C’è bisogno di una cucina composta da chef giapponesi per ricreare fedelmente l’atmosfera di un’izakaya? Assolutamente no, sostengono i due soci di Sentaku Izakaya, nel piano centro di Bologna: Nicolò Ribuffo perché ha lavorato due anni all’Azure 45 di Tokyo, Alessandro Musiani (che è anche l’executive di questo nuovo progetto, inaugurato il giorno di Capodanno) perché è stato numerosi mesi in Giappone, per imparare a preparare i piatti delle izakaya.
Una nippo mixology, pure gourmet
Il Sentaku Izakaya nasce in qualche modo dall’esperienza del Sentaku Ramen Bar – uno dei migliori d’Italia, sito anche lui a Bologna, con Alessandro Musiani unico proprietario – anche se qui non si fanno i ramen, e anche se alla cucina di un izakaya vengono aggiunti dei cocktail preparati da Valentino Creatura (che ha lavorato presso il celebre Paradiso di Barcellona) utilizzando in ciascuno almeno una materia prima giapponese.
Ma cosa significa “izakaya ”? È il luogo, in Giappone, in cui si va a bere dopo il lavoro per rilassarsi, e dove al bere si unisce il cibo: “i” sta per sedersi, “saka” significa bevanda alcolica, e “ya” è il negozio. Qui, tuttavia, il cibo non viene dopo il bere, ma neanche prima, visto che i piatti e le bevande hanno la stessa importanza, e sono stati concepiti l’uno per l’altro: «I tavolini all’esterno, che richiamano molto il Giappone, sono fatti apposta per chi vuole solo bere, oppure per chi desidera mangiare, ma deve aspettare perché dentro non c’è ancora posto: la porta, infatti, si apre solo dall’interno», ci dice Nicolò Ribuffo.
Quando Bali incontra Tokyo (per caso)
«Il bancone del bar, che si trova all’ingresso, ricorda le onde di Bali: è vero, questa è l’unica cosa che non c’entra col Giappone, ma adoro quel luogo e l’ho fatto disegnare apposta», aggiunge Ribuffo, ridendo. Il resto dell’ambiente è tanto informale, quanto elegante, grazie a un’illuminazione che esalta il legno alle pareti, dando davvero l’idea di essere all’interno di un locale giapponese.
«Apparentemente il Sentaku Ramen Bar e il Sentaku Izakaya costituiscono due offerte ristorative lontane, ma in prospettiva saranno accomunate dai cocktail: prima o poi, infatti, quanto stiamo imparando qui in tema di mixology verrà declinato anche nell’altro locale: Bologna è una delle capitali italiane del bere miscelato, credo che il saper preparare dei buoni cocktail debba essere un elemento distintivo di qualunque genere di ristorante». Non a caso, il Nu Lounge Bar, lo storico (e vicinissimo) Tiki bar bolognese, ha delle quote dello stesso Sentaku Izakaya, quasi a garanzia della serietà con cui vengono preparati i cocktail.
Dei Sando da paura
Se l’ultimo piatto che vi viene servito (e mangiate, nonostante siate pienissimi, solo perché oramai l’avevate ordinato) sembra il migliore, vuol dire che è amore vero: ecco quello che c’è successo sia con il Katsu Sando classico (il panino al latte con cotoletta di maiale fritta), sia (se non soprattutto) con la sua versione egg.
Merito di tutto ciò, oltre ad Alessandro Musiani, sono i due ragazzi della cucina, Guglielmo Maritan e il peruviano Giordano Amaro, che sanno preparare altri piatti davvero buoni: il Bao con chasu di maiale, e pure quello con la melanzana glassata; il Sake handroll, riso con salmone marinato; il Karifurawa, degli speziatissimi cavolfiori, e i Nagoya tebasaki, le classiche alette di pollo marinate e glassate da mangiarsi con gli appositi guanti (l’unica cosa che ci ha convinto poco, giusto per non dare l’idea che “tutto va ben”, sono i Korokke, delle polpette fritte di patate che mancavano di una base legante).
Fra i drink, il W/Mandarin a base whiskey ci è sembrato un po’ sbilanciato sulle note dolci, mentre è piacevolissimo il Mezcal &Apple Soda con umeshu, buono il Jaiquiri (a base rum) con yuzu, e beverino il Nippo’s Champagne con kombucha ai lamponi.