A Roma il cibo รจ sacro. Il vino pure. E la tavola ne celebra il rito. Cosรฌ รจ chiaro che ce ne sia tanto di cibo e di vino โ oltre a sesso ed eros, chiaro โ nel docufilm che Mr. Dagospia (al mondo Roberto DโAgostino) insieme a Marco Giusti (critico e regista) hanno realizzato per la regia di Daniele Ciprรฌ con la collaborazione di Paolo Sorrentino (produttore creativo): Roma santa e dannata.
Palleggio con Chinaglia e Celentano
Partiamo cosรฌ proprio dal film per raccontare quella Roma santa e dannata e i personaggi che ci girano intorno (e dentro). In particolare, riavvolgiamo il nastro al racconto che Enrico Vanzina fa dellโapparizione dellโAvvocato al titolare del Matriciano, storico locale di via dei Gracchi (quartiere Prati) che insieme al Bolognese รจ ed รจ stato una delle insegne intorno a cui hanno orbitato e orbitano i mondi paralleli e convergenti di cinema, arte e politica. Alberto Colasanti โ terza generazione del Matriciano insieme alla sorella Rosa โ aveva liquidato, con la promessa di trovargli un tavolo per due, Luca Cordero di Montezemolo, frequentatore abituale del locale. Racconta Alberto: ยซLo avevo avvertito: โStasera cโรจ casino, un tavolo te lo trovo, perรฒ devi aspettร โ, gli dissi. Ma lui si presenta allโora piรน ovvia per la cena e cโera davvero un gran casino. Poi mi giro, guardo verso lโingresso e vedo Montezemolo con un altro signore. Non ci volevo credere, era lui, lโAvvocato, Agnelli, nel mio ristorante. Non capisco piรน niente: corro tra i tavoli, caccio via una decina di clienti in attesa di sedersi, sdoppio due tavoli e mi fiondo da Montezemolo piantando il tavolo in mezzo alla sala. Alzo gli occhi, sorrido, abbasso un poโ la testa: โAvvocato, questo รจ il Matricianoโ. Quelli sรฌ che erano anni dโoro, i fantastici Ottantaยป.
I "fantastici" anni Ottanta
Ma perchรฉ fantastici? Cโera Reagan in Usa, cโera il Pentapartito, il โpatto del camperโ (il CAF, Craxi-Andreotti-Forlani) in agguato in Italiaโฆ ยซFantastici perchรฉ la gente girava e giravano i soldi. E venivano a mangiare! Facevamo i doppi turni. Oggi dopo le 22.30 non viene piรน nessunoยป. La serata in cui Agnelli scopre il Matriciano รจ ancora scritta in caratteri dorati nel cuore di Alberto. ยซA un certo punto mi avvicino al loro tavolo e lโAvvocato mi sorride: ยซMi dicono che lei รจ un grande amico di Chinagliaยป. Certo, rispondo. ยซMa mi dicono che lei รจ anche un grande romanistaยป. Mi ha toccato nel sentimento! Io โ gli rispondo โ sono un grande romanista e sono amico di Chinagliaยป. Tanto amici che una mattina diedero vita a una gustosa scenetta con strascico, roba che oggi non sarebbe possibile vedere piรน se non in uno spot. ยซMa si, era una quarantina di anni fa, io ero ancora giovanotto, avevo 44 anni o giรน di lรฌ. Ci ritroviamo qui davanti con Giorgio Chinaglia, Massimo Ranieri โ con cui saremo stati comparetti tre-quattro volte tra figli e nipoti vari โ e Adriano Celentano: cominciamo a fare un poโ di palleggi in mezzo alla strada. Poi si va a pranzo. Celentano mi ferma e mi fa: Alberto, avrei bisogno di farmi la barba. ยซCโรจ mica un barbiere qui vicino?ยป Cosรฌ lo mando dal mio, qui dietro. Dopo qualche giorno mi vedo arrivare al ristorante il barbiere che mi domanda: โAlberto, ma la barba di Celentano chi la paga?โ. Ecco, lui non paga mai!ยป.
