La Sostenibilità Ambientale del Vino verso nuovi sviluppi

5 Giu 2015, 08:30 | a cura di
Etica, economia e ambiente i tre pilastri dell'impresa sostenibile. Dopo aver presentato il primo Rapporto assieme a Uiv, il Gambero con la guida Vini d'Italia 2016 avvia la "fase due" del progetto, che interesserà oltre 4 mila aziende.

Che cosa vuol dire essere sostenibili in viticoltura? Innanzitutto, un’azienda per essere sostenibile deve “essere un’azienda”: deve fare impresa ed essere competitiva sul mercato. Deve lavorare in maniera etica, e operare per il miglioramento sociale. E, ovviamente, deve essere rispettosa dell’ambiente, con particolare attenzione all’emissione di gas a effetto serra, al consumo di acqua e al suo inquinamento diretto o indiretto, e al mantenimento della biodiversità nell’ecosistema. In sintesi, deve comprendere istanze sia sociali sia economiche sia ancora ambientali. Partendo da questa visione della sostenibilità, ad ampio raggio, due anni fa il Gambero Rosso, insieme all’Unione Italiana Vini, si è fatto promotore del Forum per la Sostenibilità ambientale, al quale ha fatto seguito un Rapporto dettagliato, mentre sono in corso i lavori per la seconda fase del progetto.

Il Rapporto sulla Sostenibilità ambientale

Entriamo nel dettaglio. Il Rapporto ha coinvolto 37 esperti della comunità tecnico-scientifica sul tema vino-sostenibilità: due gruppi di lavoro hanno tracciato un percorso di approfondimento e ricerca sul sistema, con indagini conoscitive che hanno coinvolto oltre 1.000 aziende vitivinicole – scelte tra quelle presenti nel database della Guida del Gambero da cui sono stati raccolti dati e da cui sono partiti i questionari mirati – e 15 programmi nazionali per lo sviluppo sostenibile del vino. L’80% degli imprenditori intervistati attribuisce alla sostenibilità ambientale un’alta importanza. Chiara, poi, la tendenza a migliorare il rapporto qualità-prezzo, come la percezione di un valore aggiunto da giocare sul fronte export e internazionalizzazione.

Panoramica sulle aziende sostenibili

Supportate anche da condizioni climatiche sicuramente più favorevoli, le aziende localizzate nel Sud e nelle Isole sono più avanti sulla strada della sostenibilità. La leva della sostenibilità sembra agire come driver di valore sia a livello di differenziazione dell’offerta che sulla strategia di risparmio dei costi; la percezione di un vantaggio economico ottenuto in primis da una migliore gestione delle risorse oltre che dall’efficienza del processo. Le aziende direttamente interessate in specifici processi di sviluppo sostenibile rappresentano almeno un terzo del Pil del vino per un valore stimato di oltre 3 miliardi di euro di fatturato. Ora la priorità è arrivare a un sistema di valutazione e certificazione condiviso per un miglioramento concreto di tutto il comparto.

Temi da affrontare

Tra i temi dominanti l’innovazione e l’efficienza energetica, dalla viticoltura di precisione per disperdere nell’aria il meno possibilie i trattamenti, all’utilizzo delle informazioni dettagliate sulle condizioni del vigneto, sulla bagnatura fogliare, fino alla micro zonazione grazie alle immagini dasatellite; poi riduzione degli sprechi, valutazionedella propria situazione energetica, ricerca di efficienza passiva delle architetture per ottimizzare spazi e sistemi di climatizzazione. Si pensi alla cantina di ultima generazione di Antinori in Toscana (Bargino - San Casciano in Val di Pesa), o a quelle di Alois Lageder in Alto Adige (Magrè) e di Salcheto in Toscana (Montepulciano). E si può inoltre recuperare energia valorizzando fonti rinnovabili dal processo produttivo come scarti di potatura e vinacce. E poi, ancora, il packaging. Se ne parla tanto, ma sono ancora pochissime le bottiglie leggere in commercio. Non è ancora stato abbattuto il mito che vuole la bottiglia pesante accostata a un grande vino, un fattore che impatta in maniera incisiva sull’ambiente, a partire dal trasporto a monte.

Report sulla sostenibilità: atto secondo

Nella prossima edizione della guida, Vini d’Italia 2016, verranno intervistate oltre 4.000 cantine con domande dettagliate sulle tre dimensioni della sostenibilità: ambientale, sociale ed economica, con particolare attenzione all’analisi dei dati comunicati in etichetta per una trasparenza delle informazioni. Il tutto per arrivare a un tracciare un quadro complessivo e giungere a una certificazione condivisa più ampia, in grado di rispettare tutte le istanze del percorso verso la sostenibilità, stimolando e richiedendo la partecipazione attiva di un consumatore sempre più consapevole.

Silvio Menghini di Unicesv: la sostenibilità è una opportunità

Per le imprese italiane del vino la sostenibilità deve rappresentare non solo un vincolo ma una opportunità competitiva. Per questo è fondamentale che esse adottino strategie di diversificazione funzionale”. Lo afferma Silvio Menghini (Unicesv), docente di economia ed estimo rurale presso l'università di Firenze, secondo cui occorre “puntare sulla qualità dei prodotti, aprirsi alle attività turistico-ricreative, rilanciare la vendita diretta. È questa” sottolinea “la ricetta per ampliare i confini delle nostre aziende facendo in modo che le esternalità positive da esse prodotte non abbiano solo una utilità pubblica, ma divengano anche risorsa utile a generare redditi”. Il settore vino, sul fronte della qualità, intesa come prodotti Docg, Doc e Igt, ha raggiunto un livello di massimo sviluppo, considerando che nel 2013 oltre il 73% della produzione nazionale rientrava in una delle oltre 520 denominazioni: “Anche se va ricordato” rileva Menghini “che le prime dieci Doc e Docg pesano per il 40% del totale prodotto per questa categoria e che le prime dieci Igt pesano per oltre 70%”. In futuro, quindi, più che su nuove Doc occorre lavorare su quelle esistenti, ricordando bene che “non garantiscono automaticamente il successo di un vino, ma sono un mezzo in più per attestarne la qualità. Con tali denominazioni si può legare la qualità del prodotto all'unicità del luogo e del metodo di produzione. Valorizzare il prodotto tipico” prosegue “è fondamentale per contrastare gli effetti estremi della globalizzazione che conduce oggi a delocalizzare i processi produttivi e al declino di un territorio”. A livello di mercato, il sistema vino si sta dimostrando maturo nel voler essere più responsabile nelle proprie scelte di indirizzo produttivo, ma il consumatore deve fare altrettanto nelle proprie scelte d'acquisto: “È sostenibile anche un giusto approccio al consumo di vino. E di questo aspetto comunicativo è lo stesso settore che deve farsi carico per evitare di essere dannose criminalizzazioni”. - G. A.

Florence Swif - Forum internazionale di Firenze

Il vasto tema della sostenibilità del benessere (con una specifica sezione sul vino prevista per venerdì 5 giugno) è affrontato da studiosi, esperti, imprenditori e politici nel Florence Swif, forum internazionale organizzato a Firenze dalla fondazione Simone Cesaretti, fino a sabato 6 giugno. - G. A.

Florence Swif | Firenze | fino al 6 giugno 2015 | Palazzo Vecchio | Salone de' Cinquecento | www.florenceswif.org/it

a cura di Paolo Cuccia

Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 4 giugno
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