rizzazione delle viti, dobbiamo allungare la loro vita e farle stare meglio... Si sono abbandonate le vecchie metodiche di potatura per seguire le mode internazionali. Così in Valtellina si lavora ormai tutto col guyot e si è completamente abbandonato il capovolto valtellinese...".
Marco, insieme al suo socio Paolo Sirch - e a diciassette collaboratori tutti con camicia a quadri e look da stunt man tra cinema e serial, tutti simpaticissimi, appassionati e carichi di entusiasmo - stanno rivoluzionando il paesaggio e la vita delle vigne in Europa. In Valtellina stanno recuperando il capovolto ("ma non applicato con pedissequità filologica: piccole iniezioni di vecchia tecnica nell' attuale situazione") e il progetto voluto dal Consorzio che andrà avanti ancora per qualche anno, punta ad allungare e di molto la vita media delle piante (attualmente intorno ai 20 anni) e la loro capacità di difendersi. "È come curare le vene, il sistema cardiocircolatorio - fa Simonit - la pianta deve respirare, tirar fuori rami, deve avere una vita piena. E ogni vitigno, ogni terroir ha i suoi ritmi, il suo respiro...".
Abbiamo assaggiato il Valtellina Sup. Dirupi 2009, Nebbiolo di Pierpaolo Di Franco e Davide Fasolini, viticoltori in Ponte in Valtellina. Ha vinto il premio Next Wine, il vino del futuro. Un vino elegante, sottile e di carattere, come i terrazzamenti di montagna che ospitano quelle viti. Per ora, i potatori partiti dal Friuli sono al lavoro in Francia a Bordeaux, in Austria, in Spagna, ma anche in Australia... E magari, nel giro di pochi anni, insieme all'operazione dei Vigneri di Salvo Foti alle pendici dell'Etna...
Stefano Polacchi
28/03/2012