Giovanni Rana e il pesto d’oltreoceano. I nodi da chiarire

19 Apr 2023, 12:16 | a cura di
Il sequestro al porto di Genova di oltre 7 tonnellate del pesto Rana, salsa alla genovese prodotta dal più famoso pastificio al mondo, è oggetto di una diatriba sulla quale si dovrà pronunciare il Tar ligure

Sta facendo scalpore la “crociera” riservata a un ingente quantitativo di Basilico Genovese Dop che mesi fa ha attraversato l’Atlantico per ritrovarsi nell’Illlinois per poi essere trasformato in pesto ed essere riportato in Italia. La notizia, pubblicata da Repubblica e altre testate, ha suscitato un iniziale vespaio di polemiche con titoli a effetto come “spacciato per pesto italiano”. Si tratta di un quantitativo di oltre 7 tonnellate di pesto Rana sequestrate in via preventiva all’interno del Porto di Genova con un provvedimento che riporta la data del 27 gennaio scorso. Ma facciamo un passo indietro.

Giovanni Rana e lo “spin off” americano

Lo storico pastificio di San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, nel 2012 ha aperto una sede a Bartlett, piccolo comune alle porte di Chicago. Ed è proprio qui, nella Rana Meal Solutions che è arrivato il Basilico Genovese Dop protagonista del pesto tanto discusso. Il prodotto, a marchio Kirkland, è poi tornato trasformato alla volta dell’Europa per essere destinato al mercato spagnolo e francese dove Costco, hard discount statunitense, sta aprendo alcuni punti vendita.

La causa del sequestro del pesto Rana

La normativa a cui fa riferimento il sequestro è il Regolamento della Comunità europea 625/2017, una colonna portante della legislazione europea in fatto di controlli su alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sulla sanità delle piante e sui prodotti fitosanitari. Insomma una legge indispensabile per la tutela e la sicurezza di quello che coltiviamo, alleviamo e mangiamo. Si tratta, però, di un testo che affronta l’aspetto dei controlli nei rami più disparati: gli alimenti e la sicurezza alimentare, l’integrità e la salubrità della trasformazione e della distribuzione di alimenti, ogm, salute e benessere degli animali, la produzione biologica, prodotti fitosanitari e l’utilizzo dei pesticidi, etichettatura di prodotti a denominazione (D.O.P., I.G.P.). Per questo motivo un riferimento a questo Regolamento, senza ulteriori specifiche, risulta abbastanza lacunoso da parte degli inquirenti ed è proprio questo l’elemento su cui fa leva la difesa. L'azienda, infatti, ha dato mandato agli avvocati Tito Zilioli e Riccardo Ruffo di presentare ricorso al Tar Liguria per richiedere l’annullamento del provvedimento.

pesto rana

L’aspetto normativo

Osservando attentamente l’etichetta in questione, alcune domande si potrebbero porre. Ad esempio, è giusta la dicitura 100% Imported Italian Basil D.O.P., dato che non esiste una denominazione di questo tipo? Secondo il regolamento UE 775/18 sull'indicazione del Paese di origine dell'ingrediente primario, si dovrebbe scrivere "origine del basilico: Italia" oppure la regione (esempio: Liguria). Inoltre, trattandosi di basilico D.O.P., facendo riferimento ai "criteri per l’utilizzo del riferimento a una denominazione d’origine protetta o a una indicazione geografica protetta nell’etichettatura, nella presentazione o nella pubblicità di un prodotto composto, elaborato o trasformato" utilizzati dal Ministero, si dovrebbe scrivere tra virgolette "Basilico Genovese D.O.P." quindi non Italian basil D.O.P. anche perché è un prodotto che non esiste, mentre il Basilico Genovese D.O.P. si.

Un ulteriore problema si pone anche in merito al Tricolore presente sull’etichetta sul quale la legge 350/03 art.4 comma 49 si esprime in questi termini: “… costituisce fallace indicazione, anche qualora sia indicata l'origine e la provenienza estera dei prodotti o delle merci, l'uso di segni, figure, o quant'altro possa indurre il consumatore a ritenere che il prodotto o la merce sia di origine italiana incluso l'uso fallace o fuorviante di marchi aziendali ai sensi della disciplina sulle pratiche commerciali ingannevoli …”.

La nota del pastificio in merito al sequestro del pesto Rana

In merito agli articoli pubblicati da alcuni organi di informazione relativi al blocco di un carico di prodotti del Pastificio Rana al Porto di Genova, l’azienda tiene a precisare quanto segue:

  • Pastificio Rana – attraverso la propria controllata americana Rana Meal Solution – produce pesto per il mercato americano utilizzando esclusivamente Basilico coltivato in Liguria con certificazione D.O.P. ottenuta dal Consorzio di Tutela del Basilico Genovese D.O.P.;
  • L’azienda è il maggiore esportatore di basilico D.O.P. a livello mondiale da circa 12 anni;
  • L’etichetta del prodotto in questione, infatti, riporta la dicitura “100% Imported italian basil D.O.P.” e il bollino di certificazione del Consorzio di Tutela del Basilico Genovese D.O.P.;
  • Pastificio Rana – certa della correttezza del proprio operato e del rispetto delle normative nazionali ed internazionali – ha mostrato la massima collaborazione e trasparenza e ripone la propria fiducia nell’operato degli organi giudiziari competenti.

a cura di Indra Galbo

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