Quel biondino di Sergio Leone
Il Matriciano รจ un luogo dove lo spazio-tempo di dilata nel corso di un secolo attraverso i ricordi e i racconti di Alberto Colasanti. Lui รจ il centro di questo sistema solare intorno al quale girano i protagonisti della mondanitร romana. ยซRegisti e attori erano di casa โ racconta Alberto โ Ricordo Anthony Minchella, una piacevolissima persona, il regista del Paziente Inglese. Poi, venivano Ridley Scott e Russel Crowe, una volta cโรจ stato pure Depardieu quando girava Cristoforo Colombo. E poi i โvecchiโ, da Robert Mitchum a Schwarzenegger, da Jaqueline Bisset a Hugh Grant con Sandra Bullock. Alberto Sordi veniva spesso insieme a un vecchio regista, Mario Bonnard che era sempre in compagnia di un biondino, il suo assistente. Un giorno si presentรฒ Bonnard col bondino e mi domandano: "Ma hai visto il nuovo film?โ. Quale film, chiedo io. E loro: โPer un pugno di dollari, รจ appena uscitoโยป.
ยซNon capivo, perchรฉ la pellicola era firmata da Bob Robertson, che era uno pseudonimo per Sergio Leone: era lui lโassistente di Bonnard. Era il 1964. Allora era piacevole andare al cinema, io sono un appassionato. Ormai perรฒ non riesco piรน a vedere niente, il mercoledรฌ (giorno di chiusura, ndr) non trovo piรน niente che mi interessi. Oggi anche attori e attrici arrivano, ma mica so distinguerli! Sono le mie figlie, Cristiana e Fiore, a dirmi chi sono. Una volta riconoscevi tutti. I paparazzi arrivavano sulle vespette e si appostavano per scattare foto ai vip. Enrico Papi, che conduceva Sarabanda, era fisso qui con un operatore e girava video ai personaggi della mondanitร che poi mandava in onda. Ricordo che una sera si presentรฒ la Parietti tuta in tiro, con un cappello spropositato: aveva saputo che sarebbe arrivato a cena Christopher Lambert e gli faceva la posta.ย Evidentemente, perรฒ, anche lui seppe โdellโagguatoโ e sprenotรฒ il tavolo, cosรฌ lei rimase a bocca asciuttaยป. Insomma, era tutto un intrigo di storie e intrecciโฆ
Politici, scrittori e teatranti
Il palcoscenico al 55 di via dei Gracchi era un vero e proprio teatro allโaperto. Qui mangiavano e si esibivano i nomi dโoro della politica. ยซAndreotti era ospite fisso. Arrivava e andava sempre a fare il baciamano a mia madre. Lei aveva la terza elementare, era affascinata da questo omaggio e ogni volta veniva da me: โVedi quanto sono gentile โsti democristianiโ, commentava, lei che per tutta la vita ha votato Scudocrociato โ sorride Alberto โ Qui venivano a cena Fassino e Damiano, Fini e Fisichella, La Russa ovviamente. Ma il periodo piรน bello รจ stato quello in cui Il Matriciano era diventato un ritrovo per diversi scrittori. Elsa Morante con Alberto Moravia stavano sempre nella saletta in fondo con Pasolini che arrivava con due ragazzotti i quali non dicevano mai una parola, mangiavano e poi se ne andavano con lui. Moravia, perรฒ, era divertente. Ordinava una lombata di vitella, ma io facevo due passi e mi bloccavo perchรฉ ormai lo sapevo: subito mi chiamava e cambiava lโordine, โAlberto, no scusami, portami un quarto di gallinaโ. E viceversa, altre volte ordinava la gallina e mi bloccava per cambiare lโordine con una lombata, sempre cosรฌยป.
Poi, il ricordo di Giorgio Manganelli: ยซVeniva sempre da solo, arrivava a un quarto alle otto e se ne andava prima che arrivassero tutti gli altri ospiti, alle otto e mezza era giร fuori. Una sera Vincenzo Cerami organizzรฒ una cena qui con un poโ di amici scrittori e registi, ma dovette arrivare alle sette e mezza perchรฉ sapeva che Manganelli sarebbe giunto presto e non voleva lasciarlo da solo! Da solo veniva spesso anche Pietro Germi. Addirittura, appena di ritorno dallโAmerica, Bernardo Bertolucci portรฒ qui la statuetta dellโOscar che aveva preso per LโUltimo Imperatore. Lui era un ateo e mi rimase impressa, quando morรฌ, la sua bara, esposta in Campidoglio, fatta di assi di legno di cantiereยป.
