«Direttore buon giorno, la chiamo per avere una sua riflessione sull'inchiesta "fritto misto" e la sospensione del vostro direttore Ferrua. Ma anche per capire il clima che respirate in redazione dopo la perquisizione chiesta dalla Procura di Torino...». «Buongiorno a lei, ora però sono in riunione. Può richiamarmi nel pomeriggio, dopo le 15?». Questo è l'unico scambio che è stato possibile con Andrea Malaguti, direttore de La Stampa e già, in passato, caporedattore di Ferrua a Torino quando vicedirettore era Giancarlo Laurenzi e il "sospeso" (per ora) direttore di Gusto era caposervizio e lavorava di notte nell'ufficio centrale. Direttore della Stampa era Giulio Anselmi.
Riproviamo a chiamare Malaguti dopo le 15, ma nessuna risposta. Allora mandiamo un messaggio in cui chiediamo quando possiamo sentirci. Nulla. Black out. Allora proviamo a contattare un collega del Comitato di redazione, Marco Accossato. Nessuna risposta. Per messaggio chiediamo che aria si respira da quelle parti, come sta procedendo il lavoro in redazione, se i colleghi sono sconvolti o meno. A fine pomeriggio, però, il membro del cdr della Stampa si palesa via whatsapp e scusandosi dice: "in questo momento preferiamo non parlare e attendere. So che capirai…"
Etica professionale, questa sconosciuta
Caro Marco, la risposta è comprensibile, ma non riusciamo a capire del tutto. Perché la domanda di fondo su cui avremmo gradito una risposta anche dal direttore della Stampa, è: come è stato possibile che nel corso degli anni nessuno si sia mai accorto che forse qualcosa non girava al meglio con Luca Ferrua? E magari non solo con lui. È chiaro, a fare luce sugli eventuali aspetti penali saranno i magistrati che stanno indagando a partire dal progetto di comunicazione per il Comune di Baldissero Torinese legato al piatto Fricassè 'd Baudisse. Ma c'è un ulteriore ambito di responsabilità: si chiama etica professionale, responsabilità di fronte ai lettori, agli ascoltatori, ai telespettatori. E da questo punto di vista - al di là delle colpe eventuali di Ferrua - la colpa dovremmo sentircela addosso tutti noi. Tutti noi comunicatori e professionisti dell'informazione, dei media. Tutti noi che molte di situazioni border line ne abbiamo viste o di cui abbiamo sentito parlare, anche vagamente, ma che non abbiamo mai denunciato nulla. C'è voluta la consigliera di opposizione a Baldissero, Paola Chiesa, perché la cosa uscisse allo scoperto. Perché i Direttori e gli Ordini se ne accorgessero.
Il silenzio dei Direttori
Comunque, non demordiamo. E proviamo a chiamare Maurizio Molinari, Direttore di Repubblica e uomo che a suo tempo nominò Luca Ferrua alla direzione di Gusto. E privamo anche a chiamare Massimo Giannini che della Stampa è stato Direttore prima di Malaguti e che era il diretto superiore di Ferrua. Nessuno risponde al telefono. mandiamo un messaggio specificando chi siamo e perché cerchiamo di interloquire. Ci sembra che la situazione sia abbastanza grave per noi professionisti dell'informazione, che forse una risposta la meriterebbe. Anche, se non altro, per rassicurare colleghi e redazioni. Nulla. Silenzio. Ma così difficilmente si uscirà dalla palude che purtroppo troppo spesso vede marciare insieme corruzione, cibo e vino.
Food, materia minore? Intanto fa tanto business
Non solo cibo e vino sono mondi in cui il malcostume e la mancanza di etica fanno spesso capolino. Sono però un terreno su cui vale la pena fare qualche riflessione. Sono, all'interno della categoria dei giornalisti, considerati materie minori rispetto a Politica, Esteri o Cronaca. Eppure, sono terreni su cui gli editori fanno soldi, una barca di soldi: sono collettori di pubblicità ad altissima intensità. E alla fine tutto sommato sono anche materie in cui visceralità e passione hanno valori alti e che dunque contribuiscono anche a sostenere l'immagine dei vari protagonisti (basta pensare alla pancia di Salvini e alle sue battaglie per un posto al sole a livello europeo). Proprio per questo, però, andrebbero considerate non proprio "minori", come materie. Andrebbero sottoposte a un controllo etico importante. Sono settori in cui dovrebbe avere la priorità sempre e comunque l'interesse del lettore, dell'utente, del consumatore. Ma invece no. Perché altrimenti, forse, qualcuno se ne sarebbe accorto un po' prima che le cose non andavano al meglio. Invece, ancora una volta nella Repubblica di Tangentopoli, c'è voluta la magistratura a scoperchiare un bubbone. Poi, chissà, domani torneremo a dire che i magistrati hanno troppo potere e che alla fine il fritto misto di Baldissero è buono per davvero e dunque, perché castigare Ferrua? Alla fine ha fatto il lavoro suo.