Niente decorazioni per il Pride quest’anno. È questa la critica mossa da alcuni dipendenti di Starbucks, che ha causato una lite tra il colosso del caffè e un’unione sindacale. Ad avviare la petizione, un lavoratore anonimo di un punto vendita in Virginia, che ha dichiarato di aver trovato gli addobbi arcobaleno rimossi.
Le decorazioni per il Pride rimosse da (alcuni) punti Starbucks
“Mi è stato detto che avevano appena implementato una nuova politica che non prevedeva addobbi. Mi è sembrato strano, proprio prima del Pride. I gestori del nostro punto vendita sono sostenitori della comunità LGBT, quindi ho pensato che non riguardasse solo noi. Infatti, mi è stato riferito che si è trattata di una decisione del direttore generale”. Questa la dichiarazione dell’impiegato della Virginia, che continua: “Una decisione ridicola. Le decorazioni non hanno alcun impatto sul brand, aggiungono solo una nota di colore positiva, ai clienti piacciono. Riceviamo sempre molti complimenti, e tanti dei nostri clienti sono membri della comunità LGBT, trovo tutto molto insensato e frustrante”. Starbucks ha negato di aver imposto la rimozione dei festoni arcobaleno, ma questo non ha fermato la rivolta degli impiegati: anche la Starbucks Workers United, il sindacato che rappresenta i lavoratori di Starbucks in oltre 300 sedi negli Stati Uniti, il 13 giungo ha dichiarato su Twitter che in almeno 21 Stati erano state vietate le decorazioni, secondo quanto riportato dai dipendenti.
Starbucks e il sostegno alla comunità LGBT
Dal canto suo, Starbucks afferma di non avere alcuna intenzione di cambiare le politiche aziendali, da sempre molto aperte verso la comunità LGBT, aggiungendo di essere in attesa di una risposta da parte del direttore regionale della caffetteria in questione della Virginia. “Sosteniamo fermamente la comunità LGBT” ha dichiarato il portavoce di Starbucks Andrew Trumbull, “e continuiamo a incoraggiare i nostri responsabili dei negozi a festeggiare nei loro quartieri”. Le proteste dei dipendenti? Sono fuorvianti, “siamo preoccupati che vengano diffuse queste false informazioni, considerando la nostra cultura aziendale inclusiva. Da più di quattro decenni forniamo il nostro supporto alla comunità LGBT”. Anche un altro lavoratore del Maryland ha protestato, raccontando di non aver più visto le decorazioni tipiche del mese… che si tratti solo di decisioni locali non volute dall’azienda? Con buone probabilità, sì. La questione è delicata e poco chiara, ma certo è che è difficile credere che un’impresa delle dimensioni di Starbucks, da sempre attenta al concetto di inclusività e costantemente al passo con i tempi, sia potuta incappare in un simile scivolone politicamente scorretto. Ma resteremo sintonizzati per capirne di più.