alla tenuta e poi diventa figlio di una sola vigna a San Venanzio, 200 metri di altitudine vicino Maranello, con un perfetto equilibrio tra zuccheri e aciditร , ยซindispensabile per lโ€™allegria del lambruscoยป. Da questโ€™anno si aggiunge la produzione di un appezzamento acquisito in collina, nella giร  decantata sottozona del Montebarello: ottima esposizione e provvidenziale presenza di un lago, i mosti raccontano una promettente prima vendemmia. Antonia conferma che il Grasparossa ยซdร  unโ€™uva generosa e sana, con buccia grossa e splendido colore, tannino importante, richiede attenzione in cantina dove tende a fermentazioni anomale e retrogusto amaroยป. Peculiaritร  e metodo permettono un ยซlimitatissimo utilizzo di solforosa, particolare a cui tengo moltoยป.

Bere poco, bere bene e con consapevolezza, anche di ciรฒ che si ha nel bicchiere: ยซAmo molto i vini buoni, non voglio certo sprecare la salute per quelli che mi piacciono il giustoยป, sorride Antonia Munari. E questa filosofia puรฒ valere ben oltre i confini di Castelvetro, laddove il โ€œGraspaโ€ suona finalmente la sua riscossa.

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