Se oggi le paparazzate hanno perso di appeal, fino a pochi anni fa erano invece allโordine del giorno. ยซSpesso venivano a cena qui Rosa Fumetto (al secolo Patrizia Novarini) con Antonella Steni e suo marito Elio Pandolfi, recitavano ne Il Gufo e la Gattina. Una sera si presentano invece da soli Rosa Fumetto e il marito della Steni. Allโimprovviso arriva la moglie, si avvicina e tira due schiaffi al marito. Io rimasi di stucco e mi sono preoccupato per una situazione che pensavo potesse sfuggirmi di mano. Invece, la Steni si avvicinรฒ e mi confessรฒ: โTranquillo, Albeโ, รจ tutta scenaโ. Insomma, avevano orchestrato tutto per far parlare di loro e dello spettacolo! Insomma, era davvero un circo, ogni giorno, ogni seraยป.
Alberto Sordi e i cardinali
Alberto Colasanti nasce a Roma 84 anni fa. Nasce a Borgo Pio. ยซPensa che una volta, parlando con Bonolis, mi disse che lui era nato nellโappartamento di fronte al mio, sulla stessa scala!ยป, sorride il patron del Matriciano. Agli inizi degli anni โ20 del secolo scorso fu il nonno Luigi a trasferirsi a Roma, dopo la Grande Guerra. ยซFaceva il cascherino, consegnava lโolio โ racconta Colasanti โ Portรฒ a Roma tutta la famiglia: dormivano in sette in una grande stanza divisa da una corda, tre figli maschi da una parte e le due femmine con papร e mamma dallโaltra parte. Pensa che mio padre veniva a lavarsi al ristorante, quando mio nonno rilevรฒ quella che dal 1912 era unโosteria: vendevano vino e scaldavano i cibi che si portavano i fagottari chiedendo una piccola cifra, lo โscomodoโยป.
Unโusanza che negli anni dโoro del cinema rivive con un grande protagonista, nientepopodimeno che Marcello Mastroianni. ยซSi presenta qui con una specie di gavetta di alluminio, si siede e mi fa: โAlberto, mi puoi scaldare queste polpette coi broccoletti che mi ha portato sul set Sofia Loren? Non sono riuscito a mangiarle, ora me le posso gustareโ. Ecco, sono stati momenti emozionantiยป.
Cinema a parte, anche la vicinanza al Vaticano non รจ irrilevante nella storia del Matriciano. ยซQui, nei tempi dโoro, prima che venisse cacciato, veniva almeno un paio di volte a settimana a cenare il cardinale Paul Marcinkus, il capo dello Ior. Arrivava con una macchinaccia che mi chiedeva sempre di parcheggiare, si sedeva e ordinava sempre le stesse cose: zuppa di verdura e abbacchio accompagnati da mezzo litro della casaยป. Frugalitร insospettata da parte di uno dei piรน famigerati potenti della Chiesa che fu. ยซPoi, quando Marcinkus si dimise, veniva spesso monsignor Donato De Bonis (che รจ stato ritenuto il vero dominus dello Ior, grande amico di Cossiga โ il quale lo chiamava Dontino โ e di Andreotti cui per testamento lasciรฒ i suoi soldi per โopere di caritร e di assistenzaโ. ndr) in compagnia di Alberto Sordi. Perchรฉ il sogno segreto di Albertone era diventare un cardinale laico: era ossessionato da questo desiderio, era appassionato della Chiesaยป.
Verdone il guaritore
I rapporti piรน amichevoli, perรฒ, il Matriciano li stringe con gli uomini del cinema, mondo di cui lui stesso รจ un appassionato. Carlo Verdone โ noto per la sua ipocondria che lui perรฒ ha sempre smentito affermando che si tratta solo di una passione per la medicina ereditata dalla sua famiglia โ gli ha curato le ernie. ยซUna sera lo chiamo, ero piegato dal dolore alla schiena, ma lui mi dice che stava facendo unโintervista e che mi avrebbe richiamato dopo. Mi squilla il telefono dopo neppure cinque minuti, era lui: รจ un vero appassionato di malattie e di cure, รจ la sua vera missione โ sorride Alberto โ E di fatto mi ha portato a guarire: mi disse di fare la respirazione diaframmatica e la ginnastica posturale. Mi รจ passato tutto. Lui sullo schermo รจ divertente, nella realtร perรฒ lo รจ molto meno, รจ uno serioยป. Il racconto passa cosรฌ al rapporto con uno che invece divertente lo รจ davvero, nella vita.
