Netflix e il cibo in tv. Obiettivo qualità
Mentre l'Italia scopre un nuovo modo di guardare la tv, che proprio dal palinsesto televisivo si affranca per esplorare le potenzialità del web, negli Stati Uniti (fautori di questa rivoluzione) Netflix continua a scommettere sulle produzioni di qualità. Non solo serie d'autore - che indubbiamente rappresentano la punta di diamante dell'attività della piattaforma americana fruibile in streaming on demand – ma anche approfondimenti e documentari tematici realizzati con la cura (e gli investimenti!) di chi vuole puntare sull'autorialità, garantendo contenuti studiati per target sempre più specifici. Un esempio ben riuscito di questa politica della qualità è Chef's Table: la prima serie, in 6 puntate con la direzione di David Gelb (già autore di Jiro Dreams of Sushi), ha ricevuto l'apprezzamento della critica e un buon successo di pubblico mettendo in scena la vita e le esperienze professionali di alcuni tra i più grandi chef del mondo, Massimo Bottura compreso. E infatti è già in cantiere una seconda serie, che presto integrerà l'offerta per il pubblico americano, e solo in seguito vedremo in Italia, dove Netflix sta cercando di prendere piede in un mercato difficile per stessa ammissione dei vertici dell'azienda (ma l'esordio fa ben sperare, sono già 4 milioni gli abbonati, mentre nel mondo il gruppo continua a crescere oltre le aspettative, con quasi 75 milioni di persone che fruiscono del servizio).
Cooked di Michel Pollan. Il libro
Intanto però, nell'era in cui la cucina in tv non accenna a perdere colpi e soddisfa le aspettative di una platea sempre più trasversale, la piattaforma ha deciso di puntare con forza sull'approfondimento gastronomico, assoldando una personalità del calibro di Michel Pollan, autore di importanti testi di antropologia gastronomica diventati best seller, come Il dilemma dell'onnivoro. Giornalista e saggista statunitense con una cattedra all'Università di Berkeley, nell'ultimo decennio ha scelto di dedicare le sue inchieste al sistema alimentare globale, analizzando i meccanismi di produzione e distribuzione dell'industria statunitense, i metodi di approvvigionamento alternativo, l'impatto ambientale dell'industria alimentare. Poi, nel 2013, memore di precedenti importanti come la riflessione di Levi Strauss sul ruolo antropologico della cottura, ha dato alla stampa Cooked (la sua ultima fatica letteraria a carattere divulgativo, almeno per il momento), incentrando il discorso sul valore culturale del processo di trasformazione degli alimenti. Nel testo, l'autore analizzava quattro diversi metodi di cottura, polarizzando l'indagine sugli elementi naturali: fuoco, acqua, aria, terra. Ancora una volta un successo editoriale – peraltro molto godibile – che Netflix ha deciso di portare sullo schermo.
Cooked di Michel Pollan. La mini-serie
Dal prossimo 19 febbraio la serie (in 4 puntate, quante le sezioni tematiche del libro) sarà disponibile per il pubblico americano; per girarla è stato interpellato Alex Gibney, già premio Oscar per Taxi on the dark side e autore di documentari di denuncia sul sistema finanziario e politico statunitense. Ogni episodio si concentrerà su un diverso elemento naturale e sulla sua relazione con metodi di cottura e trasformazione antichi e moderni, proprio come nel libro di Pollan, spaziando dalla peculiare cottura al barbecue della tradizione aborigena australiana alla cucina indiana, dalla panificazione al processo di fermentazione. Un viaggio tra le tradizioni gastronomiche del mondo che presta il fianco a una riflessione più profonda sul valore culturale della cucina. C'è da sperare che Cooked (come si chiamerà la mini-serie) arrivi presto anche in Italia.
a cura di Livia Montagnoli