Annunciato da settimane, l'arrivo di Barack Obama a Milano ha catalizzato l'attenzione mediatica ben prima dell'atterraggio del suo volo privato a Linate. Nelle ultime ore l'ex presidente degli Stati Uniti ha incontrato Matteo Renzi, assaggiato le creazioni dei fratelli Cerea, visitato l'Ultima Cena di Leonardo e ricevuto la cittadinanza onoraria dal sindaco Giuseppe Sala. Prima di presentarsi, con tutti gli onori del caso, sul palco della fiera di Rho-Pero, dove lo speech in programma per il primo pomeriggio di oggi nell'ambito del summit sulla food innovation Seeds&Chips era il più atteso di tutti. Un dialogo a tu per tu con Sam Kass, suo chef alla Casa Bianca e braccio destro di Michelle a sostegno delle campagne di educazione alimentare degli ultimi 8 anni di legislatura. Oggi che la politica di Trump sembra portare gli States in tutt'altra direzione, Obama, parlando a lungo dell'emergenza cambiamento climatico (con evidenti ripercussioni su risorse alimentari e malnutrizione), non manca di ribadire l'importanza dell'accordo internazionale sul clima siglato a Parigi, “con Matteo”. Poi, in un dibattito ben concertato con Kass, si passa a discutere di cibo, consapevolezza alimentare, politiche a sostegno della filiera e solidarietà sociale. Ecco una sintesi dei punti salienti.
1. L'industria alimentare e l'impatto ambientale. “Non sono vegetariano, ma rispetto tutte le scelte. E sono consapevole dell'importanza di ridimensionare il consumo di carne. Ho vissuto in Indonesia, sono stato diverse volte in Africa: in molti Paesi si mangia pochissima carne. Mentre per noi americani l'argomento è un problema. Ma è nostro dovere informarci sull'impatto ambientale degli allevamenti intensivi”. Come è doveroso acquisire una consapevolezza sempre maggiore sul cibo che arriva in tavola, dove e come viene prodotto, a quali condizioni per l'ambiente e per chi lavora nella filiera: “Se non è buono non è un futuro che vogliamo”.
2. Il modello Michelle, perché piace. “Mia moglie parla da genitore, e non da politico. Per anni ha raccontato agli americani un approccio pratico, veloce e facilmente replicabile anche quando c'è poco tempo per approntare una cena”. Scandaglia le abitudini alimentari dei suoi connazionali, Obama, ben consapevole di quanto sia difficile suggerire prodotti freschi e cibi cucinati in luogo dei prodotti confezionati e precotti che affollano gli scaffali dei supermercati. “La gente non ha bisogno di diktat punitivi, ma di pensare al cibo come fatto positivo. E non ama nemmeno che gli si dica cosa mangiare, perché l'alimentazione è un fatto privato, intimo. Quindi bisogna trovare il modo giusto di comunicare”. Suggerire soluzioni alternative, e non semplicemente vietare.
3. Il futuro del cibo.Sul palco di Milano si parla anche e irrimediabilmente di innovazione tecnologica applicata all'evoluzione alimentare: “La manipolazione dei genomi non va demonizzata, è un fatto storico che l'uomo impari dall'esperienza. E l'evoluzione scientifica è sempre stata fondamentale: non possiamo smettere di scoprire nuove cose, ma dobbiamo farlo sapendo di poter contare su valide reti di sicurezza”.
4. Privacy, consenso e consapevolezza. Perché il consumatore possa avere fiducia nel sistema, è importante che qualcuno sappia raccontargli come stanno le cose: “Sarà una delle principali sfide della politica in futuro garantire alle persone sicurezza e trasparenza, anche sul fronte alimentare”. È così che Obama introduce lo story telling, e l'importanza di saper comunicare.
5. Responsabilizzazione del sistema. La politica da sola non basta, “il progresso dell'alimentazione è uno sforzo privato”, incalza Kass, che trova il riscontro di Obama nel sostenere che solo un impegno congiunto può portare benefici al sistema alimentare: “Il risultato dipende dall'intera filiera, che deve saper guardare oltre gli interessi economici del singolo”. Come dal consumatore, che deve impegnarsi a partecipare attivamente.
6. Il futuro è dei giovani. Non manca di incentivare la nuova generazione a combattere per un futuro migliore, Obama, come ha spesso fatto negli ultimi anni: “I giovani d'oggi sono più imprenditori e più innovativi, perché spinti dallo scetticismo per il sistema che li circonda”. Da loro può partire il cambiamento.
7. Solidarietà sociale. Rispondendo alla domanda del tredicenne Joshua, che si chiede “come contribuire a contrastare la fame”, Obama è semplice e diretto: “Bisogna agire localmente, ovunque c'è qualcuno che soffre la fame. E tutti possono contribuire alla causa, anche i più piccoli sollecitando i genitori, dimostrando di essere consapevoli del problema. Se tutti facciamo un piccolo sforzo il cambiamento comincerà a essere apprezzabile”.
8. Sostegno all'agricoltura.“La politica ha il compito di dare ai piccoli produttori la forza di pensare da grandi imprenditori. Così si aprono le porte a un nuovo ceto medio, che produce benessere e qualità”.
Chiosa finale, a effetto: “La storia non si muove mai in linea retta, ma prima o poi va sempre in direzione della giustizia”.
“Ciao Milano”. Sipario, applausi.
a cura di Livia Montagnoli