ยซRoberto Benigni รจ uno spasso, qui ci รจ cresciuto in pratica. Pensa che agli inizi della sua carriera e cercava casa, lo aiutai io a trovarne una allโAventino. Anzi, ce nโerano in vendita due, attaccate, e gli consigliai di comprarle entrambe, che era unโoccasione. Lui perรฒ diceva di non avere i soldi. โPresto li avraiโ, lo rassicurai. Ma ne acquistรฒ una sola. E se ne pentรฌ, perchรฉ dopo qualche anno voleva comprarla, ma gli chiesero il triplo e desistetteยป. Lโinizio della carriera di Benigni segna anche un altro episodio divertente che ha come centro il Matriciano. ยซEra un giovanottone molto simpatico e brillante โ racconta Colasanti โ Una volta era a pranzo qui e due tavoli piรน lร cโera Adriano Celentano. Roberto mi chiese di presentarglielo, che non lo conosceva pur essendo un suo fan da sempre. Cosรฌ li feci conoscere. Dopo un poโ di tempo, Benigni era a Milano per lavoro e ricevette da Celentano un invito a cena da lui. โNon sapevo cosa portargli in dono โ mi raccontรฒ dopo qualche settimana, quando tornรฒ qui a mangiare โ Cosรฌ presi due bei libri per Adriano. Arrivo a casa sua, ma restai di stucco: quei due che avevi in mano io erano gli unici due libri della casaโ, mi confessรฒ. Non ci voleva credere!ยป
Agnelli e Marina Ripa di Meana
Di โmitiโ ne son passati tanti dai tavoli del 55 di via dei Gracchi. ยซAldo Fabrizi chiedeva sempre le patate a tocchettiยป, sorride al ricordo Alberto. Ma non ha mai avuto il desiderio di cambiare cucina? Di fare qualcosa di altro? ยซNo โ fa lui senza neppure pensarci โ Le ricette sono quelle di mio padre. Non ci penso proprio a cambiare. Gli ingredienti, perรฒ, sono sempre di prima scelta: la carne la prendo da Feroci, il pomodoro รจ Mutti, il pecorino viene dal caseificio di Fulvi a Monterosi che tra lโaltro era il genero der Viperetta (al secolo Massimo Ferrero che da autista divenne uno dei re del cinema e fu anche patron della Sampdoria. Ndr) che tra parentesi si prese la squadra non solo senza sborsare una lira ma facendosi dare dallโex proprietario anche qualche milione di euro per tirare avanti. Ma, a parte questo, il pecorino รจ ottimo! Anche le verdure sono di prima qualitร e me le porta un grossista sempre da Monterosi. La pasta รจ da un secolo la De Cecco, mai cambiata. Il guanciale, ovviamente, viene da Amatriceยป. E gli altri ingredienti? ยซQuali? Basta cosรฌ, la mia cucina รจ fatta di queste cose โ sorride โ Semplice, ben fatta. Ah, sรฌ, lโolio: quello viene da Caninoยป.
