The Banker’s Jam. Dalla finanza alla campagna
L’etichetta recita The Banker’s Jam, e porta il ricordo di trascorsi londinesi, alle prese con i ritmi incalzanti della City finanziaria. Ma il progetto avviato ormai un paio d’anni fa da Andrea Tagliabue, poco più che trentenne e un passato da promettente banchiere, nasce in Italia, nella campagna brianzola di Besana Brianza. La storia di Andrea racconta del più classico dei “cambio vita”, celebrando un ritorno alla terra che nel suo caso – questo sì in controtendenza – è anche un ritorno in Italia, dopo aver sperimentato la vita da cervello in fuga. Per quattro anni, dopo una laurea specialistica in Scienze Bancarie conseguita a Milano e un Master in Matematica Finanziaria e Trading a Londra, Andrea ha lavorato come trader finanziario nella City. Di quel passato, oggi, non rinnega nulla. Ma nel 2017 ha scelto di rientrare in Italia, perché, dice lui, gli mancava l’aria di casa. E più nello specifico il rapporto con la terra, un lavoro praticato dal padre che per anni aveva dato per scontato, e ora è il motore della sua vita. Da giovane contadino di ritorno, Andrea fa parte di un gruppo sempre più nutrito di agricoltori moderni, intraprendenti, con un passato spesso indirizzato verso altri studi e discipline, che hanno deciso di investire sulla valorizzazione della risorsa più preziosa per un Paese a vocazione agricola come l’Italia: la terra. Anche per questo la sua storia – di recente finita anche sul Corriere della Sera – è emblematica.
La passione per il miele e la frutta
Quando tre anni fa ha deciso che la sua vita sarebbe cambiata, si è dedicato a tempo pieno a formarsi: prima lo studio e l’apprendimento delle tecniche di coltivazione, poi un corso di apicoltura e l’indirizzo sempre più preciso sulla coltivazione di frutta. Nel 2018, la nascita della sua azienda agricola, specializzata nella produzione di piccoli frutti da trasformare in composte e confetture di qualità, con il miele millefiori (acquistato da un apicoltore di Casatenovo, in provincia di Lecco) a giocare un ruolo fondamentale, in sostituzione dello zucchero.
I risparmi della vita londinese sono serviti per prendere in affitto l’ettaro e mezzo di terra che ora coltiva a mano, con l’aiuto del padre Camillo, senza l’utilizzo di sostanze chimiche, raccogliendo fragole, mirtilli e lamponi (che crescono direttamente a terra, e non in vaso). Tutti gli scarti di lavorazione delle piante vengono cippati e riutilizzati come fertilizzante naturali, nell’ottica di limitare gli sprechi.
Le marmellate del banchiere
Per preservare il gusto e la qualità di prodotti genuini, anche la trasformazione richiede qualche accortezza in più: la frutta è cotta sottovuoto, e la temperatura non arriva mai a 100 gradi (preservando così enzimi e vitamine). E le marmellate del banchiere vantano un’etichetta che può rivendicare la naturalità degli ingredienti al 100% (solo frutta e miele). Un vasetto da 230 grammi costa 5,50 euro; con un euro in più si acquistano le ricette più originali, mirtillo e lavanda o lampone e menta. Ma nel tempo la produzione si è evoluta a comprendere anche composte di verdura per accompagnare i formaggi (di zucca e cipolla rossa di Tropea, 6,50 euro) e presto anche nettari di frutta, con pezzi di frutta ammorbiditi da miele e acqua (3,80 euro). L’acquisto si può completare online, grazie al nuovissimo sito e-commerce, per ricevere i prodotti a casa nel giro di 3-5 giorni lavorativi. Ma chi si reca personalmente in azienda può comprare anche la frutta fresca disponibile in stagione (mentre le fragole si avviano a conclusione, stanno arrivando lamponi e, solo alla fine dell’estate, mirtilli).