L'Europarlamento si oppone al taglio dei pesticidi. Tutto da rifare

22 Nov 2023, 18:04 | a cura di
Respinta la proposta dell'Ue sul regolamento Sur sull'uso sostenibile dei fitofarmaci e sul taglio 50% entro il 2030. Le associazioni agricole esultano mentre per quelle ecologiste si tratta di una giornata nera

Nulla di fatto in Europa sulla direttiva Sur, che regola l'uso sostenibile dei pesticidi in agricoltura. L'Europarlamento, in seduta plenaria, si è espresso contro la posizione della Commissione Europea, che prevede il dimezzamento dell'uso dei fitofarmaci entro il 2030 e una riduzione del 65% di quelli considerati più pericolosi. Su 627 votanti, sono stati 299 i contrari, 207 quelli favorevoli e 121 gli astenuti. Rigettata, quindi la proposta dell'esecutivo di Bruxelles e palla che passa nuovamente al Consiglio europeo, ma con un dettaglio non da poco. Se non ci sarà un accordo anche in tale sede - cosa molto probabile - di questo spinoso argomento si dovrà occupare direttamente il nuovo Parlamento che uscirà dalle elezioni del giugno 2024. Pertanto, ci sarà molto più tempo per riavviare il confronto sulla base di nuove considerazioni e nuovi dati scientifici.

L'esultanza della associazioni agricole

Pesticidi in campo

L'esito del voto rappresenta una vittoria per le associazioni agricole ma è una sconfitta per quelle ecologiste. I sindacati degli agricoltori, a cominciare da una delle più importanti sigle in Europa, il Copa Cogeca, parlano di bocciatura del piano europeo arrivata a causa della mancanza di dialogo, dell'imposizione dall'alto di obiettivi poco realistici, del rifiuto di valutare l'impatto della norma. Secondo la Confagricoltura, ora si può aprire una nuova pagina per rafforzare la sostenibilità ambientale del settore agricolo, senza mettere a rischio il potenziale produttivo del settore. E ora sarà importante affidarsi al Governo italiano per stringere le necessarie alleanze in sede di Consiglio europeo.

Per i sindacati il piano Ue non era realizzabile

Il voto della Commissione ambiente del Parlamento europeo di circa 20 giorni fa aveva fatto balzare dalla sedia le associazioni degli agricoltori, perché gli eurodeputati avevano avallato la posizione della Commissione Ue. Un voto favorevole avrebbe avuto drammatiche ripercussioni sul settore primario nazionale, andando a ridimensionare sensibilmente diverse filiere, come ha ricordato la Copagri. Le associazioni hanno rimproverato alla Commissione di aver messo a terra un progetto di riduzione dei pesticidi senza considerare la disponibilità di valide alternative per gli agricoltori in difesa delle proprie produzioni, che ancora dipendono in molti casi dall'uso della chimica. Invece, il voto dell'Europarlamento ha rimesso tutto in gioco.

L'alternativa è lo sviluppo delle nuove tecniche genomiche

La proposta dell'esecutivo è stata definita irrealistica anche dalla Coldiretti, che ha ricordato l'assurdità dello studio della Commissione Ue che considera l'uva, il luppolo e i pomodori come colture di limitata rilevanza. Prodotti su cui dall'applicazione del regolamento Sur si prevedono i maggiori impatti sulle rese in campo. Per la Cia-Agricoltori italiani, la Commissione Ue non è stata ragionevole nella definizione dei tempi della transizione da qui al 2030. L'augurio del presidente Cristiano Fini è che Parlamento e Consiglio facciano, invece, passi in avanti sull’approvazione della legislazione sulle tecniche di evoluzione assistita (Tea). Gli agricoltori, secondo Confcooperative Fedagripesca, non possono continuare a essere considerati nemici dell’ambiente, visto l'impegno profuso negli ultimi anni dalle aziende agricole e dalle imprese agroalimentari, per ridurre il loro impatto sull’ambiente.

Problema spostato in avanti, intanto l'Ue ha prorogato il glifosato

Insomma, su questo tema il confronto si riaccenderà molto probabilmente nel 2024. Nel frattempo, va ricordato che la Commissione Ue ha scelto poche settimane fa di prorogare per altri dieci anni, ma con alcune limitazioni, l'uso del tanto discusso glifosato, l'erbicida prevalentemente utilizzato nei campi. Sostanza che secondo l'Oms, l'organizzazione mondiale della sanità, è classificata come potenzialmente cangerogena, mentre secondo l'Efsa, l'autorità europea per la sicurezza alimentare, non presenterebbe elementi critici.

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