Stop al regolamento sui pesticidi: il mea culpa dell'Europa che annuncia nuovi sussidi agricoli. Meloni: "Vittoria italiana"

6 Feb 2024, 13:31 | a cura di
Dopo le proteste dei trattori, Ursula von der Leyen ritira la proposta simbolo della polarizzazione. Ma il regolamento era già stato rigettato a dicembre dall’Europarlamento

La sostenibilità può attendere. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen annuncia il ritiro della proposta di regolamento dei fitofarmaci per tendere la mano agli agricoltori e rispondere alle proteste che stanno mettendo a ferro e fuoco mezza Europa.
«I nostri agricoltori meritano di essere ascoltati» ha detto nel suo intervento alla Plenaria del Parlamento Ue «So che sono preoccupati per il futuro dell'agricoltura e per il loro futuro». Da qui l’idea di proporre al collegio dei commissari il ritiro della proposta «diventato un simbolo di polarizzazione», in attesa di «una nuova proposta, più matura, che sarà fatta in futuro», perché, come ha ricordato la stessa Von de Leyen «l'agricoltura deve passare a un modello di produzione più sostenibile, in modo che le loro aziende rimangano redditizie negli anni a venire».

Dopo la decisione è intervenuta anche la presidente del Consiglio: "È una vittoria anche italiana", ha detto Giorgia Meloni. "Fin dal suo insediamento, infatti, il Governo italiano sta lavorando in Europa, con grande concretezza e buon senso, per tracciare una strada diversa da quella percorsa finora e coniugare produzione agricola, rispetto del lavoro e sostenibilità ambientale. Proseguiremo in questa direzione".

Il mea culpa di von der Leyen

Nel corso dell’intervento sono stati annunciati anche incentivi con sussidi per gli agricoltori. «Gli agricoltori hanno bisogno di un'argomentazione commerciale valida per le misure di miglioramento della natura» afferma la presidente della Commissione, che poi ammette: «Forse noi non l'abbiamo fatta in modo convincente».

E poi continua, soffermandosi sulla necessità di «un vero e proprio incentivo che vada oltre la semplice perdita di resa. I sussidi pubblici possono fornire tali incentivi».

Che cosa prevedeva il regolamento sui fitofarmaci

La tanto discussa proposta della Commissione Ue, prevedeva il dimezzamento dell'uso dei fitofarmaci entro il 2030 e una riduzione del 65% di quelli considerati più pericolosi. Un obiettivo irrealizzabile, soprattutto in mancanza di alternative valide (vedi alla parola ricerca e tecniche genomiche) tanto che a dicembre la proposta era già stata rigettata dal Parlamento Ue.
Tutto sommato, quindi, una vittima non così difficile da sacrificare sul banco delle trattative. Per ammissione della stessa presidente della Commissione Ue, infatti, dopo il no dell’Eurocamera, «non ci sono progressi neanche in Consiglio».

Coldiretti: “Il ritiro della proposta salva il 30% delle produzioni”

Esultano le associazioni di categoria italiane. «Oggi si mette la parola fine su una proposta fortemente ideologizzata che abbiamo combattuto sin dalla sua prima pubblicazione» è il commento del presidente di Confcooperative Fedagripesca Carlo Piccinini «Auspichiamo che questo annuncio sia l’inizio di un nuovo approccio da parte della Commissione. Le proteste degli agricoltori in tutta Europa hanno dimostrato che le riforme e le leggi debbano essere fatte ascoltando le esigenze di chi produce e lavora nei campi».

«Il ritiro della proposta di regolamento sull’ uso sostenibile dei fitofarmaci salva il 30% delle produzioni alla base della dieta mediterranea, dal vino al pomodoro, messe a rischio dall’ irrealistico obiettivo di dimezzare l’uso di agrofarmaci» è il commento del presidente Coldiretti Ettore Prandini, che poi rilancia «La battaglia per garantire dignità e giusto reddito agli agricoltori italiani non si ferma. Non sarà accettato nessun taglio alle risorse economiche della Politica agricola comune agli agricoltori poiché oggi occorre assicurare l’autonomia alimentare dei cittadini europei e favorire il ricambio generazionale. In tale ottica non è possibile neppure che l’allargamento dell’Unione all’Ucraina venga pagato dalle aziende agricole».

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