Il nome del Matriciano gira in cittร anche per questo, รจ una garanzia di standard e di riservatezza pur stando in mezzo la mondo che conta della Capitale. ยซPoco tempo fa mi chiamano dal De Russie per prenotare a nome di Mr. Shepard un tavolo da due e uno da quattro per la security. Ma chi sarร questo? Mi chiedo, addirittura con le guardie del corpo! Arriva Mr. Shepard e comincia la cena. Mi si avvicina mia figlia e mi fa: โMa lo vedi quello? ร Jeff Bezos, il signor Amazon, altro che Shepard!โ Cosรฌ vado al tavolo e gli faccio: โSignor Bezos, mica si fa cosรฌ! Almeno una foto ce la dobbiamo fareโ. Eccola la foto, รจ lโunico scatto mio che ho quiยป, dice Alberto prendendo una stampa in formato grande da dietro la cassa, la postazione dove regna lui insieme alle figlie. Non ci sono foto nel locale ristrutturato dallo Studio Gemmetta in collaborazione con lโarchistar Massimiliano Fuksas, un altro buongustaio. ยซMi piace il bello โ spiega Alberto โ Qui vengono e venivano anche diversi pittori. Ricordo Gino De Dominicis: mangiava a un tavolo al centro della sala e indossava sempre il cappotto, aveva sempre un grande freddoยป. Quel De Dominicis โ eclettico e controverso protagonista dellโarte italiana dโavanguardia del Secondo Dopoguerra โ ci riporta a bomba al film di DโAgostino, a quella Roma santa e dannata in cui lo stesso leader di Dagospia racconta di un Agnelli affascinato della giovane Marina Ripa di Meana che riesce ad avere un appuntamento a casa di lei: quando sale ed entra โpieno di testosteroneโ perรฒ, la trova a letto proprio con due pittori, Gino De Domicis ed Eliseo Mattiacci. โMi sembra che siamo un poโ troppiโ, esclamรฒ lโAvvocato che fece dietrofront e sbattรจ la porta. โQuesto fu il suo brutto impatto con la Roma godonaโ, spiega DโAgostino mentre dialoga con Enrico Vanzina.
Villaggio e il Cavaliere
Nel racconto di questa Roma dove convivono allegramente sacro e profano, non puรฒ mancare unโapparizione di Silvio Berlusconi che delle cronache politiche e mondane della Capitale รจ stato protagonista per un ventennio. โUna volta, stavamo aโna festa a casa di Sandra Carraro โ racconta Roberto DโAgostino โ Berlusconi mi prese: โTi devo parlareโ. Che me devi dรฌ? chiedo. โSenti, dimmi la veritร : ma tu sei tatuato anche sul pisello?โ, mi domanda. Gnenteโฆ a lui non je ne fregava gnente di quello che je scrivevi, di quello che je potevi dรฌ, come lo prendevi in giroโฆ Lui gnente, anzi conquistava tutti. Era fissato con questa idea di riuscire a essere amato da tuttiโฆโ. Ma uno (forse uno solo?) il Cavaliere non riuscรฌ a conquistare.
ยซSai quante volte veniva a cena qui con Paolo Villaggio? Quante volte ha cercato di portarselo nelle sue tvโฆ Paolo era davvero un personaggio, stranissimo, aveva un mondo tutto suo. Pensa, che venivano qui in tre, lui, Federico Pantanella, il produttore, e un altro amico loro: ordinavano tre ossibuchi e basta, poi si alzavano e andavano dal Bolognese a piazza del Popolo a ordinare altri tre ossibuchi, poi magari al Moro dietro Fontana di Trevi e ne ordinavano altri tre. Giocavano a chi faceva lโossobuco miglioreโฆ Quando veniva qui, Villaggio mangiava e non pagava, mai. Mi diceva di passare dal portiere dellโExcelsior a fine mese. Ogni volta, mi presentavo al signor Chiesa che mi consegnava un suo assegno personale, a nome suo, per saldare il conto di Villaggio. Ma lui pagava, eh. Era solo un suo vezzo. Poi una sera capitรฒ qui, un poโ malandato. Si vedeva che non stava un granchรฉ. Mi avvicino e lui mi anticipa subito: โAlbeโ, stasera non ho i soldi per pagare la cenaโ. E chi se ne importa, gli rispondo io, con tutti quelli che mi hai dato! โEcco, bella risposta โ fa lui โ Allora, dammi pure venti euro per il taxiโ. Dopo pochi giorni se ne รจ andato. Grande personaggio โ guarda lโorologio, il Matriciano, sono le 12.20 โ Aoh, ma โemo finito?ยป, domanda. Si vede che ha unโurgenza. Si alza, va alla cassa, cede il comando alla figlia e si avvia al suo tavolo, in saletta, dove mangiavano Pasolini, Morante e Moravia. Non sapremo mai se si รจ fatto un ossobuco di Feroci o un piatto di De Cecco col guanciale di Amatrice. Ma non ha importanza. Lo spazio-tempo, qui, si รจ fermato da un secolo e da un secolo tutto si ripete, sempre uguale.