Le opposizioni cercano di bloccare la legge che vieta la carne coltivata

13 Nov 2023, 14:50 | a cura di
Il gruppo +Europa invoca un principio di incostituzionalità sul disegno di legge che il governo punta ad approvare. Presentato un "deposito pregiudiziale" per spiegare le ragioni di quello che si prefigura come un disastro normativo

"Quello che presentiamo oggi è un atto a non procedere nei confronti del disegno di legge sulla carne coltivata promosso dal ministro Lollobrigida". Il deputato di +Europa Riccardo Magi, insieme al suo gruppo, è un fiero oppositore a ddl sulla carne sintetica, come continua a chiamarla erroneamente la maggioranza che sostiene l'attuale governo. Oggi il suo gruppo parlamentare ha presentato le ragioni di incostituzionalità di questa normativa che potrebbe addirittura ricevere uno stop italiano, prima ancora che europeo. "Qui non c'è troppo da fare, un giudice stopperebbe tutto. Quello che mi dispiace è che si denota una mancanza di spirito critico nel dibattito pubblico e questo porta a far prevalere posizioni antiscientifiche", aggiunge Magi. Dubbi legislativi sui quali, tra l'altro, ci eravamo già espressi poco tempo fa. Vediamo a cosa si riferisce il deputato in riferimento alla pregiudiziale presentata oggi alla Camera dal suo gruppo parlamentare.

Il documento

Problemi di incostituzionalità nascerebbero in primis per quanto riguarda l’articolo 2 del ddl (divieto di produzione e commercializzazione di alimenti sintetici nel rispetto del principio di precauzione citato nell'articolo 7 del regolamento CE n. 178/2002) che si porrebbe in contrasto con il principio di iniziativa economica privata tutelato dall’articolo 41 della Costituzione.

Infatti per quanto riguarda la sicurezza dei prodotti da agricoltura cellulare la Fondazione Veronesi ha già chiarito che non rappresenterebbero un rischio per la salute umana, ma comunque l'organo europeo predisposto all'autorizzazione di questi nuovi alimenti è l'EFSA che sta effettuando studi già da tempo. Ed è proprio su questo che Magi lancia l'allarme, ovvero su un eventuale intreccio di approvazioni che entrerebbero in conflitto tra loro, quello del ddl e quello dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare. "Qualora l'EFSA dovesse dare l'ok sarebbe un danno economico per l'Italia perché potremmo vendere carne coltivata, ma non produrla". A questo si aggiunge il fatto che questo ddl, se approvato prima dell'ok europeo, andrebbe in contrasto con il principio tutelato dall’articolo 9 della Costituzione, in base al quale la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Come se non bastasse si prefigura anche una violazione del diritto europeo sancito dall'articolo 117 della nostra Costituzione, ovvero il principio di libera circolazione delle merci all’interno del mercato comune dell’Unione.

ELENA CATTANEO (© 2018 Carmine Flamminio / Senato della Repubblica)

Il parere della senatrice a vita

Non meno dure le parole della senatrice a vita Elena Cattaneo che da sempre si spende in favore della ricerca scientifica ed è a favore della carne coltivata: "I sostenitori di questo disegno di legge ci dicono che servirebbe a tutelare il made in Italy; ebbene, si sappia che già oggi il 50% del nostro fabbisogno di carne (25% se consideriamo "italiani" i capi importati per venire macellati in Italia) è importato, anche quando serve da ingrediente per riconosciute eccellenze italiane. Se non avessimo scelto di diventare portabandiera della lotta contro tutto ciò che è innovativo, nulla impedirebbe di pensare che parte di queste importazioni potrebbe essere sostituita da una carne coltivata realmente made in Italy dall’inizio alla fine della filiera. Legiferare sull'onda di fantasie o di pericoli inesistenti significa avvelenare la società con “tossine” molto pericolose, le cui conseguenze, anche culturali, non possiamo non considerare".

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