Live from Australia, dove si beve vino italiano e si coltiva nebbiolo

5 Apr 2016, 08:30 | a cura di

Non soltanto il made in Italy è sinonimo di alta qualità, ma la viticoltura da queste parti strizza sempre più l'occhio ai nostri vitigni: dal nebbiolo al negroamaro. Ecco perché è il momento giusto per oltrepassare l'Oceano. Il racconto dei Tre Bicchieri a Sydney.


La primavera d Sidney

La primavera del Gambero Rosso è iniziata dall'altra parte del Mondo: il 21 marzo si è tenuta a Sydney, ospitata dal ristorante La Rosa, al secondo piano del bellissimo Strand Arcade su George Street, la presentazione della Guida 2016, con la presenza di alcuni produttori premiati con i Tre Bicchieri.

Si è trattato di un evento raccolto nei numeri, soprattutto se paragonato agli eventi statunitensi, a distanza ravvicinata dalle feste pasquali, ma non per questo meno esclusivo: coinvolti numerosissimi giornalisti, buyer e ristoratori non solo dalla città ma anche dai distretti vicini, come le Blue Mountains, o da altre città, come Adelaide e Melbourne. Contemporaneamente si è svolta, ospitata dal prestigioso ristorante Pendolino, una Master Class su alcuni vini presenti alla degustazione, cui hanno partecipato giornalisti, sommelier e distributori, oltre 30 persone in tutto.

 

Un continente ancora da esplorare per i nostri produttori

Un’occasione imperdibile per chi, come me, vende vino italiano qui a Sydney”, dice Laura De Giacomo, direttrice di Deliciarum, società specializzata nella vendita di prodotti food e wine bio. “Ho iniziato la mia attività di distribuzione solo due anni fa” continua“e non avrei mai immaginato ci potesse essere così tanto spazio per la qualità italiana. Ed è un settore in veloce espansione. L’Australia, da Paese produttore, è fortemente ricettiva nei confronti della qualità. Fino a poco fa il vino italiano veniva associato a un’idea di basso costo e basso livello. Ora non è più così. Certamente ha contribuito la crescita della qualità generale del vino in Italia, che è stata immediatamente recepita da questo mercato. Ma c’è ancora molto da fare. I produttori devono affacciarsi di più in questa parte di mondo. Anche se lontana”.

Della stessa opinione Tristan Semenetz, store manager di The Carrington Cellars & Deli di Katoomba, sulle meravigliose Blue Mountains, che vantano un livello molto alto di ristorazione, frequentate da un turismo esclusivo e competente.

La giornata si è conclusa con il wine dinner ospitato sempre dal ristorante Pendolino, cui hanno partecipato 50 tra trade e wine lovers. Dodici i vini, in abbinamento a quattro piatti della cucina italiana, per un momento conviviale e di approfondimento, in cui i produttori presenti hanno potuto parlare dei propri vini e della propria realtà produttiva.

 

Un mercato che cresce e sfiora il +30%

D'altronde sembra proprio il momento di premere il pedale sull'acceleratore per questo mercato che cresce, non solo a parole, ma anche nei numeri. Più del 30% di aumento dei consumi nell’ultimo biennio sono una cifra significativa ed eloquente.

Sono positivi i dati dell'export italiano verso l'Australia, che si stabilizza al 15esimo posto nella classifica dei clienti del vino italiano. Nel 2015, i quantitativi esportati sono saliti del 4,9%, da 91,5 mila ettolitri a 96 mila, per un corrispettivo di 40,6 milioni di euro, il 7,1% in più rispetto al 2014. Ma il continente australiano è anche uno dei principali fornitori di vino: lo scorso anno l'Italia ha acquistato 162 mila ettolitri di vino e mosti, per 15,4 milioni di euro (+65,7%), il quarto mercato di approvvigionamento dopo Spagna, Francia e Usa e prima della Germania.

 

La viticoltura in Australia e i vitigni italiani

Mentre una particolarità che caratterizza la produzione australiana, e che certamente è un ulteriore elemento di traino, è l’incredibile presenza di vitigni italiani, dal greco al nebbiolo, dalla barbera alla glera, non manca davvero nessuno. Con una predilezione per il negroamaro e il primitivo (quest’ultimo ampiamente presente e conosciuto come zinfalden), che si adattano incredibilmente bene alle regioni meridionali in cui viene praticata la viticoltura.

Le similitudini con il clima italiano, in effetti, sono molte in queste aree, caratterizzate da climi temperati, in cui il mare gioca un fondamentale ruolo regolatore delle temperature. “Coonawarra, Barossa Valley, Clare Valley, sono zone nei pressi di Adelaide di grande fama che vantano alcuni produttori di successo e straordinarie capacità” dice Phoebe Chvyl, area manager di Negociants “I vitigni più piantati sono storicamente il cabernet sauvignon, lo shiraz, il riesling. Ma gli orizzonti si ampliano molto e a oggi l’interesse verso quelli italiani è sorprendente. Piacciono vini più eleganti e meno caricaturali, con meno struttura e più freschezza. I vini australiani hanno sempre giocato la carta del frutto, ora possiamo dire che almeno per un certo tipo di pubblico questo sta cambiando. E per i vini italiani è un’ottima cosa”.

 

 

a cura di Eleonora Guerini

 

 

Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 31 marzo

 

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