Manca ancora qualche giorno alla fine dell'anno, ma i dati già parlano chiaro per Bergamo e Brescia, Capitali della Cultura in tandem per il 2023: i mesi appena trascorsi segnano un record di presenze e di impatto economico, tanto più importante quanto più hanno simbolicamente segnato la rottura con l'annus horribilis del Covid, che proprio in questa parte d'Italia ha registrato il dato più drammatico. E non è un caso che la nomina – eccezionalmente di coppia – sia stata assegnata proprio nel 2020 alle due città per rilanciarle attraverso le visioni e le opportunità offerte dalla cultura dopo i tempi bui della pandemia. Il bilancio, a pochi giorni dalla fine dell'anno, parla chiaro e prende come parametro di paragone l'andamento del 2019, ultimo anno “normale” con un aumento medio del 100% di ingressi agli Info Point turistici (quasi 164.700mila ingressi nei 5 punti informativi di riferimento delle città).
Visitatori e presenze alberghiere
A conti fatti si stima (con una certa approssimazione) che saranno 11,6 milioni i visitatori che avranno calcato il selciato delle due città, molti italiani ma anche molti stranieri, in arrivo principalmente dall'Europa, con Germania, Spagna, Svizzera, Francia, UK ai primi posti, ma non sono mancati anche arrivi da oltreoceano: USA, Cina e India, in aumento di circa il 40% rispetto allo stesso periodo del 2022. Si tratta di visitatori giornalieri, che hanno trascorso poche ore in città, ma anche di turisti che hanno soggiornato, facendo crescere i pernottamenti del 41,7% rispetto allo scorso anno. Un incremento che ha superato e di tanto le aspettative, che nel dossier del progetto fissava il traguardo delle presenze alberghiere al 20% in più nell'anno; trasformando il profilo delle città: non più solo centri industriali, ma destinazioni per il turismo culturale.
E se le iniziative artistiche, gli spettacoli e gli eventi culturali sono quelli che hanno attirato di più l'attenzione dei visitatori (oltre 2500 eventi e 238 rassegne pubblicati sul sito dedicato), con una grande frequentazione di monumenti, musei e teatri, non sono mancate ricadute anche sul tessuto commerciale delle città.
I risultati di Brescia
Lo si desume, per esempio, dai dati offerti dai pagamenti elettronici; il comune di Brescia si avvale del monitoraggio delle transazioni effettuate con carta di credito Mastercard: da gennaio a luglio 2023 e rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, le consumazioni nei bar e ristoranti sono aumentate in media del 23,77%. Non solo: negli stessi mesi sono cresciuti anche gli importi delle transazioni con una media del +23,96%. È un dato parziale, ovviamente, ma significativo dell'impatto economico nel perimetro cittadino del Distretto urbano del commercio.
I risultati di Bergamo
A Bergamo, invece, i dati forniti da VisitBergamo sono stati elaborati da Ascom (Associazione del Commercio, del Turismo, dei Servizi e delle P.M.I., parte di Confcommercio) offrendo una previsione dell'anno da Capitale della Cultura basata sui primi 10 mesi. In base a questi i pernottamenti dovrebbero essere, a fine anno, tra i 2,866 e i 2,881 milioni. Una cifra record per la città e il territorio circostante (la cosiddetta grande Bergamo) con un incremento rispetto al 2022 dell'ospitalità alberghiera del 29,5% in città e dell’1,2% nella grande Bergamo, e del 53,2% della città e del 41,3% nella grande Bergamo per quanto riguarda il settore extralberghiero, ovvero bed and breakfast, case vacanze e affitti turistici. Se invece come termine di paragone si prende il 2019, ultimo anno prepandemia, nel settore alberghiero c'è un aumento del 20,4% in città e un calo del 6,6% nella grande Bergamo; per l’extralberghiero si riscontra un aumento del 38,9% in città e ancora maggiore (45,6%) nella grande Bergamo. Ovviamente si può valutare l'anno da capitale della cultura anche sulla spesa (stabilita in base a una spesa media Istat di circa 119 euro a persona). Il confronto si fa con l'anno precedente. Nel 2023 la spesa complessiva per il turismo nella Bergamasca dovrebbe superare i 255 milioni di euro, circa 60 milioni in più dello scorso anno, di cui 54,5 milioni in città, 5,2 milioni nella grande Bergamo, cui si devono aggiungere circa 17,3 milioni di spesa in più (6,3 per gli alloggi) nel resto della provincia. La spesa in città riguarda il pernottamento (circa 93 milioni, ovvero il 36,4%), pranzi e cene (101 milioni, circa il 39,6%), acquisti di prodotti e servizi (trasporto pubblico locale e ingressi (61 milioni, il 24%) mentre si devono escludere le spese di viaggio (i cui introiti non rimangono sul territorio).
Ottima dunque la ricaduta per bar e ristoranti, soprattutto in centro città e a Bergamo Alta, ma non manca qualche segno + anche in provincia. Non bisogna però dimenticare che l'aumento dell'inflazione ha portato a una contrazione dei volumi dei consumi anche a fronte di valori più alti di spesa. «I turisti hanno meno soldi da spendere – spiega Oscar Fusini il direttore di Ascom Confcommercio Bergamo – chi non rinuncia al ristorante risparmia sul numero delle pietanze e sceglie le meno costose».
Capitale della Cultura 2024: Pesaro in cucina
Ora l'obiettivo è consolidare i risultati ottenuti, aumentare la permanenza dei turisti alle 3 notti di media, portare i visitatori anche in provincia. Per farlo occorre presentarsi preparati sin dal passaggio di consegne con Pesaro, già Città Creativa per la Musica Unesco dal 2017 e Capitale Italiana della Cultura 2024, che si è assicurata la nomina grazie a un progetto culturale che indaga La natura della cultura e – si legge nella motivazione di assegnazione - «propone azioni concrete attraverso le quali favorire anche l’integrazione, l’innovazione, lo sviluppo socio-economico. In questa prospettiva, la proposta conferisce il giusto equilibrio a natura, cultura e tecnologia, tre elementi che si fondono in un contesto di azione condivisa tra pubblico e privato».
Nel progetto una parte importante avrà anche La natura operosa della cultura, quella che, tra le altre cose, intercetta nelle cucine delle nostre case – molte delle quali fabbricate proprio a Pesaro –il cuore della vita domestica, il teatro dei cambiamenti culturali e affettivi del paese, «partendo dalla famiglia e dal cibo si arriva agli stili di vita, al lavoro, alla vita sociale, alla politica». Nei prossimi mesi, dunque, Pesaro dedicherà un programma sul tema In cucina articolato in varie sezioni, tra cene interculturali e intergenerazionali, performance e convivialità con appuntamenti dedicati al cinema sperimentale femminista sul tema della cucina e spettacoli dal vivo che si svolgono proprio in cucina.